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  1. #41
    Uragano L'avatar di Davide1987
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    Predefinito Re: Cronache Storiche Estate 1978

    Frane e smottamenti nella Valstrona Disagi anche in tutto il Lago d'Orta Frane e smottamenti nella Valstrona Disagi anche in tutto il Lago d'Orta VALSTRONA — A pochi mesi di distanza dall'alluvione dello scorso autunno, l'alta Valstrona è stata di nuovo colpita in questi giorni da violenti nubifragi che hanno causato frane e smottamenti sulla provinciale a monte della località Forno, verso Piana di Forno e Campello Monti, villaggi disabitati d'inverno ma che in questa stagione pullulano di turisti e villeggianti. Si calcola che almeno trecento persone siano rimaste isolate nelle abitazioni, nelle locande e nelle case per vacanze di Piana e di Campello; dalle prime notizie sembra che non si lamentino per ora danni gravi a persone e cose, ma la situazione tende a farsi più seria col passare delle ore per le crescenti difficoltà nei rifornimenti e l'impossibilità di comunicazioni anche telefoniche. A Fornero, il pino sulla piazza della chiesa si è abbattuto sul monumento ai Caduti, demolendolo. ORTA — Sconfortante bilancio per il maltempo di questi giorni sul Lago d'Orta. I campeggi, che denunciano tutti presenze inferiori agli anni scorsi, stanno svuotandosi perché al tradizionale esodo anticipato degli olandesi (che ai primi di agosto cominciano le scuole), non ha fatto riscontro finora l'invasione dei tedeschi e degli italiani, frenati da una stagione in cui le giornate di caldo e di sole si sono contate sulle dita di una mano. Dopo giornate di violento nubifragio e raffiche di vento, che hanno causato disagi alla circolazione, specie nelle valli e sulle arterie montane, ieri mattina un pallido sole è tornato a rischiarare le rive del lago. Albergatori e villeggianti sperano almeno in un Ferragosto decente che li compensi un po' dalle delusioni di un'estate già finita prima di cominciare, a. m.


    LaStampa 09/08/1978

  2. #42
    Uragano L'avatar di Davide1987
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    Predefinito Re: Cronache Storiche Estate 1978

    In Lomellina si temeva che straripasse il Sesia Danni alle linee elettriche In Lomellina si temeva che straripasse il Sesia VIGEVANO — n violento temporale che si è abbattuto l'altra notte sulle Lomellina ha provocato danni, la caduta di diversi alberi in più località e l'interruzione dell'energia elettrica nella zona compresa fra i comuni di Scaldatole e Sannazzaro De Burgondi. A lato della strada che collega questi due centri si è spezzata la linea dell'alta tensione. Il personale dell'Enel ha riattivato il servizio all'alba. I vigili del fuoco di Vigevano invece hanno effettuato un paio di interventi, sempre nel cuore della notte: prima sulla provinciale Cilavegna-Nicorvo, dove il traffico era interrotto da un albero che si era abbattuto trasversalmente sulla camionabile; successivamente in città in corso Cavour. Qui la forza del vento aveva divelto un pezzo di grondaia di un caseggiato che si era schiacciata sul marciapiede sottostante senza causare comunque danni. La situazione meteorologica nella zona è leggermente migliorata a partire dalla tarda mattina di ieri. Si registra poi l'ingrossamento del Ticino, del Sesia e del Po e dei torrenti Agogna e Terdoppio. Si è temuto per alcune ore che le acque del Sesia potessero straripare nell'aperta campagna fra Langosco e Càndia. L'allarme è poi rientrato. g. c. r.


    LaStampa 09/08/1978

  3. #43
    Vento forte L'avatar di Fabio68
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    Predefinito Re: Cronache Storiche Estate 1978

    Citazione Originariamente Scritto da Stefano De C. Visualizza Messaggio
    Interessante.
    Si nota come la preoccupazione fosse all'opposto delle estati odierne, cioè che erano troppo fresche e piovose.
    Mi stupisce l'articolo riguardante la Germania, che c'era gente che protestava contro le previsioni del tempo e addirittura manifestazioni contro San Pietro
    bene, ora sappiamo a chi supplicare affinchè questo supplizio finisca
    Ti prego San Pietro, fai tornare l'anticiclone africano nei suoi luoghi natii

    PS: non sto scherzando, ascoltaci San Pietro!!!


    belle rileggere le notizie dei giornali, è proprio un'altra era
    you don't need the Weatherman to know where the wind blows - bob dylan
    il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile - woody allen

  4. #44
    Uragano L'avatar di Davide1987
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    Predefinito Re: Cronache Storiche Estate 1978

    Citazione Originariamente Scritto da Fabio68 Visualizza Messaggio
    bene, ora sappiamo a chi supplicare affinchè questo supplizio finisca
    Ti prego San Pietro, fai tornare l'anticiclone africano nei suoi luoghi natii

    PS: non sto scherzando, ascoltaci San Pietro!!!


    belle rileggere le notizie dei giornali, è proprio un'altra era
    ci sono anche tanti altri periodi!

  5. #45
    Uragano L'avatar di Davide1987
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    Predefinito Re: Cronache Storiche Estate 1978

    E' travolto a Verbania il ponte di barche sul Toce Campeggi allagati, alberi abbattuti e tetti crollati In poche ore il lago è salito di più di un metro, i turisti sono fuggiti E' travolto a Verbania il ponte di barche sul Toce Campeggi allagati, alberi abbattuti e tetti crollati VERBANIA — L'alluvione che ha maggiormente colpito le valli assolane provocando ingenti danni e vittime, ha avuto conseguenze anche nella zona del Lago Maggiore. Per la piena del Toce, che nato in alta Val Fórmazza, scende al lago dopo un lungo e tortuoso percorso raccogliendo le acque di altri fiumi e torrenti, il ponte di barche lungo 178 metri che l'Ahas aveva realizzato nel maggio scorso per riattivare al traffico, la bretella tra le statali 34 dei Lago Maggiore e 33 del Sempione, interrotta dai primi di ottobre dello scorso anno (quando un'altra violenta alluvione provocò il crollo del ponte Cadorna) è stato spezzato in due e la corrente ne ha spinto i tronconi sulla riva destra del fiume. Fortunatamente nessuna vittima in quanto, vista la crescente e paurosa piena del fiume, i cantonieri dell''Arias avevano chiuso il viadotto al traffico una ventina di minuti prima. Drammatica nella notte la fuga dai campeggi, che numerosi si trovano sulle rive del lago. Già investiti ieri da trombe d'aria che avevano rovesciato non solo le tende ma anche qualche roulotte, provocando panico ma solo qualchecontuso. i campeggiatori si sono trovati nella notte con le tende invase dall'acqua del lago che in poche ore era salito di mezzo metro, e nelle successive ancora di altri 80 centimetri. Primi a fuggire, quelli che si trovavano più a ridosso delle rive; una fuga resa più drammatica dalla pioggia terribile, dai lampi e dal vento fortissimo, che piegava e spezzava gli alberi. In aiuto dei campeggiatori sono intervenuti carabinieri, polizia stradale e vigili del fuoco. Lo sgombero è cosi avvenuto senza danni per le persone e l'esodo dai campeggi è poi proseguito nelle ore successive. Perle trombe d'aria (almeno quattro in mezzo ad una bufera di vento caldissimo, quasi africano, che spingeva cumuli di nubi verso le valli ossolane) numerosi in tutta la sona gli alberi abbattuti e le case scoperchiate. A Cannobio una casetta appena ultimata è stata semidemolita per la caduta di un grosso abete; fortunatamente nessuna vittima. Interrotto a lungo il traffico sulla cantonale svizzera che dal posto'di confine di Piaggio Valmara (Cannobio) porta ad Ascona e Locamo. Ore drammatiche anche nel Locarnese, soprattutto nei centri minacciati dalla piena del Maggia e del Verzasca. Anche qui centinaia di campeggiatori hanno trovato scampo a fatica pressati dal rapido crescere delle acq ue dei fiumi e del lago. I morti sarebbero tre. Per dare un'idea della grande quantità d'acqua caduta nel giro di 24 ore, diciamo che da lunedi mattina alle 8 il Ticino che, scendendo dal Gottardo, scaricava in lago a Magadino (Canton Ticino) 321 metri cubi d'acqua il secondo, ieri mattina alla stessa ora, ne riversava 1035. Il Maggia che ne convogliava 323 era salito a 1015 al secondo. Il Toce da 250 metri cubi al secondo era salito a 1605 ieri mattina. All'idrometro di Golasecca. dove il Lago Maggiore defluisce nel Ticino meridionale, le acque che lunedì alle S erano a più 0,85 sopra lo zero idrometrico, segnavano ieri mattina più 2,14. Il consorzio idrico del Ticino, che regolamenta le acque del Lago Maggiore, annuncia clic tutte le dighe dello sbarramento di Golasecca (Miorina) sono totalmente rabbattute* (cioè aperte) già dalle ore 8 di martedì l'agosto. Purtroppo ancora ieri pomeriggio, pur con le dighe to¬ talmente aperte, il fiume Ticino riusciva a scaricare solo un quarto della grande massa d'acqua che a quell'ora entrava nel lago. a> c. Verbania. Campeggi allagati e il ponte sul Toce sommerso


    LaStampa 09/08/1978

  6. #46
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    Predefinito Re: Cronache Storiche Estate 1978

    L'Ossola tormentata: morti, danni, paura La situazione è drammatica, colpiti centri della Valle Anzasca e tutta la Val Vigezzo L'Ossola tormentata: morti, danni, paura DOMODOSSOLA — Un numero ancora imprecisato di morti (quelli accertati sarebbero dieci ma si parla di quindici, forse addirittura di più), una ventina di feriti, decine di case (persino un condominio) crollate, interi paesi allagati, comunicazioni stradali e ferroviarie sconvolte, ponti distrutti: questo il primo, tragico bilancio dello spaventoso nubifragio che per dodici ore consecutive ha flagellato l'Ossola. La zona più colpita è la Valle Vigezzo dove il Melezzo ha travolto gli argini, seminando morte, terrore e distruzione a Toceno, Santa Maria Maggiore, Druogno. «Un'allucinante distesa di fango, melma e detritù: cosi hanno descritto la valle i piloti dei primi elicotteri della Guardia di finanza che stamane sono riusciti a rompere l'isolamento che aveva stretto in una morsa di terrore gli abitanti e le migliaia di villeggianti che affollano in questi giorni i centri vigezzini. Agli equipaggi degli elicotteri che, nonostante il perdurare delle avversità meteorologiche, stamane sono riusciti a posarsi a Druogno (il primo centro vigezzino devastato dall'alluvione) si è presentato uno spettacolo agghiacciante: interi gruppi di case ridotti a un ammasso di macerie, la stazione ferroviaria della Vigezzina letteralmente sepolta sotto il fango, fasci di binari divelti. Prima di recuperare i corpi sepolti sotto le macerie, si è pensato a portare in salvo i feriti. Alcuni volontari della valle (per tutta la notte decine di valligiani si sono prodigati a prestare immediati soccorsi a chi ne aveva bisogno) li hanno portati, in qualche caso caricandoseli sulle spalle, fino a Druogno dove hanno potuto prendere posto sugli elicotteri. I primi feriti ricoverati all'ospedale di Domodossola sono Antonio Diasio, di Druogno, Giovanni Francini, di Druogno, Giuseppe Bernasconi, di Milano, Luciana Stefania, di Druogno, Evandro Re, di Milano, Walter Molini, di Masera e Guido Grazioli ,di Premia. Alcuni si sono procurati fratture fuggendo dalle case minacciate dalle furie delle acque, qualcuno ha dovuto addirittura rompere i vetri delle finestre per evitare di rimanere intrappolato ed è arrivato grondante di sangue alle mani e alla testa, altri sono stati colpiti da calcinacci o pietre. L'elenco dei feriti è destinato ad allungarsi perchè continuano ad arrivare dalle valli drammatiche richieste di soccorso. La statale della Valle Vigezzo è interrotta in una decina di punti: il Melezzo ha letteralmente inghiottito la strada per una cinquantina di metri di lunghezza subito dopo la curva di Masera, altre frane di notevole consistenza sono segnalate lungo l'arteria fino a Santa Maria Maggiore. La furia delle acque ha spazzato via quattro ponti della ferrovia «Vigezzina» (la linea che collega Domodossola a Locamo) che fin da ieri sera ha dovuto sospendere le sue corse: in valle si può arrivare solo in elicottero. All'ospedale di Domodossola abbiamo parlato con Walter Molini e Guido Grazioli, i due guardiani della centrale elettrica della Sisma in Valle Tsorno che è stata completamente sommersa dalle acque. Sono ricoverati al reparto traumatologia e i medici non hanno ancora sciolto la prognosi. Benché feriti gravemente, i due guardiani sono riusciti a mettersi in salvo prima che l'onda di piena travolgesse tutto. Walter Molini ha trascorso la notte all'addiaccio, disteso su un prato sotto la pioggia martellante: Grazioli ha invece trovato rifugio in una vecchia baita diroccata. -Non ce la facevamo più — hanno raccontato i due con un filo di voce — credevamo die fosse davvero finita. Quando alle prime luci dell'alba abbiamo visto volteggiare un elicottero sulle nostre teste abbiamo fatto ricorso alle poche forse che ci erano rimaste per segnalare la nostra presenza». Le prime avvisaglie della tragedia che stava per abbattersi sull'Ossola si sono avute poco dopo le 18, con l'interruzione della linea ferroviaria internazionale del Sempione p le prime frane che hanno ostruito la statale della Valle Vigezzo. Con il passare delle ore. la situazione si è aggravata: da Cosasca è arrivata la notizia che due famiglie erano rimaste sepolte nel crollo di una casa. Rischiando la vita, carabinieri, vigili'del fuoco, volontari del luogo, finanzieri del soccorso hanno tirato fuori dalle macerie i primi cadaveri e i corpi dei feriti. Da tutte le valli sono cominciati ad arrivare drammatici appelli, disperale richieste di aiuto. Tutte le forze dell'ordine hanno mobilitato gli uomini disponibili, altrettanto ha fatto la delegazione ossolana del soccorso alpino, le radio locali hanno diffuso appelli per reclutare volontari e soprattutto canotti per raggiungere i centri allagati. Si è messa in moto una gigantesca macchina di solidarietà, anche se le zone maggiormente colpite erano irragggiungibili e i soccorritori nano dovuto fermarsi di fronte alla barriera d'acqua e di fango che ha isolato per ore decine di centri. In questa tragica notte non si contano comunque i salvataggi di persone in difficoltà, gente che ha dovuto abbandonare l'au- ■ to in mezzo all'acqua e cercare scampo sugli alberi, famiglie intere bloccate nelle case completamente allagate. La gente dell'Ossola ha saputo reagire anche a questa nuova, spaventosa prova dopo le sofferenze dell'ultima alluvione che risale appena a pochi mesi fa. -La nostra volontà di reagire alle avversità non deve però essere scambiata per rassegnazione» ha detto il sindaco di uno dei centri colpiti, alla .riunione che si è svolta oggi in municipio, presenti il presi- dente della Regione Viglione, i deputati Tamini e Giordano, il senatore Del Ponte, cosniglieri regionali e molti amministratori della zona, per tracciare un primo quadro della situazione. L'Ossola è stata dichiarata zona disastrata e a Domodossola è stato installato un centro operativo con pieni poteri per gli interventi di prima necessità. Ma non si può sottacere che il dissesto idrogeologico dell'Ossola, che è alla base delle alluvioni ricorrenti, è ormai arrivato a un punto di non ritorno e che ogni pioggia eccezionale sembra destinata a trasformarsi nel giro di poche ore in una tragedia. Era stato facile profeta il sindaco di Anzola. (uno dei centri più colpiti dalle ricorrenti piene), Gianni Monti che solo pochi giorni fa aveva presagito un nuovo disastro e aveva rassegnato le sue dimissioni per protesta contro l'inerzia dei pubblici poteri nell'affrontare le conseguenze dell'alluvione precedente. Adriano Velli Toceno. Un gruppo di case sventrate dopo l'alluvione che ha colpito soprattutto le valli Vigezzo e Anzasca ( Foto Falciola) Montecrcstesc. Un ponte crollato sotto la furia del nubifragio che si è abbattuto sull'Ossola- Tre delle vittime: dall'alto Cinzia, Pietro e Agostino Manini. morti a Casasca di Trontano


    LaStampa 09/08/1978

  7. #47
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    Predefinito Re: Cronache Storiche Estate 1978

    Furia del vento, poi i campi spogliati Circa un miliardo di danni dopo la tromba d'aria ai Ronchi e Saluggia Furia del vento, poi i campi spogliati CIGLI A NO — A 4B ore di distanza, alla frazione Ronchi di Cigliano e nella confinante Saluggia, gli agricoltori tentano con la scorta dei primi dati di trarre un bilancio dei danni patiti dalla violentissima grandinata e dalla tromba d'aria di domenica sera. Pochi minuti di terrore e paura, poi il ritorno di un pallido sole; ma alle spalle un danno irreparabile e pesante per l'economia agricola della vasta zona. Duecentoventi giornate di terreno coltivate a fagioli e trecento a mais, nel territorio della frazione Ronchi di Cigliano in località «Cerrea» e «Strada.Saluggia» sono an date totalmente distrutte in un baleno. Le colture arboree sono sta te sradicate; le strade e 1 sentieri interpoderali sommersi dalle acque, i cascinali innondati con timori per gli animali nelle stalle, come è accaduto nell'azienda agricola di Otovanni Rigazio. E' il quadro allucinante della situazione alla frazione di Cigliano. Discorso analogo per le campagne di Saluggia devastate dalla furia del maltempo. Danni dunque rilevanti, almeno di un miliardo, nei due centri. «Questo è il lavoro di noi agricoltori» è stato amaramente commentato da Emiliano Giolito e da altri agricoltori. «Lavoriamo febbrilmente, non conosciamo soste, le preoccupazioni e le tensioni ci seguono un anno intero, speriamo di raccogliere i frutti di tante nostre fatiche, poi in un baleno tutto sfuma. Lavoriamo in perdita e talvolta, come è in questo caso —| ammettono gli agricoltori ci glianesi e saluggesi — non ci è dato nemmeno di ritentare una nuova semina di rincalzo al raccolto perduto: - «E'stato un vero disastro» — ha aggiunto Gioachino Pasteris, presidente della sezione coltivatori diretti della frazione Ronchi, amareggiato per la situazione e per la gravità dei danni patiti dagli altri agricoltori. Queste le considerazioni degli agricoltori dopo un disastro che non è ancora esattamente valutabile, anche se, come si è detto, un primo bilancio parla di almeno un mi¬ liardo di lire tra colture in avvicendamento distrutte. Gravi i danni subiti dalla popolazione di Saluggia colpita anche dalla violenta tromba d'aria che non ha risparmiato nulla, coinvolgendo almeno 11 40 per cento degli stabili. n. o. Dopo la grandinata i contadini sono scesi sui campi per valutare il disastro


    LaStampa 09/08/1978

  8. #48
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    Predefinito Re: Cronache Storiche Estate 1978

    Pauroso nubifragio su Biolloso e Valsesia Crollati numerosi ponti, tra cui quello di Candelo, i 40 abitanti di Voi di Cravigliana isolati Pauroso nubifragio su Biolloso e Valsesia BIELLA — Un nubifragio, con tuoni e fragorose scariche elettriche, si è abbattuto Valtira notte su una vastazona del Biellese, provocando notevoli danni A Vigliano il torrente Cervo in piena ha fatto crollare due dei tre piloni del ponte della strada, per Candelo, che era già pericolante da tempo. Il viadotto, lungo oltre sessanta metri, era stato chiuso al transito perché, per diverse circostame, il fondo del torrente si era abbassato e le basi dei piloni ne avevano risentito. Potevano passare sul ponte soltanto i pedoni; i veicoli dovevano, percorrere un lungo tragitto per recarsi da Vigliano a Candelo, o viceversa. Il disagio si estende ora ai pedoni Il rifacimento del ponte è di pertinenza dell'amministrazione della Provincia di Vercelli Ieri mattina l'ing.* Del Signóre, dell'ufficio tecnico, ha compiuto un sopralluogo per rendersi personalmente e direttamente conto della situazione. Si teme che il ripristino delle comunicazioni dirette fra Candelo e Vigliano richieda purtroppo tempi lunghi Dal canto loro i due comuni lianno inviato diversi telegrammi per segnalare alle autorità competenti l'avvenuto crollo, sollecitando il ripristino del ponte, necessario in particolare per i lavoratori che lavorano nel Biellese meridionale. Un altro ponte, a Cerrione, stavolta ha resistito alla piena, ma ha subito danni fortunatamente riparabili con facilità. Questo viadotto, che è provvisorio, scavalca l'Elvo, sorge in mezzo all'alveo del torrente ed è collegato con i due troncóni della strada di Vergnasco e di Zimone da massicciate di terra. L'altra notte la piena ha portato via, nei pressi del ponte, soltanto una parte della massicciata della strada di ■ Vergnasco. Per evitare rischi il transito è stato limitato alle auto. Gli autocarri (la strada in quel punto non avrebbe retto al loro peso) hanno dovuto compiere la solita'deviazione. L'inconveniente verrà fra non molto tempo definitivamente eliminato: è in costruzione un moderno ponte che resisterà a tutte le piene dell'Elvo. I vigili del fuoco hanno ricevuto numerose chiamate, soprattutto per sgomberare le strade interrotte da alberi sradicati dal forte vento o caduti per le frane. Per eliminare gli ostacoli sono state usate le motoseghe. A Crevacuore i vigili sono invece stati chiamati dai carabinieri della locale stazione per un incendio sviluppatosi probabilmente a causa di un fulmine, nella sede della società sportiva, accanto al campo di gioco. In diverse zone è mancata la luce e i telefoni hanno subito guasti BORGOSESIA — Sembrava di essere tornati indietro nel tempo alla disastrosa alluvione del novembre '68 quando Biellese e Valsesia furono devastati dalla tremenda esplosione delle forze naturali. Ieri dopo che Giove pluvio aveva calmato la sua ira, lo spettacolo che si è presentato agli occhi di abitanti villeggianti squadre di soccorso, volontari e semplici curiosi è stato desolante: ovunque strade sconnesse, coltivazioni distrutte, campings devastati alberi divelti come fuscelli, macchine rovesciate. Intorno, le mille facce spettrali e sconvolte di abitanti e turisti gli uni fieri e taciturni ma irati e amareggiati contro chi non ha «voluto» credere a nuove devastazioni dopo la piena dello scorso ottobre, gli altri atterriti e spaventati per le terribili ore vissute. « Ho visto il Sesia — narra Isa Bianchi in vacanza a Scopello in un appartamento poco distante il fiume — in pochi minuti ingrossarsi paurosamente e uscire dagli argini, scavare nello spiazzo sottostante il condominio dove abito, portare .via in un baleno il muretto di cinta, diverse auto posteggiate e una pala meccanica che è stata ritrovata qualche chilometro più a valle». ■Sono circo quindicimila le persone, tra residenti e turisti isolate in Alta Valle. Infatti la statale della Valsesia é interrótta al chilometro 43 tra gli abitati di Scopa e Scopello per una voragine lunga una cinquantina di metri apertasi per l'erosione da un lato delle acque del Sesia e dall'altro del torrente Ramello. Due caterpillar da ierimattina lavorano senza tregua per ripristinare la viabilità che si spera possa essere riattivate nella giornata odierna. Dall'Alta Valle giungono notizie ancora frammentarie per la mancanza dì comunicazioni telefoniche con i centri alpini. Il quadro che si delinea di ora in ora è sempre più preoccupante: una frana di 30 metri è caduta in località Miniera di Riva Valdóbbia. Dal ponte di Piode i valligiani hanno visto la furia delle acque. Devastati sono pure i due campeggi di Scopello e della Balangera, dove alcune rou-, lottes e parecchie tende sono state spazzate dal Sesia, che aveva rotto i pochi argini rimasti dopo la precedente inondazione dello scorso anno. Nella Bassa Valle la strada di «sponda destra» che unisce il centro di Varallo con Crevola è bloccata per l'adagiamento del pilone centrale del ponte sul Sesia.^ A Borgosesìa il rione A ranco è stato invaso dalla piena del fiume. Una fabbrica di tappeti la «Silt», è stata inondata in alcuni reparti e i danni superano i cinquecento milioni. Difficilmente l'attività lavorativa per i ceniocinque dipendenti -potrà riprendere prima di.ottobre. Anche la «passerella» sul Sesia, che congiunge Serravalle aGrignasco, è stata per motivi precauzionali chiusa al traffico. Fino ad ora non si lamentano, fortunatamente, vittime, anche se notizie poco attendibili parlano di due turisti francesi dispersi In serata notizie sempre più preoccupanti sono giunte dall'alta valle alla comunità montana di Varallo dove è stato installato un centro di raccolta dati sulla situazione alluvionale della Valsesia. Dagli ultimi elementi risulta che 40 abitanti della frazione Voi di Gravagliana sonó'completamente isolati per la caduta del ponte sul torrente Mastallone che congiungeva il piccolo centro con la provinciale della Vài Piccola. Anche i comuni di Fóbello, Rimetta, e Cervatto frequentati in questo periodo da un gran numero di villeggianti sono irraggiungibili per una frana di ingenti proporzioni caduta in località Baraccone. In Val Sermenza la furia delle acque ha provocato gravi lesioni a tre caseggiati a Fervente; unafrasionediRimasco. Gli inquilini a stento sono riusciti a mettersi in salvo abbandonando le costruzioni invase dalla piena del torrente. Anclie un albergo risulta gravemente lesionato. In Val Grande dove in serata la linea telefonica con Alagna non era stata riattivata, per l'impeto della corrente non è ancora stato possibile raggiungere quattro persone bloccate dall'altra sera in un isolotto in mezzo al Sesia nei pressi di Campertogno. E' stata inoltre segnalata un'interruzione che presenta un fronte di circa 200 metri (la carreggiata è invasa da circa 3500 metri cubi di terra e massi) tra il ponte di Quare e Campertogno. Sì prevede che gli abitanti di Alagna, Riva Valdóbbia e Moglia possano essere raggiunti non prima di un paio di giorni.


    LaStampa 09/08/1978

  9. #49
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    Molti paesi isolati, nessuna vittima Motti paesi isolati, nessuna vittima VaIsesia: danni per 10 miliardi BORGOSESIA — Dopo il violento nubifragio scatenatosi lunedì sera in Valsesia, si sta tracciando un primo bilancio dei danni che acqua, raffiche di vento e lo straripamento del Sesia e di numerosi torrenti hanno causato. Secondo una stima provvisoria, calcolata nel centro di raccolta-dati istituito dalla Comunità montana di Varallo, i danni superano i 10 miliardi di lire. Fortunatamente non si registrano vittime, ma in molti centri si è sfiorata la tragedia come a Fervento, dove tre famiglie sono riuscite a salvarsi poco prima che le acque inondassero le loro abitazioni. Si sono rivelate infondate le voci che davano per dispersi due turisti francesi alloggiati in un albergo di Campertogno. Fino ad oggi pomeriggio 15 mila persone tra abitanti e turisti, risultano ancora isolate in Alta Valsesia per una voragine apertasi lungo la statale che unisce gli abitati di Scopa e Scopello. Solo verso il tardo pomeriggio la viabilità potrà essere riattivata, ma in ogni caso gli abitanti di Alagna e Riva Valdobbia non potranno essere raggiunti prima di un paio di giorni, per una frana di grosse proporzioni (3500 me di sassi e terra) caduta nei pressi di Piode.


    StampaSera 09/08/1978

  10. #50
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    Predefinito Re: Cronache Storiche Estate 1978

    Sono saliti a 15 i morti, si cercano i dispersi Polemiche per mancati interventi di difesa In Val d'Ossola si lavora per ripristinare almeno i servizi essenziali Sono saliti a 15 i morti, si cercano i dispersi Polemiche per mancati interventi di difesa DOMODOSSOLA — Aumenta il numero delle vittime in Val d'Ossola: 15. I dispersi sarebbero non meno di venticinque. Un numero impressionante. E' bastato un turbine di pioggia e vento per mettere in ginocchio un'intera valle. Si è ripetuta la stessa tragedia dello scorso anno. Io spettacolo di morte e distruzione. Montagne di macerie, case che dovranno essere abbattute, ponti strappati dagli argini, strade cancellate. Sconvolta la geografia di interi paesi, molti villaggi sono ancora isolati. Cinquanta miliardi di danni solo nelle opere pubbliche, due mesi di lavoro per riaprire il traffico sulla statale della Val Vigezzo. Per l'arteria che sale a Macugnaga, basteranno pochi giorni, 11 tempo di gettare un ponte nella frazione Molini. Molte Industrie del fondovalle rischiano di fermarsi. La centrale elettrica della Valle Isorno non esiste più. Alimentava la «Sisma» di Villadossola, un'industria siderurgica in cui lavorano duemila persone. Altre due fabbriche di Pieve Vergonte hanno avuto la centrale elettrica danneggiata. Comunque si sta lavorando sodo. Entro oggi tutti i servizi essenziali (luce, acqua, telefoni) dovrebbero tornare alla normalità. Si sta riparando anche la ferrovia «Vigezzina» ed entro sabato dovrebbe riprendere a funzionare almeno fino a 01cesco; poi ci sarà un servizio di pullman. Il quadro di questo nuovo disastro si completa con la «ferma condanna» del dieci delegati del «Consorzio del fiume Toce» verso la Regione Piemonte per il ritardo dei lavori di pronto intervento programmati subito dopo l'alluvione che aveva sconvolto, lo scorso anno, l'intera valle. Mercoledì sera le vittime ufficiali erano dieci, ieri è stato trovato il corpo di un turista di Varese. Era accampato in un piccolo spiazzo ai piedi della collina di Gagnone. Un'ondata di fango ha portato via tutto. Con quest'uomo c'era un'altra persona di cui si ignora la sorte. Da Toceno è arrivata un'altra tragica notizia. Sono morte tre donne della stessa famiglia e una turista di Padova (di quest'ultima non è stato ancora trovato il corpo) tutte schiacciate nel crollo della casa. Squadre stanno perlustrando il letto del Melezzo da Masera fino all'affluenza del Toce. Nei pressi c'è un tunnel e sembra che martedì vi si siano rifugiate numerose vetture (20 o anche 25) per sfuggire al tornado. La galleria è diventata una trappola mortale: si è infilata una valanga d'acqua che ha spazzato via le automobili con il loro carico umano. C'è la drammatica testimonianza di una turista tedesca che in quella circostanza ha perso il marito. «Non so quante vetture erano ferme davanti alla nostra — ha detto —. Improvvisamente la "Volvo" si è sollevata spinta dall'acqua, si è capovolta e io mi sono trovata fuori. L'auto è stata trascinata lontano, dentro c'era mio marito». Il corpo dell'uomo è stato recuperato. Un'enorme voragine apertasi in Val Vigezzo dopo il furioso nubifragio (P. Goletti)

    LaStampa 10/08/1978

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