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  1. #31
    Vento moderato L'avatar di Ragnarok
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    Predefinito Re: Ecoregione Italiana delle foreste sclerofille e semi-caducifoglie (codice PA-1211)

    Citazione Originariamente Scritto da EnnioDiPrinzio Visualizza Messaggio
    Intendo dire che risalendo le valli dello Scrivia,del Trebbia,del Taro,abbiamo climi con persistenza del manto nevoso dopo ogni nevicata, a bassa quota ,che non trova eguali ad esempio sulle Prealpi (per una questione di orientamento dei versanti:aperti a nord sull'Appennino padano e orientati a sud sul versante meridionale delle Alpi).Ripeto parlo.a qiote intorno ai 4-500 metri.
    Verissimo

  2. #32
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    Predefinito Re: Ecoregione Italiana delle foreste sclerofille e semi-caducifoglie (codice PA-1211)

    Citazione Originariamente Scritto da Martin MB Visualizza Messaggio
    Veramente in Natura 2000 non ci entra neanche un pezzetto della regione Emilia Romagna e Piemonte nella regione mediterranea...
    Per quanto riguarda il Piemonte ci rientra (vedere relativa scheda) almeno tutto il Parco naturale regionale delle Capanne di Marcarolo e dovrebbe rientrarci anche il SIC 1180010 ("Langhe di Spigno Monferrato"), per l'Emilia dovrei vedere. Il paper di Pignatti a mio modo di vedere è interessante e abbastanza fedele alle caratteristiche vegetazionali del Piemonte meridionale, ad esempio inserisce nel bioma mediterraneo la parte occidentale della Provincia di Cuneo e ne convengo, visto che, ad esempio sui rilevi, sopra Valdieri (media Val Gesso) abbiamo una vegetazione di tipo supra-mediterraneo del tutto simile a quella che si trova nella media e alta Val Roya, alla stessa quota (900-1400 m) e in analoga esposizione (Sud). Per quanto riguarda i boschi di querce caducifoglie termofile c'è differenza nei corteggi floristici tra i cosiddetti boschi pannonici di roverella (codice 91H0) e i boschi orientali di quercia bianca (codice 91AA), nei primi rientrano i boschi di roverella delle Alpi centrali e orientali, nei secondi i boschi di roverelle dell'Appennino (dalla Val Bormida alla Daunia), al netto della presenza di Quercus pubescens, specie molto plastica, sono proprio diversi i corteggi floristici, anche se ovviamente si arricchiscono di specie più termofile procedendo verso Sud, tra l'altro non c'è nemmeno troppo da stupirsi di questo, basta guardare dai climogrammi come sono distribuiti massimi e minimi precipitativi in Veneto e in Umbria per capire che molte delle specie ospitate, dai querceti di roverelle delle due regioni, avranno esigenze diverse in materia di precipitazioni come anche di umidità edafica. Conosco un po' certi boschi di roverella dell'Umbria e del Casentino e hanno corteggi floristici che ricordano quelli delle leccete (tipo Rubia peregrina L. in certi boschi di roverella del Folignate) e parliamo di alcune delle zone più "continentali" (in termini di distanza dal mare) dell'Italia media peninsulare.
    Ultima modifica di galinsoga; 17/09/2017 alle 19:39

  3. #33
    Vento moderato L'avatar di Ragnarok
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    Predefinito Re: Ecoregione Italiana delle foreste sclerofille e semi-caducifoglie (codice PA-1211)

    Citazione Originariamente Scritto da galinsoga Visualizza Messaggio
    Per quanto riguarda il Piemonte ci rientra (vedere relativa scheda) almeno tutto il Parco naturale regionale delle Capanne di Marcarolo e dovrebbe rientrarci anche il SIC 1180010 ("Langhe di Spigno Monferrato"), per l'Emilia dovrei vedere. Il paper di Pignatti a mio modo di vedere è interessante e abbastanza fedele alle caratteristiche vegetazionali del Piemonte meridionale, ad esempio inserisce nel bioma mediterraneo la parte occidentale della Provincia di Cuneo e ne convengo, visto che, ad esempio sui rilevi, sopra Valdieri (media Val Gesso) abbiamo una vegetazione di tipo supra-mediterraneo del tutto simile a quella che si trova nella media e alta Val Roya, alla stessa quota (900-1400 m) e in analoga esposizione (Sud). Per quanto riguarda i boschi di querce caducifoglie termofile c'è differenza nei corteggi floristici tra i cosiddetti boschi pannonici di roverella (codice 91H0) e i boschi orientali di quercia bianca (codice 91AA), nei primi rientrano i boschi di roverella delle Alpi centrali e orientali, nei secondi i boschi di roverelle dell'Appennino (dalla Val Bormida alla Daunia), al netto della presenza di Quercus pubescens, specie molto plastica, sono proprio diversi i corteggi floristici, anche se ovviamente si arricchiscono di specie più termofile procedendo verso Sud, tra l'altro non c'è nemmeno troppo da stupirsi di questo, basta guardare dai climogrammi come sono distribuiti massimi e minimi precipitativi in Veneto e in Umbria per capire che molte delle specie ospitate, dai querceti di roverelle delle due regioni, avranno esigenze diverse in materia di precipitazioni come anche di umidità edafica. Conosco un po' certi boschi di roverella dell'Umbria e del Casentino e hanno corteggi floristici che ricordano quelli delle leccete (tipo Rubia peregrina L. in certi boschi di roverella del Folignate) e parliamo di alcune delle zone più "continentali" (in termini di distanza dal mare) dell'Italia media peninsulare.
    A che paper ti riferisci di Pignatti? Comunque l'ho visto anch'io che parte della provincia di Cuneo rientra nel bioma mediterraneo, ma per quanto riguarda l'Emilia-Romagna mi sembra che essa sia totalmente continentale... Che ne dici?

  4. #34
    Vento fresco L'avatar di alnus
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    Predefinito Re: Ecoregione Italiana delle foreste sclerofille e semi-caducifoglie (codice PA-1211)

    Martin MB, ho guardato i tuoi video su Youtube.
    Onestamente non è del tutto evidente che la pagina inferiore di quella foglia di teorica rovere sia glabra.
    Tra l'altro le querce non si distinguono tanto bene dalla forma delle foglie, sempre molto variabili in tutte le specie, ma meglio dai fiori, frutti, gemme e, nel caso delle due specie sessiliflore, dai getti dell'anno. Ecco, ti consiglio di fare un video, alla luce del giorno e all'inizio dell'estate, in cui mostri un getto dell'anno completamente glabro e privo di pubescenza.

    Anche se la farnia prevale, di roverelle nella campagna attorno a Modena ce ne sono diverse, e danno anche l'impressione di essere spontanee.

  5. #35
    Vento moderato L'avatar di Ragnarok
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    Predefinito Re: Ecoregione Italiana delle foreste sclerofille e semi-caducifoglie (codice PA-1211)

    Citazione Originariamente Scritto da alnus Visualizza Messaggio
    Martin MB, ho guardato i tuoi video su Youtube.
    Onestamente non è del tutto evidente che la pagina inferiore di quella foglia di teorica rovere sia glabra.
    Tra l'altro le querce non si distinguono tanto bene dalla forma delle foglie, sempre molto variabili in tutte le specie, ma meglio dai fiori, frutti, gemme e, nel caso delle due specie sessiliflore, dai getti dell'anno. Ecco, ti consiglio di fare un video, alla luce del giorno e all'inizio dell'estate, in cui mostri un getto dell'anno completamente glabro e privo di pubescenza.

    Anche se la farnia prevale, di roverelle nella campagna attorno a Modena ce ne sono diverse, e danno anche l'impressione di essere spontanee.
    Beh hai ragione in effetti quella foglia non era il campione migliore ma ho fatto il video in autunno e non c'erano più foglie verdi... Comunque si vanno anche visti fiori e frutti e direi anche la corteccia (più rugosa nella roverella). Il punto é che comunque é ben presente anche da noi la Rovere e che la roverella, secondo Pignatti, da luogo a foreste di tipo Centro europeo (questo solo nell'Italia settentrionale). Se vuoi leggete questo articolo lo spiega meglio: Vegetazione d'Italia | Associazione Italiana di Aerobiologia

  6. #36
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    Citazione Originariamente Scritto da galinsoga Visualizza Messaggio
    Per quanto riguarda il Piemonte ci rientra (vedere relativa scheda) almeno tutto il Parco naturale regionale delle Capanne di Marcarolo e dovrebbe rientrarci anche il SIC 1180010 ("Langhe di Spigno Monferrato"), per l'Emilia dovrei vedere. Il paper di Pignatti a mio modo di vedere è interessante e abbastanza fedele alle caratteristiche vegetazionali del Piemonte meridionale, ad esempio inserisce nel bioma mediterraneo la parte occidentale della Provincia di Cuneo e ne convengo, visto che, ad esempio sui rilevi, sopra Valdieri (media Val Gesso) abbiamo una vegetazione di tipo supra-mediterraneo del tutto simile a quella che si trova nella media e alta Val Roya, alla stessa quota (900-1400 m) e in analoga esposizione (Sud). Per quanto riguarda i boschi di querce caducifoglie termofile c'è differenza nei corteggi floristici tra i cosiddetti boschi pannonici di roverella (codice 91H0) e i boschi orientali di quercia bianca (codice 91AA), nei primi rientrano i boschi di roverella delle Alpi centrali e orientali, nei secondi i boschi di roverelle dell'Appennino (dalla Val Bormida alla Daunia), al netto della presenza di Quercus pubescens, specie molto plastica, sono proprio diversi i corteggi floristici, anche se ovviamente si arricchiscono di specie più termofile procedendo verso Sud, tra l'altro non c'è nemmeno troppo da stupirsi di questo, basta guardare dai climogrammi come sono distribuiti massimi e minimi precipitativi in Veneto e in Umbria per capire che molte delle specie ospitate, dai querceti di roverelle delle due regioni, avranno esigenze diverse in materia di precipitazioni come anche di umidità edafica. Conosco un po' certi boschi di roverella dell'Umbria e del Casentino e hanno corteggi floristici che ricordano quelli delle leccete (tipo Rubia peregrina L. in certi boschi di roverella del Folignate) e parliamo di alcune delle zone più "continentali" (in termini di distanza dal mare) dell'Italia media peninsulare.
    Oggi ho letto la descrizione delle foreste orientali di querce bianche e ho trovato questa nota, che, come si legge in foto, questi boschi sono presenti anche sulle Prealpi mentre i boschi pannonici di roverella sono principalmente per le valli infralpine a carattere continentale...IMG_20180828_161823.jpg


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