Agosto 2006.
E' mattina. La luce fioca dell'alba penetra dalle fessure della finestra. Mi alzo, lentamente. Apro la finestra, assonnato. La giornata è bella, ma velata da qualche nuvola. Il maestrale soffia debole, mentre l'alba ha già preso il sopravvento.
Scendo al piano di sotto, e l'odore del mio amato caffè inonda, col suo profumo, tutta la casa. Ne bevo un pò, e lo sorseggio lentamente, perchè so che questa è una giornata da vivere. Salgo in terrazza, per vedere com'è il tempo. Le Eolie accolgono il mio arrivo. Da qui si domina Mirto, la valle, i monti, le Isole che in queste giornate sembrano così vicine.



-----------------------
Saluto mia madre, ed esco. L'aria fresca è piacevole, il sole non ancora alto all'orizzonte. Ho appuntamento coi miei amici bresciani, che vengono in vacanza qui, in piazza. Con in bocca il sapore del caffè, tiro fuori dal marsupio una sigaretta, e la accendo.
Scendendo in paese sento l'odore del cibo che le signore anziane preparano già da adesso. Guardo il cielo, a tratti grigio. Le nuvole si appollaiano sui monti, soffici. Le luci iniziano a essere quelle del mattino, più intense di prima eppure ancora piuttosto deboli.Gli uccellini eseguono ritmicamente il loro canto, quasi avessero uno spartito davanti, all'unisono. Si appoggiano sulle palme, e guardano dall'alto i passanti. Questa sigaretta, dopo il caffè, ci voleva proprio. Cerco il cellulare, ma non lo trovo. Eccolo, ma mentre provo a chiamarli mi vibra nelle mani. Mi chiamano prima loro. Si dice che al Nord siano freddi, sarà anche vero ma con questi ragazzi-come con quelli di Lodi-mi sto trovando bene, o "strabene"come dicono loro. Ritardano un pò.
Vado nel belvedere dietro la piazza. Mi appoggio sul muretto, pietroso e già caldo. Arrivano con la loro panda mezza scassata.
"Ciao vecio, saliamo sui Nebrodi allora? Questa giornata è bella fès!!!": Provo a decifrare: questa giornata è molto bella. Mai si sarebbero aspettati di venire in vacanza in Sicilia e vedere anche qui le montagne, avere fresco sulla pelle. Ma non siamo nella Sicilia di Montalbano, nè in quella di Sciascia.
------------------------------------------------

L'auto si lascia alle spalle Mirto. Ci inerpichiamo sui Nebrodi, e arriviamo in un batter d'occhio a Longi. Ho ancora in mente le immagini di Longi innevata mandatemi da un amico: non era molta la neve, ma avrei voluto esserci, non ho mai avuto la fortuna di venir qui nei momenti giusti.


-------------------------------------------------
L'auto sale, sale. Gli ulivi, le palme qui sono sostituiti dagli abeti, che si fanno via via più fitti. Il verde si confonde col marrone delle Rocche del Crasto, imponenti, maestose, incombenti sull'abitato di Longi che ci lasciamo alle spalle. Abbasso il finestrino: l'aria è frizzante, e il vento si fa più forte. L'odore dei boschi entra dentro l'abitacolo, e riempie i polmoni.
Il cuoio liscio del sedile è mezzo strappato, ma questa macchinina mi piace ugualmente. Scendiamo a Portella Gazzana, e bevo un altro caffè, meno buono del precedente. C'è silenzio, di tanto in tanto il belare di qualche capretta ci riporta a un'atmosfera agreste, bucolica, che a Mirto non posso assaporare perchè troppo vicino al mare.
"Guarda Nino!Sembran le Prealpi!", dice uno di loro. Rido della loro ingenuità: avevano pensato di stare nel deserto e invece si trovano tra monti scoscesi, cascate, rupi e freddo sferzante.
Scherziamo, faccio un pò di imitazioni, suono un pò e si canta tutti assieme. Nel primo pomeriggio vogliamo essere a mare, vicinissimo a qui, quindi decidiamo di tornre. Ecco di nuovo, al ritorno, Longi nella sua veste estiva, sempre bello, coi suoi campanili normanni a svettare.

Torniamo a Mirto. Come diceva Oscar Wilde, "right or wrong my country": nel bene e nel male questo è il mio paese. Ti può far star male l'atteggiamento di qualcuno, la mentalità, ma sempre lì torno.
Alle origini.