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  1. #61
    Burrasca L'avatar di Marco Tersigni
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    Speriamo grande Gian!!

  2. #62
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    http://www.meteogiornale.it/news/read.php?id=14849


    La spada di Damocle



    Damocle, era un cortigiano della corte di Dionisio I di Siracusa che riteneva il tiranno baciato dall'alea, poiché possessore di grande potere ed autorità. Il tiranno gli propose uno scambio di parti per poter far saggiare questa presunta fortuna ma, alla fine di un banchetto, Damocle si accorse di avere sopra la sua testa una spada sostenuta da un esile crine di cavallo.
    Dionisio, che l'aveva fatto sospendere in aria, gli spiegò che rappresentava tutte le difficoltà e le incertezze della vita di potere. Preoccupato per la sua incolumità, Dionisio perse il gusto per la vita di potere e chiese di poter rinunciare a questa che vita che riteneva così fortunata.
    Questo breve racconto leggendario, appartenente alla cultura greca classica, è una metafora per introdurre e spiegare in modo diverso i timori ed i dubbi sulla situazione evolutiva nel medio e lungo termine.
    L'Europa si appresta al cambio circolatorio generalizzato, grazie ad una espansione anticiclonica azzorriana che si eleverà verso nord e, al contempo, si formerà una sorta di blocking altopressorio ad est, dove verrà convogliata una buona dose di aria sub-tropicale fungente da spinta meridiana.
    Tra le due figure anticicloniche si insinuerà lo "splittamento" polare di estrazione artico-marittima.
    Arrivati a questo punto della descrizione sinottica iniziano le principali incertezze sul tipo di dinamismo barico poiché, nell'aggiornamento dei vari run modellistici, abbiamo assistito a ripetuti est-shift o west-shift.
    La mia opinione è che la temuta falla barica semi-permanente, a sud-ovest del Portogallo, continuerà ad influire negativamente sul tempo Mediterraneo e peninsulare (nello specifico); nella bipolazione anticiclonica, con spostamenti meridiani a nord-ovest e nord-est, avverrà un consequenziale ed inevitabile cedimento barico nel mezzo, ovvero proprio nei dintorni della penisola iberica.
    Codesta diminuzione pressoria fungerà da esca per la profonda ondulazione delle westerlies in seno ad una saccatura abbastanza fredda e precipitativa, specie per il nord-Italia e per i settori montani alpini ed appenninici.
    Nelle prossime ore vi potranno essere anche modificazioni parziali del quadro meteo-climatico che potranno favorire l'entrata di isoterme più fredde e una miglior distribuzione termico-precipitativa sulle nostre regioni. Nello svolgimento della manovra sinottica potrebbe svilupparsi una seconda situazione fredda, grazie ad un richiamo di aria latente e fredda da nord/nord-est ma, ad oggi, sembra molto più palese un mantenimento delle condizioni dinamico-cicloniche nella norma.
    La situazione è totalmente in fieri e perciò non mancheremo di aggiornarvi con nuovi resoconti previsionali. Ad oggi, dopo un primo affondo polare, non sembra seguire una staffilata fredda ma una persistenza di condizioni variabili, con temperature che rientreranno nella media.
    C'è comunque molto fermento per quella che potrebbe essere una seconda parte d'inverno "con i fiocchi".
    Ad majora.
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  3. #63
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    http://www.meteogiornale.it/news/read.php?id=14890

    Negli scorsi editoriali avevamo preannunciato la possibilità che quest'inverno potesse sbloccarsi nella sua seconda metà stagionale. Già durante il periodo autunnale, a causa di una complessa situazione teleconnettiva e dalla lettura di alcuni dati non favorevoli, sembrava possibile un inverno gestante in attesa di uno sblocco evolutivo che pareva potesse svilupparsi tra Gennaio e Febbraio.
    Per molti mesi abbiamo combattuto con diversi index in continuo fermento e sembra di difficile lettura, a tal punto da far quasi disperare per la loro complessità ed ermeticità nel connettersi tra di loro.
    Le SSTA hanno proposto, in sede pacifica, due situazioni molto differenti: una PDO inizialmente negativa in sede aleutinica ed episodio di Nino intenso nei vari settori dell'area ENSO.
    Al contempo in Atlantico abbiamo assistito ad un incremento termico tra Canada e Groenlandia, precisamente tra Labrador e Terranova; allo stesso modo v'è stato un graduale aumento delle termiche marine in area nord-africana.
    Le SSTA hanno influito negativamente sull'andamento della NAO, AO ed EAJ, tutte mediamente positive, creando una situazione di blocco con semi-permanente molto attiva ed intensa ed Hp azzorriano bloccato sul basso atlantico; aggiungiamo l'innalzamento della fascia ITCZ con invio di aria di matrice sub-tropicale e consequenziale promontorio caldo africano di blocco.
    In queste condizioni si è arrestato l'iniziale raffreddamento termico in Russia dove non vi sono state le possibilità di anticicloni termici, tra l'altro senza l'aiuto di una situazione alto-pressoria in Scandinavia, essendo lo SP (scandinavian pattern) bloccato dalla sinottica sopraccitata.
    Completiamo con una MJO abbastanza statica che ha inferto un duro colpo ai movimenti della Cella di Hadley, aumentando l'apporto di aria calda sul centro-sud Europa, ed una QBO che ha rallentato decisamente la sua fase di inversione da W ad E.
    In questo scenario l'Europa è stata dominata da correnti di westerlies molto intense che hanno bloccato la possibile ondulazione di onde rossbyane.
    Fortunatamente, negli ultimi 20/30 giorni, abbiamo assistito ad un cambio graduale di alcuni indici, specie la MJO, le SSTA in sede atlantica e le evoluzioni stratosferiche.
    Senza entrare troppo nello specifico del cambiamento, per altro espresso in altri editoriali, l'Europa sta vivendo lo sblocco evolutivo di una stagione sin'ora statica, con possibilità che il blocco atlantico possa mantenersi vigoroso.
    In questi giorni stiamo osservando una fase negativa di NAO ed AO con indebolimento del VP, grazie ad una azione stratosferica latente ma di grande importanza; non trascurabile è l'azione della MJO che continua la sua corsa, seppur con frequenza debole, mirando alla fase 8.
    In media stratosfera è iniziato qualche giorno fa un indebolimento che si è riversato nei piani bassi, producendo un rallentamento della semi-permanente ed un affievolimento delle westerlies, invitando l'azione di blocco dell'HP azzorriano e la consequenziale discesa fredda in seno ad onda profonda di Rossby.
    Nel breve sembra riproporsi una nuova fase di stasi per l'imposizione dell'anticiclone atlantico ma le ipotesi evolutive sono molteplici e diametralmente opposte.
    In stratosfera il vortice è rimasto abbastanza attivo ed il rilassamento temporaneo ha dato vita al collassamento in fieri; nei prossimi giorni riprenderà nuovamente vigore dando vita ad una leggera azione semi-zonale.
    Può succedere che, passata questa azione ciclonica, si ripiombi in una fase di staticità atmosferica ma, dall'analisi sinottica-teleconnettiva, sembra possibile che le azioni di blocco, specie in sede atlantica, possano erigersi sino alle alte latitudini, in seguito ad altri warmings in sede stratosferica, con azione wave-pattern 3/4, e conseguenti split polari.
    Inoltre, non è trascurabile la termicizzazione di alcune aree siberiane, in seguito a risalite alto-pressorie ed a movimenti della circolazione troposferica in wave-pattern a 3 (o 4).



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  4. #64
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  5. #65
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    Predefinito Re: Un contributo alla causa invernale ed al proseguo del mese.

    http://www.meteogiornale.it/news/read.php?id=14916

    Abbiamo assistito, sino a poche ore fa, ad una manovra evolutiva depressionaria che ha riportato freddo e neve sulla nostra Penisola, dopo una latitanza preoccupante ed anomala.
    Lo sguardo del previsore non si è fermato al now-casting, per altro importante, ma è andato subitaneamente ad osservare i mutamenti sinottici e teleconnettivi che questa ciclogenesi mediterranea avrebbe potuto suggerire.
    La saccatura fredda ha sottolineato un vistoso calo dell'attività polare corrisposto ad una fase NAO ed AO in forte negativizzazione, con una pulsione EAJ grandemente migliorata.
    Tutto ciò ha destato interesse e molta curiosità nel monitorare le teleconnessioni in funzione dei cambiamenti sinottici futuri.
    I maggiori centri di calcolo hanno iniziato da qualche giorno a formulare le proprie ipotesi, mostrate
    attraverso mappe che, talvolta disegnano scenari apocalittici, talvolta ondulazioni semi-zonali e scarsa meridianità.
    Nella più completa normalità dei calcoli matematici, tra le varie emissioni, accade spesso che vengano ritrattati gli impianti barici europei-mondiali ma, in quest'ultimo periodo, seppur con altalenanti ispirazioni, sembrano proporre uno scenario tipicamente invernale.
    I maggiori segnali di un cambiamento energico e votato al freddo sono forniti dall'analisi stratosferica. Nei tempi addietro abbiamo assistito a continui warmings in area aleutinica; quest'ultima ha dato origine ad una situazione di blocco notevole ed a conseguenze troposferiche riscontrabili nell'ultima seria irruzione americana ed anche in questa prima depressione europea.
    Purtroppo, la situazione nelle Aleutine, seppur accompagnata da un Canadian warming, non ha potuto rappresentare motivi di grande interesse in area italica poiché gli index teleconnettivi non hanno collaborato: NAOdeb+, AO+, QBO+, EAJ+, ITCZ forte, fattore Cella di Hadley discriminante, MJO in fase non proficua, assenza di azioni di blocco.
    Nei precedenti venti giorni gli index sopraccitati, almeno in maggioranza, hanno iniziato ad oscillare, ad evolvere, mostrando vitalità e convinzione e, a questo quadro d'insieme, aggiungiamo una interessante situazione stratosferica che sembra migliorare giorno dopo giorno.
    Nell'incursione polare appena trascorsa abbiamo valutato i movimenti stratosferici e gli effetti sulla troposfera; il VPS ha subito un decremento delle velocità zonali, subendo lievi riscaldamenti, e con un Ep-flux stratosferico ad azione convergente, unito ad Ep-flux troposferico in intensificazione con una previsione di sfondamento in area stratosferica, con flusso di calore anch'esso previsto in incremento. Gli effetti più visibili nelle mappe sinottiche sono stati l'indebolimento del Vp nella sua sede d'origine, con spostamento verso nord/nord-est, l'azione meridiana azzorriana e di riflesso, una miglior condizione dell' east atlantic jet in connubio ad una artic oscillation, entrambi in fase di negativizzazione.
    Questa previsione stratosferica ha avuto conferme nella profonda onda rossbyana avvenuta ed ha lasciato spazio ad ampi ed enigmatici punti interrogativi per il futuro della stagioni in fieri.
    Al momento stiamo osservando una debole azione anticiclonica che rafforzerà gradualmente il campo pressorio, favorendo le escursioni termiche ed un riscontro climatico in media, ma il vero quesito è carpire i progetti che l'andamento stratosferico sembra poter avere in cantiere.
    [b]Situazione polare/stratosferica attuale[b/]
    Il vortice polare si trova nel classico 3-wave pattern, con posizionamento intenso in area scandinavo-russa, in area canadese orientale e nel Pacifico settentrionale.
    Potrebbe accadere, in seguito al forte warming in atto, che vi sia una traslazione, uno shift di un intera parte di core del Vp in sede mediterranea, grazie ad una azione di blocco evidenziata dall'index AO in probabile forte negativizzazione.
    Potrebbe anche accadere che vi sia una bilocazione del Vp con un forte inserimento dinamico e consequenziale slittamento polare che, essendo(sembra) localizzabile in area scandinavo-russa, invierebbe aria continentale molto fredda sulla nostra Penisola, con azioni di richiamo umide da sud-ovest.
    Purtroppo non siamo sicuri di nulla e non siamo confortati da una Qbo che, se fosse già in fase negativa, avrebbe senz'altro favorito l'azione longitudinale con easterlies accentuate.
    Stiamo monitorando una situazione che potrebbe essere molto fredda e dalle proporzioni notevoli ma, come spesso accade, la linea che divide una normale configurazione da uno scenario cruento è spesso sottile.
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  6. #66
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    Predefinito Re: Un contributo alla causa invernale ed al proseguo del mese.

    Mi preme aggiungere che stiamo soltanto analizzando una situazione fruttuosa
    ed importante in potenza,non di sicuro sviluppo.
    Specie quando si tratta il fenomeno strat-warming è bene tener presente
    che esso si manifesta attraverso l'incognita dello splittamento che,nel momento della bipolazione,interessa alcune zone e pone sotto regime anticiclonico altre.
    La sottile linea rossa.
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  7. #67
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    Predefinito Re: Un contributo alla causa invernale ed al prosieguo del mese.

    http://www.meteogiornale.it/news/read.php?id=14941


    Nel precedente articolo ci eravamo lasciati con un quadro d'insieme che racchiudeva i vari mutamenti teleconnettivi, in particolare lo stato d'allerta della stratosfera.
    Il core del vortice polare è attualmente in wave-pattern 3, ovvero bilocato in 3 "quartieri", ognuno dei quali attivo e pulsante. Nei giorni scorsi abbiamo assistito ad una entrata alto-pressoria dinamica che, in concomitanza con ripetuti warmings, ha suggerito l'ipotesi di un interessante risvolto sinottico in area americana e non solo.
    Il riscaldamento stratosferico è stato ravvisato anche da un Ep-Flux convergente con flusso di calore che riesce a sfondare in stratosfera però, purtroppo, non si tratta di una situazione stabile poiché l'alimentazione di estrazione troposferica non riesce a perdurare, con un ritorno agli strati più bassi in movimento divergente. In America, grazie al blocco dell'Hp dinamico ed ad un maggior effetto del warming canadese, sarà possibile la meridianizzazione di una buona parte del Vp mentre, in sede europea, la mancata alimentazione e una complessa ed inefficace sinottica sembrano non rendere attuabile uno split dell'intero nucleo freddo.
    Gli indici NAO ed AO, entrambi in fase negativa, hanno quindi errato in chiave europea?
    A mio avviso non credo che ci sia stato un errore ma una difficile chiave di lettura.
    L'artic oscillation si basa sull'oscillazione dei valori pressori tra vortice polare (alte latitudini) e la pressione su medio atlantico e medio pacifico, fornendo un dato sull'emisfero boreale, ed è decisamente influenzata dal VPS.
    La North atlantic oscillation è il ramo atlantico di questo grande sistema che è l'AO.
    Se abbiamo notato l'AO era prevista in forte negativizzazione mentre la NAO in debole flessione. Ciò può voler dire che la situazione atlantica/europea non fosse poi così atta ad accogliere uno slittamento parziale, o totale, in seno ad un'onda rossbyana profonda, per altro non favorita (l'azione rossbyana) da permanenti correnti di westerlies intense ed una mancato sostegno in fase di easterlies della Qbo, oltre che, in ultimo, una complessa dinamica evolutiva della MJO.
    Ad oggi ci apprestiamo ad osservare una fase di stasi, con una situazione fresca nel fine settimana per lo scivolamento, sul bordo orientale dell'Hp, di una goccia fredda. In seguito, a causa di una rinnovata attività polare, sembra poter tornare una oscillazione atlantica ma, vista la complessità evolutiva, è bene non entrare troppo nel particolare.
    Inverno quindi finito?


    La stagione è certamente compromessa poiché 15/20 giorni precipitativi o freddi non potranno restituire un Autunno indolore ed un bimestre invernale silenzioso e statico ma, crediamo ancora nella possibilità che una evoluzione fredda e duratura possa colpire la nostra Penisola ed il Mediterraneo in generale, poiché gli elementi barici sono presenti.
    E' bene però non fare paragoni con il 1956 o altri anni storici che, se osservate le mappe storiche degli archivi, presentavano, mediamente, un blocco atlantico duraturo o un sistema di alte pressioni dinamiche in zona polare con termicizzazione in area russa.


    Attendiamo con una fiducia moderata e con saggia consapevolezza.
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  8. #68
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    Predefinito Re: Un contributo alla causa invernale ed al prosieguo del mese.

    http://www.meteogiornale.it/news/read.php?id=14973

    Negli ultimi mesi non abbiamo avuto nessuno scampolo di vero autunno, eccezion fatta per le piogge settembrine e, al contempo, l'Inverno si è manifestato tramite una breve ondata fredda e precipitativa di fine Gennaio.
    Lo studio degli index teleconnettivi ci ha accompagnato in questa stagione attraverso indagini sempre più complesse ed ermetiche; purtroppo tutt'ora non è chiara la situazione ma, aihmè, la tendenza è orientata verso un proseguo del mese abbastanza anonimo in termini di freddo e neve alle basse quote.
    Attualmente è in atto un vigoroso warming in sede europea con un riscaldamento alla quota di 10hPa di 40°C ed una propagazione di +35°C a 30hPa. L'attività del VPS è in consequenziale rallentamento in media/alta stratosfera ed in bassa stratosfera, con insediamenti anticiclonici che favoriscono la perdità di velocità e successivi slittamenti.
    Purtroppo questa fenomeno non è accompagnato da altri fattori in buona teleconnessione e si ravvisa una successiva ripresa del comparto canadese, con probabile rinforzo della semi-permanente islandese. La Nao dovrebbe perciò restare quanto meno debolmente positiva e con essa l'east atlantic jet, probabilmente in passaggio da EAJ++ ad EAJ+/neutra.
    L'AO, vista la forte attività del VPS e del vortice polare stratosferico potrebbe permanere in condizioni di negatività, con la possibilità di delineare, insieme con gli altri fattori, un quadro europeo con diversi indirizzi sinottici:
    -AO(-) che insieme ad una NAO deb+ instaura una condizione di tipo autunnale,con discrete risalite anticicloniche ed oscilazzioni atlantiche in seno al Mediterraneo.
    -Formazione di un pattern scandinavo-russo con ipotizzabile convogliamento di aria artica con contributo continentale, richiamata da una eventuale goccia fredda.
    -Semipermanente attiva con Vp canadese che irrompe nel comparto atlantico europeo; Hp forte alle medie latitudini ed accenno di semi-zonalità.
    Queste configurazioni potranno anche evolvere ognuna in un suo spazio temporale poiché, dopo questa settimana ciclonica sembrano proporsi scenari orientati verso un'alternanza di promontori anticiclonici e saccature polari.
    Quello che più sembra probabile è che, grazie all'oscillazione artica negativa, possano confluire maggiori precipitazioni in un contesto mite, in attesa che un ruggito freddo raggiunga la nostra Penisola.
    Non bisogna trascurare il raffreddamneto delle zone orientali euro-asiatiche ma, per ora, soffermiamoci sull'andamento barico del Vecchio Continente.
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  9. #69
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    Predefinito Re: Un contributo alla causa invernale ed al prosieguo del mese.

    http://www.meteogiornale.it/news/read.php?id=14985


    Settembre 2006 è passato nel ricordo delle piogge, anche intense, basti pensare che qui nel Lazio (Frosinone) abbiamo registrato 202mm a fronte di una media di poco superiore i 90mm.
    Un cambio stagionale così invasivo ha lasciato ben sperare per il proseguo del semestre che, purtroppo, si è rivelato parsimonioso per quanto concerne gli apporti pluviometrici e le avvezioni di aria fredda.
    In questa settimana, dopo una lunga attesa cominciata mesi addietro, assistiamo ad un impianto barico degno di nota, portatore di perturbazioni e di neve sulle Alpi e sugli Appennini.
    Manca il freddo al suolo e la classica avvezione di aria continentale che fa precipitare i termometri ma, al contempo, possiamo consolarci con una sinottica di stampo atlantico, senz'altro positiva per le falde acquifere e per altro improvvisamente redditizia dinanzi al sempre presente spettro sub-tropicale.
    L'index AO, risultato quasi sempre positivo in questi mesi, è gradualmente passato in fase negativa grazie alla perseverante azione del VPS (vortice polare stratosferico) ed una incalzante attività altopressoria alle medie latitudini. In contemporanea, grazie agli "splittamenti" promossi dall'indebolimento temporaneo del VP, si è abbassato anche l'index NAO e con esso anche l'EAJ, favorendo una maggiore ondulazione rossbyana, una novità sinottica in campo europeo.
    In seguito, come abbiamo già descritto negli scorsi editoriali, le basi per una meridianizzazione decisa di una parte di core del VP non erano ben salde e perciò si è tornati ad una temporanea stasi meteorologica.
    L'Artic Oscillation (AO), grazie ai continui warmings europei e canadesi, è rimasta pressoché invariata mentre il suo ramo atlantico (NAO) è risalito verso una condizione di debole positività, tendente alla neutralità.
    In sede polare, ed alle alte latitudini, grazie ad una recente attività meridiana ed ad una posizione in wave pattern 3, si sono potute insediare alcune celle anticicloniche che, tramite l'alimentazione pacifica ed atlantica, continuano a prosperare oltre il 60° parallelo.
    Questa condizione teleconnettiva ha portato ad avere una NAO deb.+ in relazione con una bassa pressione semipermanente d'Islanda abbastanza attiva e coadiuvata da spinte meridiane del vortice canadese, mentre le celle altopressorie permangono alle alte latitudini e il warming europeo produce gran freddo tra Scandinavia e Eurasia.
    In tale condizione si comprende come una NAO, seppur positiva, possa indurre ad una situazione proficua nel breve termine e, come vedremo, anche nel lungo termine.
    L'analisi sopraccitata raffigura l'attuale flusso semi-zonale con costante invio di aria fresco-umida da W-S-W ed apporto libecciale da S-S-W; a nord il bacino freddo alimenta le steppe europee mentre l'anticiclone è presente sulla Groenlandia ed in altre zone delle alte latitudini.
    In questo contesto sinottico di stampo atlantico, prettamente tardo-autunnale, può nascere ed evolvere una climatica invernale, con probabile azione di richiamo di aria fredda da N-N-E, grazie ai vari contributi anticiclonici alle alte latitudini ed al passaggio della NAO in fase fredda.
    L'inverno è compromesso ma non mi stupirei se venissero promosse delle condizioni atmosferiche invernali tra la fine di Febbraio ed Aprile.
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  10. #70
    inexstremis
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    Predefinito Re: Un contributo alla causa invernale ed al prosieguo del mese.

    Gianluca, ma che cos'è sto Solar flux, che tanti incolpano , insiemea QBO ++, come uno dei responsabili di questo mancato inverno? Dopo la spiegazione, se gentilmente me la offri, mi dai anche un link ove vederlo?

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