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  1. #1
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    Predefinito Ecoregione Italiana delle foreste sclerofille e semi-caducifoglie (codice PA-1211)

    Buongiorno a tutti. Navigando sul web ho cercato le varie ecoregioni dell'Italia segnate dal WWF. In particolare ho cercato le ecoregioni con bioma della foresta di latifoglie. Ho trovato l'ecoregione delle foreste decidue del bacino del Po. E ci siamo. Poi ho trovato l'ecoregione delle foreste decidue degli Appennini. E ci siamo. Ma guardando la mappa dove sono segnate le varie ecoregioni ho notato che non sono segnate come bioma di foreste decidue le fasce collinari dell'Emilia Romagna e della maggior parte del Piemonte. Ho trovato che queste zone rientrano nell'ecoregione delle foreste di sclerofille e semi-caducifoglie dell'Italia, che rientrano nel bioma delle foreste mediterranee; la pagina in descrizione di quest'eco regione é questa: Foreste di sclerofille e semidecidue dell'Italia - Wikipedia .

    Volevo chiedere, se qualcuno lo sa, il motivo di ciò, ovvero, come possono entrare nella stessa ecoregione della maggior parte delle regioni dell'Italia centro-meridionale le zone collinari di Emilia e Piemonte, che non hanno neppure lo stesso clima del resto dell'ecoregione. Tra l'altro anche la vegetazione non é simile a quella delle zone del resto dell'ecoregione, e inoltre, solo per fare un esempio, molte piante Nordiche (per esempio il pino silvestre) trovano il loro limite meridionale di distribuzione nelle zone collinari Emiliane e Piemontesi, quindi come possono essere queste zone comprese in un'ecoregione con bioma Mediterraneo?? Cosa ne pensate?

  2. #2
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    Predefinito Re: Ecoregione Italiana delle foreste sclerofille e semi-caducifoglie (codice PA-1211)

    Citazione Originariamente Scritto da Martin MB Visualizza Messaggio
    Buongiorno a tutti. Navigando sul web ho cercato le varie ecoregioni dell'Italia segnate dal WWF. In particolare ho cercato le ecoregioni con bioma della foresta di latifoglie. Ho trovato l'ecoregione delle foreste decidue del bacino del Po. E ci siamo. Poi ho trovato l'ecoregione delle foreste decidue degli Appennini. E ci siamo. Ma guardando la mappa dove sono segnate le varie ecoregioni ho notato che non sono segnate come bioma di foreste decidue le fasce collinari dell'Emilia Romagna e della maggior parte del Piemonte. Ho trovato che queste zone rientrano nell'ecoregione delle foreste di sclerofille e semi-caducifoglie dell'Italia, che rientrano nel bioma delle foreste mediterranee; la pagina in descrizione di quest'eco regione é questa: Foreste di sclerofille e semidecidue dell'Italia - Wikipedia .

    Volevo chiedere, se qualcuno lo sa, il motivo di ciò, ovvero, come possono entrare nella stessa ecoregione della maggior parte delle regioni dell'Italia centro-meridionale le zone collinari di Emilia e Piemonte, che non hanno neppure lo stesso clima del resto dell'ecoregione. Tra l'altro anche la vegetazione non é simile a quella delle zone del resto dell'ecoregione, e inoltre, solo per fare un esempio, molte piante Nordiche (per esempio il pino silvestre) trovano il loro limite meridionale di distribuzione nelle zone collinari Emiliane e Piemontesi, quindi come possono essere queste zone comprese in un'ecoregione con bioma Mediterraneo?? Cosa ne pensate?

    Per me è un errore; è anche grossolano; le specie dominanti sulle colline piemontesi (e parlo di queste perchè le conosco bene) sono la farnia, rovere e carpino bianco con forte presenza anche del pino silvestre (chiamato anche pino di Scozia); molto presente poi il castagno (anche se probabilmente importato) per coltivazione o inselvatichito e, nelle stesse zone, molti faggi spontanei con continua riproduzione; presenti anche se rare le betulle nelle zone dei pini silvestri.
    Tra le specie presenti poi, olmi, acero montano, acero riccio,acero campestre, pioppo tremolo, etc......cioè tutte piante caducifogli.....aggiungo la presenza, ma più rara del cerro (specie più meridionale)

    Quindi concludo che per me non è corretto .... per le colline Emiliane credo che valga lo stesso discorso.

    Attendo anch'io pareri da chi magari ha qualche info in più.

    Ciao

  3. #3
    Burrasca L'avatar di EnnioDiPrinzio
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    Predefinito Re: Ecoregione Italiana delle foreste sclerofille e semi-caducifoglie (codice PA-1211)

    Io ho avuto modo di consultare cartine sulla vegetazione molto più accurate e che non fanno questo errore.
    In ogni caso è utile osservare la vegetazione residua dei boschi e quello che rinasce spontaneamente per capire la fascia bioclimatica di un dato posto.
    Facciamo ad esempio un viaggio sulla A14 l'autostrada costiera Adriatica facendo attenzione alla vegetazione originaria e non alle coltivazioni:
    se a Rimini ci inoltriamo nelle basse colline capiamo subito che siamo nel clima del bosco misto di quercie mesofilo,scendendo più a sud entriamo in fasce vegetazionali compatibili con la rovere ma presso Ancona,mentre sulla costa il promontorio calcareo del Conero è un'isola mediterranea,circondata da roveri e roverelle sulle colline intorno argillose, l'autostrada lascia la costa e si rientra nella fascia più fresca del bosco misto di quercie.
    Scendendo più a sud verso San Benedetto del Tronto,le colline assumono forme tabulari residue con falesie ove le coltivazioni non possono esercitarsi e nei pendii verticali o troppo scoscesi vegetano roverelle all'interno ma anche dei pini di aleppo verso la costa (non credo spontanei).
    Nell'Abruzzo chietino ritornano queste forme del rilievo con molti boschi residuali fatti di roverelle prevalenti con frammisti lecci sulla costa sempre più rari nell'interno (salvo le prime emergenze calcaree dell'interno montuoso,dove,a quote basse con esposizioni a sud ritornano isole mediterranee con lecci).
    Ancora intorno alle colline di Vasto,prevale la roverella mentre già a Termoli il leccio.
    Usciti da Termoli, sulle dune costiere inizia la vera macchia bassa mediterranea fatta di lentisco,rosmarino,pini di aleppo.(è una strettissina fascia di poche decine di metri di larghezza,confinata sulle dune sabbiose,dove a ridosso,sui terreni alluvionali, vegetano invece pioppete a pioppo bianco.
    Sul Gargano nord,calcareo,la prima fascia è la pineta di pino di aleppo,ma subito inizia il leccio e già a 200 m è quercieto a foglia caduca prima xerofilo poi mesofilo.
    La faggeta inizia a 800 m.
    Sul versante sud del Gargano la lecceta è confinata in quota mentre più sotto c'è una gariga di piante basse mediterranee.
    Insomma il suolo e l'esposizione influiscono moltissimo sulla vegetazione lungo l'adriatico (basta il cambio di suolo e dal leccio si passa alla roverella.
    Ultima notazione: il bosco cafucifoglio si spinge fino al mare ancora sulla costa sud dell'Abruzzo addirittura con formazioni di felce aquilina presso Torino di Sangro.(nella stessa zona insieme ai quercieti in alcune aree ci sono residui lembi di lecceta in competizione con la roverella).
    Ultima modifica di EnnioDiPrinzio; 26/08/2017 alle 08:07

  4. #4
    Vento moderato L'avatar di Ragnarok
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    Predefinito Re: Ecoregione Italiana delle foreste sclerofille e semi-caducifoglie (codice PA-1211)

    Citazione Originariamente Scritto da EnnioDiPrinzio Visualizza Messaggio
    Io ho avuto modo di consultare cartine sulla vegetazione molto più accurate e che non fanno questo errore.
    In ogni caso è utile osservare la vegetazione residua dei boschi e quello che rinasce spontaneamente per capire la fascia bioclimatica di un dato posto.
    Facciamo ad esempio un viaggio sulla A14 l'autostrada costiera Adriatica facendo attenzione alla vegetazione originaria e non alle coltivazioni:
    se a Rimini ci inoltriamo nelle basse colline capiamo subito che siamo nel clima del bosco misto di quercie mesofilo,scendendo più a sud entriamo in fasce vegetazionali compatibili con la rovere ma presso Ancona,mentre sulla costa il promontorio calcareo del Conero è un'isola mediterranea,circondata da roveri e roverelle sulle colline intorno argillose, l'autostrada lascia la costa e si rientra nella fascia più fresca del bosco misto di quercie.
    Scendendo più a sud verso San Benedetto del Tronto,le colline assumono forme tabulari residue con falesie ove le coltivazioni non possono esercitarsi e nei pendii verticali o troppo scoscesi vegetano roverelle all'interno ma anche dei pini di aleppo verso la costa (non credo spontanei).
    Nell'Abruzzo chietino ritornano queste forme del rilievo con molti boschi residuali fatti di roverelle prevalenti con frammisti lecci sulla costa sempre più rari nell'interno (salvo le prime emergenze calcaree dell'interno montuoso,dove,a quote basse con esposizioni a sud ritornano isole mediterranee con lecci).
    Ancora intorno alle colline di Vasto,prevale la roverella mentre già a Termoli il leccio.
    Usciti da Termoli, sulle dune costiere inizia la vera macchia bassa mediterranea fatta di lentisco,rosmarino,pini di aleppo.(è una strettissina fascia di poche decine di metri di larghezza,confinata sulle dune sabbiose,dove a ridosso,sui terreni alluvionali, vegetano invece pioppete a pioppo bianco.
    Sul Gargano nord,calcareo,la prima fascia è la pineta di pino di aleppo,ma subito inizia il leccio e già a 200 m è quercieto a foglia caduca prima xerofilo poi mesofilo.
    La faggeta inizia a 800 m.
    Sul versante sud del Gargano la lecceta è confinata in quota mentre più sotto c'è una gariga di piante basse mediterranee.
    Insomma il suolo e l'esposizione influiscono moltissimo sulla vegetazione lungo l'adriatico (basta il cambio di suolo e dal leccio si passa alla roverella.
    Ultima notazione: il bosco cafucifoglio si spinge fino al mare ancora sulla costa sud dell'Abruzzo addirittura con formazioni di felce aquilina presso Torino di Sangro.(nella stessa zona insieme ai quercieti in alcune aree ci sono residui lembi di lecceta in competizione con la roverella).
    Citazione Originariamente Scritto da Krodo Visualizza Messaggio
    Per me è un errore; è anche grossolano; le specie dominanti sulle colline piemontesi (e parlo di queste perchè le conosco bene) sono la farnia, rovere e carpino bianco con forte presenza anche del pino silvestre (chiamato anche pino di Scozia); molto presente poi il castagno (anche se probabilmente importato) per coltivazione o inselvatichito e, nelle stesse zone, molti faggi spontanei con continua riproduzione; presenti anche se rare le betulle nelle zone dei pini silvestri.
    Tra le specie presenti poi, olmi, acero montano, acero riccio,acero campestre, pioppo tremolo, etc......cioè tutte piante caducifogli.....aggiungo la presenza, ma più rara del cerro (specie più meridionale)

    Quindi concludo che per me non è corretto .... per le colline Emiliane credo che valga lo stesso discorso.

    Attendo anch'io pareri da chi magari ha qualche info in più.

    Ciao

    Grazie mille a tutti e due per avermi risposto innanzitutto, pensavo che nessuno avrebbe risposto Comunque é veramente fastidioso questo errore, cercando su Wikipedia il bioma della foresta decidua viene fuori questa mappa sbagliata del WWF...secondo me la più attendibile é la mappa delle regioni biogeografiche, quella mi sembra accurata....Ennio, a che mape ti riferisci più accurate? Mi farebbe piacere poterle consultare così magari anche da sostituirle su Wikipedia....hai qualche coniglio?

  5. #5
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    Predefinito Re: Ecoregione Italiana delle foreste sclerofille e semi-caducifoglie (codice PA-1211)

    Citazione Originariamente Scritto da Martin MB Visualizza Messaggio
    Grazie mille a tutti e due per avermi risposto innanzitutto, pensavo che nessuno avrebbe risposto Comunque é veramente fastidioso questo errore, cercando su Wikipedia il bioma della foresta decidua viene fuori questa mappa sbagliata del WWF...secondo me la più attendibile é la mappa delle regioni biogeografiche, quella mi sembra accurata....Ennio, a che mape ti riferisci più accurate? Mi farebbe piacere poterle consultare così magari anche da sostituirle su Wikipedia....hai qualche coniglio?
    Me le avevano segnalate proprio su questo forum,non ricordo ora il link,ma si parlava anche allora di vegetazione e della diversa distribuzione della vegetazione mediterranea tra Adriatico e Tirreno.
    Domani cercherò di ricordarmi la discussione,le carte scaricate erano davvero accurate.

  6. #6
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    Predefinito Re: Ecoregione Italiana delle foreste sclerofille e semi-caducifoglie (codice PA-1211)

    Citazione Originariamente Scritto da EnnioDiPrinzio Visualizza Messaggio
    Me le avevano segnalate proprio su questo forum,non ricordo ora il link,ma si parlava anche allora di vegetazione e della diversa distribuzione della vegetazione mediterranea tra Adriatico e Tirreno.
    Domani cercherò di ricordarmi la discussione,le carte scaricate erano davvero accurate.

    Ok grazie mille. Comunque pensi anche tu che questa suddivisione del WWF sia sbagliata?

  7. #7
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    Citazione Originariamente Scritto da Martin MB Visualizza Messaggio
    Ok grazie mille. Comunque pensi anche tu che questa suddivisione del WWF sia sbagliata?
    Certamente.
    Io non sono certo un botanico ma un semplice osservatore appassionato.
    posto che la Pianura Padana è tutta non mediterranea,salvo poche aree costiere romagnole (pinete litoranee a pino marittimo),le basse colline del Piemonte meridionale non hanno solo il quercieto mesofilo ma addirittura i faggi a bassa quota.
    È una situazione che nel Centro Italia Adriatico si ha verso.gli 800 metri dove le quercie nei versanti più freschi vedono le prime avvisaglie della faggeta, con i primi esemplari di faggio (o di abete bianco)..
    Da voi ciò accade a 350 m.

  8. #8
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    Predefinito Re: Ecoregione Italiana delle foreste sclerofille e semi-caducifoglie (codice PA-1211)

    Citazione Originariamente Scritto da EnnioDiPrinzio Visualizza Messaggio
    Certamente.
    Io non sono certo un botanico ma un semplice osservatore appassionato.
    posto che la Pianura Padana è tutta non mediterranea,salvo poche aree costiere romagnole (pinete litoranee a pino marittimo),le basse colline del Piemonte meridionale non hanno solo il quercieto mesofilo ma addirittura i faggi a bassa quota.
    È una situazione che nel Centro Italia Adriatico si ha verso.gli 800 metri dove le quercie nei versanti più freschi vedono le prime avvisaglie della faggeta, con i primi esemplari di faggio (o di abete bianco)..
    Da voi ciò accade a 350 m.

    E dell'Emilia cosa pensi? Che ne hai osservato? Anche queste colline dovrebbero far parte di un'altra classificazione secondo te?

  9. #9
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    Citazione Originariamente Scritto da EnnioDiPrinzio Visualizza Messaggio
    Certamente.
    Io non sono certo un botanico ma un semplice osservatore appassionato.
    posto che la Pianura Padana è tutta non mediterranea,salvo poche aree costiere romagnole (pinete litoranee a pino marittimo),le basse colline del Piemonte meridionale non hanno solo il quercieto mesofilo ma addirittura i faggi a bassa quota.
    È una situazione che nel Centro Italia Adriatico si ha verso.gli 800 metri dove le quercie nei versanti più freschi vedono le prime avvisaglie della faggeta, con i primi esemplari di faggio (o di abete bianco)..
    Da voi ciò accade a 350 m.
    Comunque le pinete romagnole sono tutte artificiali...

  10. #10
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    Citazione Originariamente Scritto da Martin MB Visualizza Messaggio
    E dell'Emilia cosa pensi? Che ne hai osservato? Anche queste colline dovrebbero far parte di un'altra classificazione secondo te?
    Conosco poco l'Emilia salvo quando ci scollinavo dalla Liguria,ma allora ero un ragazzino.

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