"All truths are easy to understand once they're discovered. The point is to discover them." ~ Galileo Galilei
Fondatore di Centro Meteorologico Bolognese
Sito di Centro Meteorologico Bolognese: https://centrometeobolognese.com/
Sito personale: https://martinmb.wixsite.com/*******martinmb
Stazione meteo: http://www.meteosystem.com/dati/sanchierlo/index.php
Mi dispiace contraddirvi, ma a parte che non esiste una "posizione geografica naturale" se non in qualche retaggio ottocentesco, manca proprio la definizione di geografia. Vi state limitando, anzi ci siamo limitati, alla geografia fisica; che però non è l'unica, esistendo anche la geografia umana ecc. Qui sotto una disanima abbastanza completa:
geografia in Vocabolario - Treccani
Non è assurda come pensate, vi faccio un esempio. Dal punto di vista fisico - stabilita la "regione italiana" - Corsica e Istria sono Italia. Dal punto di vista umano/politico no (tranne Muggia).
I problemi sono che:
- parli solo di geografia fisica, ed accetto la tua tesi, anzi direi che è abbastanza chiara e lineare (Italia Continentale = Nord); io però parlo anche di geografia umana;
- io ho dato alcuni parametri, tu invece ne prendi UNO alla volta e imbastisci un'antitesi su quello, che scusami ma non va bene; ad esempio io non ho parlato solo di fiume Po come unica discriminante;
- per la TERZA volta, ripeto che in realtà per me l'Emilia è sostanzialmente Nord, ho dubbi parziali su Bologna (che è comunque Emilia e quindi lì rimane), e dubbi più grossi sulla Romagna come geografia umana.
Da un punto di vista fisico, l'Emilia-Romagna è Nord almeno al 90% (Rimini) e siamo d'accordo. Dal punto di vista umano, trovo invece che presenti aspetti sia del Nord che del Centro Italia: se siamo/siete interessati, mi piacerebbe anche discuterne, anche per avere pareri da altre persone di altre regioni; se invece vogliamo limitarci all'aspetto fisico, mi fermo qui perché non voglio creare "zuffe" telematiche, e amici come prima.
Operare una distinzione di natura storico-culturale secondo me è una cosa veramente improba, anche perché come centri attrattori ne abbiamo parecchi anche al NW: il Ducato di Savoia, il Marchesato del Monferrato, il Ducato di Milano e la Repubblica di Genova sono i quattro principali, però ricoprono importanze storiche diverse a seconda del periodo... La comune radice franco-longobarda è troppo remota nel tempo per definire un'identità culturale comune al NW... per paradosso, le Venezie sono molto più omogenee e preciso subito che per "Venezie" intendo i territori venetofoni, dal Trentino orientale al Triestino e oltre fino a Zara. Venezia a differenza degli altri stati-regionali dell'attuale Italia settentrionale aveva comunque un proprio progetto socio-culturale, che agli altri evidentemente è mancato, forse per questioni di continuità storica.
Di fatto né il Ducato di Savoia, né il Marchesato di Monferrato, né la Repubblica di Genova, né il Ducato di Milano sono riusciti a creare qualcosa di simile al NW. Tu sei veneto e anche se hai girato l'Italia per studio e per via del tuo lavoro parti comunque da un territorio che ha comunque un proprio profilo culturale e socio-economico delineato. Il NW, nonostante i sottili fili storici e culturali che legano i territori che ne fanno parte è molto meno definibile...
Ultima modifica di galinsoga; 27/07/2018 alle 17:23
Perché l'Appennino Tosco-Emiliano (dalla Cisa verso est) è considerato dalla maggioranza dei geografi come l'inizio della Penisola italiana e lo spartiacque della dorsale tosco-emiliana e tosco-romagnola occidentale, fino a tutto il bacino del Reno e fino a quelli del Savio e del Rubicone, rappresentano comunque un punto geograficamente facile da circoscrivere. Il Reno, con il suo bacino, non è un affluente del Po ma, come l'Adige, è comunque considerato un fiume della regione padana (o padano-veneta), perché ha contribuito a formarla, Savio e Rubicone non hanno avuto un ruolo così importante, ma sfociano in Adriatico dopo aver percorso un ampio tratto di pianura romagnola. Il fiume Marecchia invece non ne fa già più parte, sfociando direttamente in Adriatico e non percorrendo tratti significativi di pianura prima della foce. Dal punto di vista geologico le cose invece sono molto più complicate che da quello geografico, ma è normale sia così...
Ultima modifica di galinsoga; 27/07/2018 alle 17:28
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Quando è in piena vi sfocia ancora, attraverso il Cavo Napoleonico.
Voglio rispondere a Filtur sulla geografia umana.
I confini politici tante volte non significano nulla, tant'è vero che i linguisti definiscono l'Emiliano-Romagnolo addirittura una lingua (galloromana beninteso) che prende da Tortona a Pesaro passando per Casalmaggiore.
Daltronde per il fatto che nella più recente storia pre unitaria il Lombardo-Veneto fosse austriaco non mi sembra che a Padova, ma nemmeno Udine o Trieste la gente parli Tedesco e mangi crauti.
Ultima modifica di alnus; 27/07/2018 alle 23:17
Vero, ma quasi mai l'identità linguistica coincide con quella socio-politica. Ad Ormea, che pure è in Provincia di Cuneo, si parla un dialetto che, al netto delle caratteristiche locali, è molto simile a quello delle vicine vallate imperiesi e non troppo diverso da quello che si parla nelle costiere Albenga e Loano, tuttavia per secoli gli ormeaschi si sono sentiti "SavoiaLdi" (con la "L") e hanno sviluppato una secolare diffidenza per Genova e per la Liguria, viste come potenze ostili... L'alta Val Roya (cuneese fino al 1947, poi francese) è linguisticamente ligure, al netto delle sue rilevanti peculiarità, il roiasco è strettamente imparentato con i dialetti intemelii dell'estremo Ponente e meno direttamente con il genovese (ma comunque più con il genovese che con il nizzardo, con il vivaro-alpino della vicina Limone o con il piemontese di Cuneo) tuttavia gli abitanti di Tenda e di Briga si ritenevano piemontesi e ora si sentono francesi. Conosco abbastanza bene l'anfizona linguistica tra Lombardia ed Emilia Romagna. I dialetti di buona parte del Mantovano e dell'estremo Sud cremonese sono completamente emiliani, tra le parlate di Casalmaggiore (CR) e Viadana (MN) e quelle di Brescello e Boretto (RE) ci sono differenze fonetiche e lessicali decisamente modeste e certamente l'omogeneità di quest'area è avvertita dagli stessi residenti, tuttavia i casalaschi si sentono lombardi e i brescellesi emiliani... in questo caso l'identità storica prevale su tutto il resto...
Aggiungo che il criterio linguistico, tanto amato dagli identitaristi, è qualcosa di veramente ambiguo: la Val Bormida savonese ad esempio è "piemontese" (o meglio prevalentemente "piemontesizzante") se adottiamo criteri lessicali, ma è ligure se ne adottiamo di fonetici, se usiamo il lessico il Piemonte lo facciamo arrivare fino a Cadibona (paese), ossia alle porte di Savona se usiamo la fonetica facciamo avanzare la Liguria fino almeno a Mombarcaro (CN)...
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