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  1. #401
    Vento forte L'avatar di DuffMc92
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    Predefinito Re: Nowcasting vegetazione anno 2018

    Citazione Originariamente Scritto da Martin MB Visualizza Messaggio
    Grazie. Ho comprato il libro della flora e vegetazione della mia regione e c'e scritto, quando si parla dei relitti di leccio, che i nuclei rimasti possono essere la base per futuri ripopolamenti del leccio ma non c'è scritto lo stesso per i nuclei tipo di pino silvestre...perché?
    Perché il leccio è una specie climax, mentre il pino silvestre è pioniera, provvisoria. Si rinnova solo se si rinnovano periodici disturbi del suolo; solo raramente può essere climax, in qualche lembo del suo areale dove il suolo non consente di andare oltre (cioè all' abete rosso, principalmente). Lo stesso discorso del pino silvestre vale per betulla, nocciolo, robinia, ecc...

    Ma comunque ho dubbioni anche sui popolamenti di leccio futuri.
    Ripopolamenti a partire da quelle rupi significa che improvvisamente le condizioni pedologiche di quei roccioni migliorano di punto in bianco; se s'intende anche espansione nelle zone limitrofe, peggio ancora, perché dalle rupi (che sono anche poche) alle pianure il suolo, ma anche il microclima, cambiano totalmente.
    Non so, ho l' impressione che, quando si parla di clima e vegetazione abbinati insieme, prevalga la modalità pilota automatico

  2. #402
    Vento forte L'avatar di DuffMc92
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    Predefinito Re: Nowcasting vegetazione anno 2018

    Citazione Originariamente Scritto da alnus Visualizza Messaggio
    Ha ragione Duff: le mappe di vegetaziane o climatiche sono praticamente tutte errate, zeppe di errori madornali, rispondenti ad esigenze puramente accademiche, lontane anni-luce dalla realtà. Semplicemente non vanno guardate.
    Invece mi piace moltissimo l'approccio di Ennio di Prinzio e le sue descrizioni puntualissime della vegetazione effettiva di luoghi precisi.
    A proposito, ierilaltro, andando a Malpensa dopo un anno che mancavo, sono rimasto sconvolto dalla moria velocissima dei pini silvestri, infestati dai nidi di processionaria! È una catastrofe! L'unica area italiana che ricorda la vegetazione centro-europea sta per perdere il suo simbolo: il silvestre appunto. Così a occhio in un anno se n'è andato un buon 30%, nella zona tra l'aeroporto e Golasecca.
    Spaventoso!
    Mi fa piacere non essere l' unico a notare certe stupidaggini...!!!
    Che dispiacere comunque sta cosa dei pini... E questa moria veloce fa di nuovo pensare: che siano spontanei o piantati (come il 99% delle pinete di silvestre in Svezia e Germania)? Dubbio che attanaglia molti forestali, anche in ambiente universitario, docenti inclusi. Quante riflessioni astruse!

  3. #403
    Vento moderato L'avatar di Ragnarok
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    Predefinito Re: Nowcasting vegetazione anno 2018

    Citazione Originariamente Scritto da DuffMc92 Visualizza Messaggio
    Perché il leccio è una specie climax, mentre il pino silvestre è pioniera, provvisoria. Si rinnova solo se si rinnovano periodici disturbi del suolo; solo raramente può essere climax, in qualche lembo del suo areale dove il suolo non consente di andare oltre (cioè all' abete rosso, principalmente). Lo stesso discorso del pino silvestre vale per betulla, nocciolo, robinia, ecc...

    Ma comunque ho dubbioni anche sui popolamenti di leccio futuri.
    Ripopolamenti a partire da quelle rupi significa che improvvisamente le condizioni pedologiche di quei roccioni migliorano di punto in bianco; se s'intende anche espansione nelle zone limitrofe, peggio ancora, perché dalle rupi (che sono anche poche) alle pianure il suolo, ma anche il microclima, cambiano totalmente.
    Non so, ho l' impressione che, quando si parla di clima e vegetazione abbinati insieme, prevalga la modalità pilota automatico
    Ma secondo te con quella frase non si intende che il leccio potrebbe ripopolare il territorio perché la zona è più favorevole al leccio che a piante più nordiche?


    "All truths are easy to understand once they're discovered. The point is to discover them." ~ Galileo Galilei

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  4. #404
    Vento forte L'avatar di DuffMc92
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    Predefinito Re: Nowcasting vegetazione anno 2018

    Citazione Originariamente Scritto da Martin MB Visualizza Messaggio
    Ma secondo te con quella frase non si intende che il leccio potrebbe ripopolare il territorio perché la zona è più favorevole al leccio che a piante più nordiche?
    Certo. Perché sai, se la temperatura media annua ti passa da 13.9° a 14.1° allora la tua zona diventa da lecceta
    Per quello ho alluso al pilota automatico prima, ossia: la t sale, la vegetazione cambia, di pari passo, decimo per decimo, che è un po' l' assunzione automatica che viene fatta ogniqualvolta si parli dell' abbinamento clima/vegetazione zonale.

    Dunque la boccio.
    Passando invece da clima a condizioni pedologiche, nettamente più influenti su quelle leccete, riconfermo quanto detto prima. Siccome si parla di leccete di rupe, richiedono anche un determinato suolo per crescere, quindi: o tutta la zona limitrofa cambia improvvisamente il suolo in peggio, o la rupe diventa improvvisamente fertile e poco inclinata.

    Stai sciallo

  5. #405
    Burrasca L'avatar di EnnioDiPrinzio
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    Predefinito Re: Nowcasting vegetazione anno 2018

    Il leccio oltre a formare un climax specifico (quando è diffuso in modo massiccio in un dato territorio) partecipa come essenza minoritaria relegata in determinati microclimi ed ambienti (rocce strapiombanti esposte a sud).
    Pertanto non è corretto ripopolare di lecci zone ora coltivate , partendo dai lecci accantonati sulle rupi, perchè la vegetazione spontanea dei terreni coltivati limitrofi a quelle rupi,molto probabilmente è costituita da querce a foglia caduca (in Abruzzo questa è la regola e credo anche in Emilia).
    Sempre in Abruzzo,mancando il pino silvestre, c'è una conifera pioniera (il pino nero di Fara San Martino) che, tralasciando le estese piantagioni artificiali di pino nero austriaco, è presente in forma spontanea ed originaria su alcune rupi inaccessibili della Maiella, ove lì il faggio non gli può fare concorrenza.
    In questo senso presumo che anche per il pino silvestre esistano aree marginali ove questo albero può costituire un climax definitivo (le valli "aride" del pino silvestre sulle Alpi)

  6. #406
    Vento fresco L'avatar di alnus
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    Predefinito Re: Nowcasting vegetazione anno 2018

    Citazione Originariamente Scritto da DuffMc92 Visualizza Messaggio
    Mi fa piacere non essere l' unico a notare certe stupidaggini...!!!
    Che dispiacere comunque sta cosa dei pini... E questa moria veloce fa di nuovo pensare: che siano spontanei o piantati (come il 99% delle pinete di silvestre in Svezia e Germania)? Dubbio che attanaglia molti forestali, anche in ambiente universitario, docenti inclusi. Quante riflessioni astruse!
    Le monocolture di silvestre frequenti in Germania sono evidenti piantagioni.
    Invece laddove il pino è misto a farnia, betulla, frassino ed acero, io non vedo proprio perchè angosciarsi e sospettare. Quello è un bosco naturale, ed è così in molta parte d'Europa (Germania compresa) ed anche in Brianza.
    Anche riguardo alla Svezia starei abbastanza tranquillo: sono molte le avversità ambientali che in molti settori lo favoriscono rispetto al peccio (esiguità del suolo, vento, ecc.)

  7. #407
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    Predefinito Re: Nowcasting vegetazione anno 2018

    Oggi faccio un bel saltino alla riserva naturale del Contraffatte Pliocenico; vado a trovare qualche faggeta depressa


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  8. #408
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    Predefinito Re: Nowcasting vegetazione anno 2018

    Intanto iniziano a svegliarsi anche le jacarande qui

  9. #409
    Vento moderato L'avatar di Ragnarok
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    Citazione Originariamente Scritto da Martin MB Visualizza Messaggio
    Oggi faccio un bel saltino alla riserva naturale del Contraffatte Pliocenico; vado a trovare qualche faggeta depressa
    Ecco qua, ho fatto un salto e ho trovato dei bellissimi esemplari. Quelli in foto sono sui 300-320 mt di altitudine ma nei punti più favorevoli i faggi si spingono anche a 150 Mt, in ambiente di forra. Nella prima immagine invece ho fotografato un frassino minore (orniello) che si è spezzato, presumibilmente per la neve, ma non del tutto: infatti è ancora integro (la magia della natura )
    IMG_20180501_120147.jpg
    IMG_20180501_114317.jpg
    IMG_20180501_114224.jpg
    IMG_20180501_120718.jpg


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  10. #410
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    Citazione Originariamente Scritto da EnnioDiPrinzio Visualizza Messaggio
    Certa manualistica,diffusa un tempo anche fra gli addetti ai lavori (forestali) in cui la Penisola italiana, sotto i 500 m. rientrava inequivocabilmente nel "lauretum" mi fa ricordare un episodio accaduto qualche anno fa a Lanciano: si trattava di scegliere una alberatura che adornasse una nuova strada appena realizzata in una zona periferica della città.
    C'è da premettere che quella strada a quattro corsie, ricalcava il tracciato di una vecchissima strada medioevale, come se ne trovano ancora molte qui, sebbene in disuso, tutte alberate con roverelle secolari ( per dare refrigerio, con la loro ombra, durante la canicola estiva , al viandante di quei tempi che le percorreva a piedi o a cavallo).
    Tutto ciò premesso, sul bordo di tale nuova strada erano state risparmiate alcune roverelle, molto annose e si trattava di continuare la piantumazione con nuovi alberi.
    La scelta cadde sulla quercia rossa, probabilmente più disponibile presso i vivai, visto che nessuno chiede roverelle come piante ornamentali (io invece le trovo bellissime).
    Arrivò un esposto da parte di un forestale in pensione che sosteneva che sotto i 500 m. si era nel "lauretum" e quindi si sarebbero dovuti piantare lecci.
    (nonostante avesse davanti agli occhi le vecchie quercie dell'antica strada).
    La più grande di quelle roverelle è questa qui, avrà almeno 250-300 anni
    Allegato 486096

    p.s.
    a Lanciano si piantano anche lecci lungo alcune strade ma è un disastro quando nevica.... una ecatombe di rami spezzati sulle auto in sosta.
    Qui e ad Andria negli ultimi anni sono state effettuate alcune limitate piantumazioni urbane a roverella che stanno rispondendo egregiamente (una proprio sotto casa mia).

    Credo che nella scelta si ricorra ancora al leccio perchè più economico e più "conosciuto" da chi si occupa della manutenzione, almeno qui. Tuttavia da dieci anni a questa parte molti i lecci in città si sono ammalati della cosiddetta "peste del leccio" (epidemia favorita dalle potature scellerate) e quindi la gestione di queste alberature richiede un'ulteriore spesa per il trattamento antiparassitario. Quindi ben vengano le roverelle per alberare i viali urbani.


    **Always looking at the sky**

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