Originariamente Scritto da
Marco*
La propagazione del MMW split c'è eccome. Le carte in bassa strato (tra 100 e 150hpa siamo praticamente in tropopausa) ci mostrano bene la avvenuta comunicazione tra i differenti piani isobarici. La propagazione del massiccio riscaldamento stratosferico viene però "declinata" da
ECMWF e
GFS in modo differente in tempi e modalità.
Per il primo modello si tratta di una propagazione graduale, con un cambio di segno
NAO che viene spalmato in un range temporale più ampio, poiché le vorticità del lobo canadese fanno più fatica ad attenuarsi. Ne consegue che l'onda atlantica mostra una certa reattività pur mantenendo radici salde, limitando così la tanto deleteria antizonalità sparata. La prima irruzione di aria artica può interessare così latitudini basse e soprattutto evitare derive occidentali.
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Per
GFS la propagazione è più immediata e, oltre le 192h, vede un repentino cambio di segno della
NAO, con isolamento di un'area di alta pressione figlia della pulsazione della wave atlantica. Contestualmente alla retrogressione di parte del lobo siberiano del vortice polare (come da letteratura MMW split), si profila anche una mantenuta vivacità del getto atlantico che - viaggiando più basso di latitudine - andrebbe a minare le radici del ridge atlantico. Le masse artiche scivolerebbero così troppo alte di latitudine, come mostrato nelle code del determinismo tropo.
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