Negli anni '90 secondo ricerche NOAA geofisici marini eranl circa 2.000 vulcani attivi sottomarini , probabile che hanno in parte influito sulle correnti Oceaniche ?
in particolare Oceano Pacifico , a nord dove risulta la maggiore fusione dell Artico tra Canada e Asia.
per quanto riguarda i ghiacci groenlandesi annata di ripresa più che buona a dir poco, settembre 2016/settembre 2017
Dicembre 1996: la perfezione
Febbraio 2012: l'apoteosi
Febbraio 2018: la sorpresa
differenza immane con l'anno del minimo
Direi appena appena interessante:
Ghiacci artici: minimo 2017 | Climatemonitor
una (insana?) curiosità mi ha spinto a leggere il post citato qua sopra del noto sito alternativamente e diversamente scientifico CM, (trumpmonitor per gli amici).
Devo dire che, al netto della solita lagna sugli scienziati cattivi mainstream prezzolati dalla lobby solare-vegana, l'articolo è in gran parte corretto. Non potrebbe essere diversamente poichè riporta le conclusioni degli enti che studiano l'artico, ciò che è difficilmente contestabile (annata così così, ottava o sesta più magra di ghiacci di sempre, grazie a estate fresca dopo inverno largamente sopra media)
Però poi nel commento finale mi ha colpito questa parte, che copio incollo:
"... la climatologia mainstream più catastrofista ha sottovalutato in modo grossolano l’esistenza di feedback negativi di cui solo ora si comincia a sussurrare, a fronte del fallimento perpetuo dei modelli di simulazione.
Uno su tutti: quando il ghiaccio è poco e più sottile, il raffreddamento della massa d’acqua sottostante (circostante) è più rapido e imponente, perché un ghiaccio spesso, ed esteso, agisce come un isolante termico. Questo meccanismo in apparenza banale spiega molto bene il rimbalzo impressionante seguito al minimo del 2012. E spiega anche il fatto che un inverno estremamente mite come quello scorso è stato comunque sufficiente a “fabbricare” ghiaccio che superasse l’estate successiva. Questo feedback negativo, da solo, potrebbe mettere in crisi la narrativa della “spirale discendente” tanto cara a Gore e ai suoi fratelli e spiegare il trend verso una stabilizzazione dei ghiacci artici sui livelli dell’ultimo decennio. ..."
Questa frase mi ha colpito perchè vi ho colto una sincera , premurosa e forse anche un po' angosciata preoccupazione da parte del redattore dell'articolo.
Vorrei pertanto rassicurarlo e, con lui, tutti i devoti e preoccupati lettori.
Nei corsi universitari delle facoltà scientifiche, in Italia e all'estero, vengono normalmente impartiti gli insegnamenti della fisica di base, a volte perfino quella avanzata!
Il misterioso feedback cui sembra fare riferimento il post sopra citato è noto da qualche secolo e si riassume nella legge di Stefan-Boltzmann, (flusso di energia proporzionale alla quarta potenza della temperatura assoluta). Una legge che viene dimostrata al terz'anno di un corso di fisica ma che, senza dimostrazione, penso sia insegnata anche nei licei. Come tutte le leggi fisiche, è usata nelle simulazioni, nei modelli, negli studi, ovunque serva.
Dunque è vero che dall'acqua del mare priva di ghiaccio e quindi più calda emerge un flusso di calore maggiore che da un pezzo di ghiaccio, magari a 10 sottozero. Sul fatto che il mare senza ghiaccio produca poi successivamente più ghiaccio, beh, lo lascio decidere a chi mi legge ...
Concludo questa fin troppo lungo intromissione, con una nota finale. A scanso di equivoci ci tengo a precisare, sempre per rassicurare e rendere più sereno il sonno dei lettori dei siti diversamente climatici, che all'università gli scienziati non imparano solo la legge di S-B, ma anche, cito a caso, le leggi della dinamica, delle termodinamica, dell'elettromagnetismo, rudimenti di fisica quantistica, di analisi degli errori ecc. ecc.
Lorenzo
scusami, solo una considerazione
senza voler prendere le parti di nessuno beninteso, per avere le idee più chiare
personalmente posso immaginare come in condizioni di una circolazione polare meno bistrattata del solito nel periodo caldo, cosa successa in quest'annata, il fatto di avere meno ghiaccio ad isolare l'acqua garantisca una maggiore facilità di quest'ultima ad assorbire il freddo proveniente dall'atmosfera e di conseguenza a produrre ghiaccio rispetto ad annate in cui le condizioni troposferiche in sede polare erano peggiori
questo può avere un senso o mi sfugge qualcosa?
Mah,io noto sempre la stessa sarcastica supponenza da parte del Sig. Danieli quasi al limite dell'offesa....Vorrei solo ricordare al Sig. Danieli che il sito è di un certo Guido Guidi.
ciao,
il bilancio energetico per una superficie, che sia liquida, solida, mare tropicale o oceano artico è espresso da:
bilancio netto del flusso radiativo (differenza tra radiazione che arriva dall'atmosfera e radiazione emessa dalla superficie stessa in funzione della sua temperatura e delle sue caratteristiche emissive); flusso del calore sensibile (ovvero il flusso (turbolento) di calore legato alla differenza di temperatura tra la superficie e l'aria soprastante); flusso di calore latente, anche questo turbolento, associato all'energia che si assorbe o si libera durante i passaggi di stato vapore-liquido-solido dell'acqua; flusso di calore dalla superficie verso il basso, poco importante, ma non trascurabile per un suolo, fondamentale ovviamente per una superficie liquida.
In questo complesso bilancio, come vedi, intervengono molte variabili, non ultima la velocità del vento alla superficie, insieme, come dici tu, alla temperatura dell'aria.
Questo bilanci, come puoi capire, non si possono calcolare a mente e magari per una stagione intera e per tutto l'artico...
Come scrivi tu e come ho provato a suggerire io stesso, ci sono esempi estremi che aiutano a capire, ma si tratta di esempi. Una superficie ghiacciata e molto fredda costituisce effettivamente un feedback positivo per il bilancio energetico GLOBALE (maiuscole volute) perchè isola l'acqua sottostante e al tempo stesso emette a una temperatura molto bassa (dunque emette poca radiazione IR).
Al contrario ovviamente un oceano caldo emette molta radiazione verso lo spazio e in questo senso aiuta il sistema a perdere calore. Si tratta dei basilari meccanismi di retroazione, o feedback se preferisci, che tendono a regolare e mantenere vicino all'equilibrio la temperatura globale e locale. Quello che volevo sottolineare nel mio intervento sopra era solo che sono meccanismi noti dalla notte dei tempi, stra-ben compresi, inclusi ovunque, nelle simulazioni climatiche come in quelle meteorologiche... niente che non si conosca da almeno un secolo!
spero di averti aiutato a capire
Lorenzo
ps:
c'era la parte francamente divertente, tipo paradosso di Zenone... che siccome una superficie libera dal ghiaccio disperde più calore allora ghiaccia di più... beh, penso che a questo punto tu possa risponderti da solo. Com'è che il Mediterraneo non è coperto da cinque metri di banchisa !???
Relativamente al "paradosso di Zenone ", un esempio che,in ogni caso non c'entra nulla. ... Il mediterraneo ha per caso le stesse temperature e le stesse ore di buio/luce dell'artico ?.....Questo a prescindere che quanto affermato nell'articolo sia giusto o sbagliato,l'esempio portato non c'entra niente.
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