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  1. #1
    Brezza tesa
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    Predefinito 5 febbraio 2003: i miei ricordi di neve

    5 febbraio 2003.
    Torno dall'università, il freddo che ti penetra nelle ossa, l'odore della pioggia che ti entra nell'anima. Il cielo coperto è ora grigio ora bianchissimo. Le strade sono lucide. Alla pioggia si mescola qualche chicco di gragnola, che si spappola sui vetri delle auto, stanco dopo una lunga corsa verso il basso. Sgranocchio una chewing-gum come fosse un panino, e attraverso la strada incurante dei clacson delle auto che rumoreggiano indisturbate, con la fretta di tornare a casa. Mando un messaggio a Jenny, ci siamo lasciati a Novembre ma di fatto non ci siamo mai lasciati. "Che fai"? Non risponde, e riprendo pensoso il mio cammino.
    Entro in casa, e mentre la chiave apre la porta ripenso all'atmosfera che si respira. Mi sembra di essere nel '99, prima della nevicata.
    Il meteo prevede neve a quote basse, a Messina non dovrebbe arrivar nulla.

    -------------------------------------
    Un'ora e mezza dopo il pranzo inizio a sentire un rumore sulla tettoia del giardino. Tic-tac, tic-tac, poi smette, poi di nuovo tic-tac. Apro la finestra della mia stanza: fa più freddo, ma niente di niente. La solita puzza di smog che si mescola all'odore della pioggia, lo stesso cielo grigio, gli stessi clacson, un'altra chewing-gum masticata nervosamente in attesa di chissà che. Non riesco a studiare, e tocco la superficie ruvida del libro sforzandomi di interessarmi a ciò che dice.
    Ma ad un tratto il rumore sulla tettoia si fa più forte, diventando poi ovattato. Guardo fuori; è neve. Neve tonda, s'intende, ma per un messinese è già una favola. Ripenso al '99, quando abitavo davanti al mare e la neve cadeva soffice, svolazzante, leggera sulla spiaggia e i tetti si imbiancavano. Non è cosi', adesso, ma la gioia è uguale. Salgo al piano di sopra: i tetti cominciano a imbiancarsi velocemente. Un tuono sordo, cupo, annuncia un'intensificazione di questo spettacolo.
    Sembra neve "vera", anche se sento che in strada i bambini si affacciano e la chiamano grandine...non è esatto, ma sono più smaliziati di me che provo la stessa gioia di quando fiocca.
    In questo momento non mi interessa se si chiami neve tonda, graupel o gragnola. S'imbianca tutto. Esco e percorro un tratto di strada, ma rischio di scivolare tra questi chicchi che non si spappolano più ma rimangono a terra. Per me, povero messinese abituato a poche soddisfazioni, questo evento è secondo solo a quello del '99.
    Passando da Cristo Re, un punto panoramico di rara bellezza, si vedono le virghe che avviluppano Dinnammare, quasi a proteggerlo. Continua a "nevicare", questa strana neve che mi sta facendo sognare.

    Le auto scavano un solco sullo strato accumulatosi, e continua, tenace, il fenomeno. Dopo un'ora e mezza, proprio come nel '99, tutto finisce.
    Il cielo si apre, e ci consegna lo spettacolo di Dinnammare bianco.

    Jenny si fa viva, e mi comunica bufera in corso a Mirto.
    Le guglie del Campanile, appuntite e quasi infastidite da quello che succede, sono le prime a disfarsi del biancore che avvolge tutta la città.
    Torno a casa, con il cappello e il cappotto bianchi; e il bianco, a sorpresa, rimarrà in strada, a chiazze, fino a sera. "chissà come mi riderebbe dietro uno di Campobasso", penso. "Accontentarsi di questo non è pura follia?" E invece no. Per una città mai scesa sottozero tranne in casi rarissimi, per una città di mare, su un'Isola nel Mediterraneo, è qualcosa di magico.
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    La mattina el 6, Messina vede sprazzi di sereno. Dinnammare, la nostra montagna di 1100 metri, dalla cui cima si vedono le Isole Eolie, l'Etna e la Calabria fino al cosentino, la nostra montagna non sempre fortunata per la neve perchè su un pizzo ventilato e circondata da due mari, lo Jonio e il Tirreno che la circondano, la accerchiano, la braccano quando prova a imbiancarsi un pò, eccola lì imbiancarsi quasi tutta, con la sua cima rotonda che un pò fa tenerezza, a voler significare che sì, qualche volta riesce a imbiancarsi ancora bene, malgrado il vento, il mare e l'ultimo ventennio di stenti. Mi sembra come un tizio magro, smunto, dal viso provato dalla fame che aveva avuto sempre la sua razione, poi non più e ora eccolo tornato a mangiare fino a ingozzarsi. E' la nostra montagna, e a noi messinesi piace in qualsiasi modo, ma così è superba.
    Torno a Cristo Re. La città è spazzata da un forte vento, mentre appoggio le mani fredde sui capelli, per non scompigliarli. Il cielo è ora azzurro, ora minaccioso e grigio. L'Aspromonte è bianco, è come se una distesa di panna l'avesse ricoperto. Il suono del vento si fa melodia oggi, e il suo fruscio entra in qualsiasi fessura. Il freddo, accentuato dalla ventilazione, è raro alla nostra latitudine, ma c'è. Entro in un bar, ordino il solito caffè.
    Il suo sapore mi fa compagnia, ma l'odore della pioggia non c'è più, così profondo e intimo. Mi va bene anche così.
    Un nuovo giorno nasce nel cielo di Messina.
    Ultima modifica di Khaled; 17/02/2007 alle 22:48

  2. #2
    Vento moderato L'avatar di schnee91
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    Predefinito Re: 5 febbraio 2003: i miei ricordi di neve

    Racconto che trasmette la bellezza e le emozioni che trasmettono quei posti. Nino, dovresti fare ogni giorno un racconto

  3. #3
    Brezza tesa
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    Predefinito Re: 5 febbraio 2003: i miei ricordi di neve


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