Meridione. Un sabato piovoso.

[Khaled]

A volte ti sembra di aver sprecato i tuoi primi venticinque anni, mentre la pioggia bagna le piazze e le strade, col suo odore penetrante, il suo tintinnio; mentre il cielo è plumbeo e gravido di altra pioggia, e l'unico compagno è il solito gusto del caffè bollente.
A volte ti sembra, in un sabato sera di fine Aprile, di aver perso tempo in un posto che ti appartiene ma non ti appartiene.
Ti appartiene perchè ormai ce l'hai nei gesti ridondanti, nel modo di pronunciare le parole che raddoppia le consonanti, nel senso dell'ospitalità, nell'analizzare ogni sfaccettatura delle cose.
Non ti appartiene perchè non concepisci perchè le strade debbano restare piene di buche, ci debbano essere lavori in corso fermi da anni, case senza facciata, favelas disseminate attorno alla città, quartieri interi sottratti al controllo dello stato, sabato sera passati ad assistere a una parata di auto truccate con lo stereo a palla che fanno la gara a chi abbia il volume più alto.
E' questo il posto in cui vuoi vivere? Te lo chiedi da venticinque anni ma ancora non ti sei mosso. Qualche anno ancora, e sarà troppo tardi per cambiare abitudini, stili di vita, consuetudini, mentalità. Qualche anno ancora, e ti adeguerai alla massa di persone che pensa che tutto cambia perchè nulla cambi, che tanto certi modi di fare ci sono dappertutto, che tanto sono tutti una massa di ladri, che tanto gli altri sono furbi e allora perchè non esserlo pure io, che al nord sono una massa di fanatici razzisti che non comprendono le ragioni profonde di un meridione che soffre.
Ragioni profonde o meno, non è accettabile pensare di vivere così. E accettarlo, supinamente. Ci sono due strade: lavorare per cambiare le cose sul posto, e questo lo fanno le persone coraggiose. Ma io non mi sento così coraggioso, mi spiace. Passare una vita a fare gli eroi rinunciando alle opportunità che una vita altrove dà, passare una vita a cercare di combattere non tanto contro il potere quanto contro una mentalità lassista e cinica della gente non è il mio forte. Oppure andarsene.
Come ha detto qualcuno, il sud non è il passato del nord, nè un nord in via di sviluppo. Il sud non c'entra nulla con il nord, e non parlo solo di Italia ma del mondo.
Al sud si vive all'aria aperta, si vive più "lentamente", si cucina con l'olio e non col burro, e potremmo continuare all'infinito. Snaturare il sud, renderlo "nordico", non gioverebbe a nessuno. Il sud non è depresso perchè è sud. Il sottosviluppo, l'abusivismo, il malaffare, i clacson rimbombanti nelle città, la prepotenza non sono consustanziali al sud o ai sud. Bisogna migliorarlo. C'è chi ha tentato di farlo, e qualche risultato l'ha ottenuto. Bisogna avere però coraggio e pazienza.
Possiamo raccontarci mille volte la favoletta che "quando noi avevamo i greci, loro avevano le paludi", che "tanto le vacanze le vengono a fare qui", che "lì sono freddi e qui c'è un'ospitalità che neanche se la sognano", che "qui abbiamo il sole, lì la nebbia". Ma sappiamo benissimo che favoletta è e favoletta rimane. La realtà concreta è un'altra.
Mi sono stancato di ripetere sempre le stesse cose. Forse dovrei essere io a trovare la forza di andarmene da una terra a cui mi legano affetti, amori, paesaggi, pomeriggi di fine estate davanti al Tirreno, conoscenze consolidate, strade ormai familiari.
Forse dovrei avere il coraggio di dire basta, e forse un giorno tornare ad amare il sud più di prima.

[MeteoSGR]

il pensiero comune a molti meridionali
ciao nino

[Khaled]

lo so purtroppo