A mio avviso no in quanto creeresti solo maggiore discontinuità nella corrente a getto che fungerebbe come una corrente...alternata ovvero a strappi a causa dell'aumento dei moti turbolenti.
Avresti scambi solo più rapidi tra tropo e stratosfera senza creare un continuum circolatorio.
La corrente a getto si genera in alta troposfera laddove massimo è il gradiente tra le Celle (polare/ferrel, Ferrel/hadley).
Incrementeresti solo il gradiente verticale senza dare stabilità a quello orizzontale.
Matteo
le westerlies sono venti che soffiano tra le latitudini di 35° e 60°, tu qui sopra stai descrivendo i venti occidentali come se avessero una quota ben precisa ed in questa ottica sono d'accordo, ma non è proprio la definizione di vento occidentale.
La quota della corrente a getto sembra maggiormente estesa, visto che le velocità della stessa aumentano per via dell'aumento di gradiente verticale.
io ad oggi vedo una robusta perdita di tonicità e di continuità nel getto polare solo che rispetto ad inizio primo decennio del XXI sec.
Questo se parliamo in generale di correnti occidentali di alta quota a livello emisferico:
winter.png
e vorrei dirti che questo va a correlarsi piuttosto bene con una generale diminuzione di scambi meridiani (guarda i meridional winds atlantici ) (R.waves):
mw..png
Sicuramente questi rilievi sono in parte anche influenzati dai pattern normali di variabilità tuttavia non mi sento di dire che un eccesso di calore a livello artico e subartico possa creare i presupposti per una corrente tesa e coesa bensì proprio il contrario ovvero estremizzazioni di scambi verticali localizzati dovuti all'incremento del gradiente verticale che poi è quello cui ti riferivi tu prima.
Vorrei farti notare come questo avvenga in maniera evidente in inverno laddove questo gradino verticale sia più evidente ovvero in prossimità dell'artico russo e siberiano (area del M. di Kara).
Va da sé che se il gradiente verticale si estremizza, la troposfera tenda ad esaltare maggiormente i moti turbolenti piuttosto che quelli orizzontali, tanto più se aria stratosferica (fredda, pesante e secca) riesce ad interagire con la troposfera e questo avviene soprattutto laddove maggiori sono le anomalìe termiche di segno +.
Matteo
Qui ancora più evidente:
map_2406.jpg map_6460.jpg
Peraltro nell'osservare proprio la pesante anomalìa termica in prossimità del M. di Kara e quindi l'esaltazione del gradiente verticale ( conseguentemente degli zonal winds locali), vorrei far notare il comportamento nel trimestre autunnale:
map_1710 otto.jpg
Notare come nel cuore del continente eurasiatico la corrente a getto tenda a sprofondare a dimostrazione di uno sbilanciamento del vp in formazione ed un suo tendenziale collassamento all'interno del vecchio continente.
Questo trend ormai consolidato negli ultimi anni la cui base - a mio modo di vedere - è il sensibile incremento termico dell'artico, potrebbe fornire una non escludibile a priori motivazione del fallimento di alcuni recenti indicatori dello stato del vp invernale (SAI e a seguire il fu-OPI) correlati al segno dell'AO index in quanto fuori dal comportamento statistico rispetto ai precedenti campioni che ne hanno costituito i presupposti.
Le t. mediamente inferiori sono frutto di albedo e più pesanti stratificazioni:
map_6264.jpg
e questi presupposti di base nella stagione autunnale
gpt au.jpg
Matteo
si d'accordo se fotografiamo il tutto ad una certa quota e ci focalizziamo sugli aggettivi evidenziati sono d'accordo.
E' anche vero che si potrebbe evidenziare la variazione nel tempo di ampiezza (orizzontale e verticale) e la variazione nel tempo della velocità del Jet Stream.
ecco il 21 marzo e il 31 marzo:
n20170321.ic.gif n20170331.ic.gif
nel 2007 eravamo messi così:
n20070321.ic.gifn20070331.ic.gif
Ultima modifica di Alessandro(Foiano); 02/04/2017 alle 16:53
prospetticamente le carte mostrano una potenziale tendenza verso alte potenzialità di prospettiva....
Stante quelle mappe quindi avremo il doppio di superficie ghiacciata al 100% rispetto al 2007
Come sempre si esagera pur di fare "scoop".
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