Solo a titolo di esempio, la zona del massiccio del Matese, localizzato al confine tra la Campania ed il Molise, riceve circa 250 - 300 cm di neve fresca annui a quote comprese tra i 1400 ed i 1500 metri. Sono ipotizzabili quantitativi di 300 - 350 cm alle alte quote del Miletto sui 1700 - 1800 metri. Orbene, la carta della nevosità del 21-60 indica in quell'area una modesta isonifea (linea che unisce punti di uguale nevosità) di 200 cm annui......???!!!! MA DI CHE STIAMO PARLANDO???
Ma nell'altra discussione dici il contrario a momenti
Alpi Italiane: medie nivometriche e durata del manto nevoso
Bisognerebbe fare una piccola indagine: probabilmente nel trentennio considerato nella carta, in inverno erano più frequenti correnti fredde e secche orientali, e meno frequenti correnti umide e miti di libeccio o scirocco, veicolate da perturbazioni atlantiche. Il che si sposerebbe bene con le medie termiche, inferiori a quelle degli ultimi 4-5 decenni (diciamo dai '70 in poi), o con gli accumuli nevosi "minori" tra Sud Piemonte ed Ovest Emilia ecc. Può tornare come spiegazione?
Perché dico il contrario? Dico solo cose diverse.
Dai dati della carta 21-60 si evincono dati sottostimati circa i quantitativi sulle Alpi e dati elevati per gli Appennini centrali esposti ad est (forse per maggiori scambi meridiani).
Ora dico una una cosa diversa: che la carta 21 - 60 fa emergere forti perplessità, ad esempio, per tante zone peninsulari italiane in cui l'innevamento è fortemente sottostimato (l'esempio della zona del Matese ne è emblematico).
Esiste certamente la variabilità climatica. Ma comunque le tue zone non sono messe in discussione. E' messa in discussione la "sottostima" delle altre zone montane meridionali e insulari. Guarda, so bene che l'innevamento della zona Maiella-Gran Sasso-Laga ecc è il più elevato della catena appenninica ed anche i dati recenti lo evidenziano benissimo (così come la carta della nevosità 21-60), ma certamente i dati recenti mostrano un innevamento molto maggiore per tanti monti del centro-sud rispetto a quelli della carta 21-60 (non si raggiungono i valori della Maiella, per intenderci, ma l'innevamento è molto superiore a quello delle isonifee della vecchia carta). Mi riferisco alla Sila, all'Aspromonte, al Matese, ai Picentini, alla Meta, agli Ernici, ai Simbruini ecc.). Tutto qui.
La variabilità climatica esiste ma gli errori e le approssimazioni di quella carta secondo me sono evidenti.
Ah ok.
Allora, per Passo Lanciano il dato 1979 - 2004 l'ho preso da uno studio sulla rivista AINEVA. Il dato 2004 - 2017 è invece il dato desunto dai rilievi pubblicati online dal servizio meteomont (dati che continuo ad aggiornare ogni anno). Non mi stupisco della differenza perché dipende da dove era posizionato il campo di rilevamento. Piccole differenze di pendio possono dare variazioni anche notevoli. L'unica possibilità che abbiamo è quella di andare avanti anno per anno osservando sempre lo stesso luogo (cosa che sto facendo) ed aumentare il più possibile l'arco temporale (sperando di campare ancora molto....).
C'è da dire, comunque, che un'altra ipotesi è che negli anni '80 - 2000 nevicasse molto meno di oggi sull'Appennino in quanto gli inverni erano forse più freddi e più secchi. Una tendenza all'aumento delle precipitazioni nevose in Italia peninsulare, con maggiore concentrazione dei fenomeni e minor durata della neve al suolo e maggiore instabilità del manto (aumento di slavine e valanghe) è documentata.
Al di là di queste interpretazioni/dubbi cui non riusciremo mai a dare una risposta precisa, comunque, la carta della nevosità 21-60 mi sembra davvero dipingere un contesto nevoso assai atipico e poco credibile.
Ultima modifica di Ghiacciovi; 09/11/2017 alle 14:57
Nonostante alcuni inverni molto nevosi esem; 1929 , 1942 , 1956 , a livello Nazionale i dati nevosita' media annua relativi al periodo 1921/1960 evidenziano una diminuzione ,
rispetto al precedente periodo molto nevoso dal '79/1880 al 1920 .
Robertino, sembrerebbe allora emergere una naturale variabilità climatica anche solo analizzando la variabile "neve fresca annuale". Molto probabile che possano alternarsi cicliche fasi di nevosità accentuata con altre più secche.
potrebbe essere una naturale variabilita' climatica , sembra che periodi mediamente piu nevosi correlati a fasi AMO negativa , esempio il periodo molto nevoso tra il '79/1880 e 1920 ,
meno nevoso rispetto al precedente trend il periodo 1921/1960 durante AMO positiva.
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