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albedo
21 febbraio 1996. Dopo ore di pioggia in nottata col calo della temperatura per l'ingresso di aria via via più fredda l'acqua si trasforma in neve. Cadono un paio di cm, che si sciolgono rapidamente già in tarda mattinata. Accumulo di quasi 10 cm a Vaiano. Che ha fatto nelle altre zone della Toscana?
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Restiamo a febbraio, per noi il mese più favorevole alle nevicate. Eccoci al rocambolesco uno-due del 9-10 febbraio 1999. L'8 febbraio è una bella giornata, neppure tanto fredda, con massima intorno a 9°. Ma in quota la temperatura è intorno ai -4°/-5° e col tramonto l'aria asciutta e la serenità del cielo consentono un forte raffreddamento, fino a -1° circa intorno alla mezzanotte. Occhio a quel minimo sulla Francia, è una forte perturbazione che richiamerà aria molto mite dal Mediterraneo occidentale, ma al seguito della quale affluirà aria ancora più fredda di quella presistente. Le previsioni ufficiali danno la neve sulla Toscana intorno agli 800 metri, con tendenza a salire nel corso della giornata.
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Già poco oltre la mezzanotte il cielo si copre, abbastanza rapidamente. Il termometro resta intorno a 0°. Iniziano a cadere le classiche palline di ghiaccio del graupel. Verso l'una, con mia grande meravigia, inizia a nevicare di brutto, falde larghe sempre più intense. Resto a guardare quello spettacolo insieme a mia moglie fino alle 3, poi schianto e vado a dormire. Verso le 6 fuori ci sono 10-15 cm di neve fresca (una ventina nei quartieri ovest e a Pistoia), una meraviglia, ma il termometro sale sopra lo 0° e il libeccino si fa sempre più sensibile. Alle 7 inizia a piovere copiosamente e continuerà, persino con tuoni e lampi, fino a sera, accumulando 58 mm sommato alla neve caduta. La neve si scioglie sotto gli 800-1000 metri, favorendo la piena di tutti i torrenti, dell'Ombrone (che minaccia di esondare a Poggio) e del Bisenzio. Frattanto la neve caduta in abbondanza e appesantita provoca lo sfondamento di tettoie e la strage di pini: danneggiato l'80% dei pini sul territorio pratese.
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Il cuscinetto aveva miracolosamente retto nonostante termiche in quota che ormai sfioravano lo 0°.
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10 febbraio 1999. Il mattino successivo, dopo una pausa, riprende a piovere debolmente, si attende la ritornante fredda in ingresso prima dal Rodano poi dalla bora. La temperatura riprende a calare gradualmente: dopo una massima di 7°, intorno all'una siamo a 4°. La tramontana si fa più intensa e alle 14 iniziano a cadere i primi fiocchi, con 2°. Alle 15,30 termometro intorno a 0° e neve forte, in breve tempo il paesaggio riconquista il bianco perduto col monsone del giorno precedente. Alle 17 misuro circa 3 cm nell'improvvisato nivometro del mio giardino.
Il freddo proseguirà intenso, con altre brevi fioccatine a vento, fino al 20 febbraio e oltre.
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