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Vorrei segnalare questa iniziativa, che si propone di ottenere un milione di firme da presentare al Parlamento Europeo per la discussione della legge per fermare il consumo di suolo in Europa. In presenza di 1.000.000 di firme da almeno 7 paesi dell'Unione, il Parlamento, per statuto, è obbligato a discutere la legge.
C'è tempo fino al 12 settembre per firmare, mi sembra un'ottima iniziativa e sarebbe bello se tutti noi la sottoscrivessimo.
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iniziativa veramente importante.
E' urgente raggiungere la quota di firme minima.
Io ho firmato alcuni mesi fa.
Io firmerei più volentieri una legge che inverta l'esplosione demografica globale complessiva.
Tutto il resto poi viene da se.
Vero, ma su quello abbiamo molto meno controllo.
Obbligare chi ci governa a discutere una legge che impedisca di continuare a coprire il territorio di cemento sarebbe un passo importantissimo: non possiamo pensare di importare il cibo perché lo spazio per coltivarlo è coperto da strade ed edifici, non è giusto che ad ogni pioggia ci siano morti perché l'acqua non può drenare.
Il suolo è una risorsa preziosissima e purtroppo non facilmente rinnovabile, proteggerlo è una necessità.
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La comunità europea aveva già fissato l'obiettivo di fermare del tutto il consumo del suolo.
In Italia la camera ha approvato la legge che ora è ferma da mesi in senato
L'unico modo per fermare del tutto il consumo del suolo è costruire in verticale, solo che non è semplice per via delle città d'arte che abbiamo, vi immaginate Roma o Firenze piene di grattacieli? Poi bisogna vedere quale sarà l'andamento demografico nei prossimi anni.
Bisognerà fermare anche l'incremento demografico prima o poi... a livello mondiale ovviamente
C'è anche molto ex-suolo da riciclare, a voler vedere. Vecchi edifici privi di valore artistico o storico, che possono essere sostituiti da strutture più razionali e adeguate agli standard attuali.
Ad esempio, nelle valli dove giro io, ci sono un sacco di seconde case degli anni del boom che sono in vendita da anni e nessuno le vuole, però si mangiano via aree a verde, di pregio anche paesaggistico, per fare nuove villette in classe A, magari occupando anche quegli spazi che in antico si lasciavano liberi perché a rischio idrogeologico (non che gli antichi capissero la geologia più di noi. Semplicemente, dopo che il primo pollaio veniva portato via da una frana, si evitava di cosrtuirne un secondo proprio lì). Qualcosa non funziona. Probabilmente già a recuperare il recuperabile, o a tirarlo giù definitivamente per sostituirlo, qualcosa si otterrebbe.
Per non parlare dei centri commerciali che proliferano, in concorrenza selvaggia tra loro. Giù nella Bassa, ad esempio, c'è un grosso centro ormai "fantasma" da anni, nel senso che non è mai decollato (troppo fuori mano, calcoli sbagliati sul bacino d'utenza), i negozi se ne sono andati via, e ora restano le strutture, pure con il problema della sorveglianza. E qui il problema è la pianificazione prima.
Ci ho pensato anche io che è pieno di case abbandonate soprattutto nei paesini ma il fatto è che la gente oggi vuole vivere in città e continueranno a costruire li, i paesini si spopolano e resteranno solo case abbandonate. Non possiamo costringere la gente a vivere dove non vuole.
Sì, però ci sono anche quelli che dalla città si spostano nei paesi intorno per avere più spazio, prezzi più bassi, e spesso la villetta con giardino. Dipende dalle aree.
E anche dalla distanza dalle città. Chiaro che se lavori in città ti avvicini a essa.
Però in molte vallate il lavoro è presente, e la gente rimane più sparsa.
Addirittura, nella media Val Seriana che anni fa aveva i redditi medi più alti d'Italia (industria soprattutto tessile), sui versanti le vecchie baite sono diventate ville rustiche di un certo livello, e manager risalgono tutte le sere con il 4x4, mentre altre vengono comunque mantenute e aggiornate, a livello inferiore, da molti lavoratori dipendenti, che preferiscono tornare in un contesto più naturale. Le prme volte che giravo là, ero rimasta sorpresa dal tipo di insediamento, poi attraversando i paesi industriali si capisce il perché.
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