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Discussione: Il limite degli alberi

  1. #11
    Burrasca L'avatar di EnnioDiPrinzio
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    Predefinito Re: Il limite degli alberi

    Citazione Originariamente Scritto da alnus Visualizza Messaggio
    Ennio, complimenti! Bellissima descrizione!
    Per caso, hai una formazione geologica?
    No sono architetto....
    grazie per i complimenti.
    p.s.
    sulle conclusioni finali c'erano parecchi errori di battitura dallo smartphone (per il sonno non avevo riletto)
    ora è tutto a posto.
    Ultima modifica di EnnioDiPrinzio; 06/05/2018 alle 09:13

  2. #12
    Vento fresco
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    Predefinito Re: Il limite degli alberi

    Molto interessanti le descrizioni delle varie realtà forestali italiane, da cui emerge come il fattore cruciale siano le essenze forestali da cui è formato il bosco. Per prendere un esempio estremo: in Sardegna, dove non ci sono né conifere montane né faggi spontanei, il limite potenziale del bosco coincide sostanzialmente con quello superiore della roverella, che lì si colloca sui 1500 m, al di sopra infatti iniziano le formazioni di frutici e suffrutici tipiche del piano oromediterraneo (lande a Thymus herba-barona, Astragalus genargenteus, ecc.) e la vegetazione legnosa è costituita al massimo da boschetti di agrifoglio o di tasso, che vegetano di solito in vallette umide e protette dal vento, che invece ne ostacola la presenza nei pendii e sui crinali.

    Invece la formazione boschiva più elevata in quota dell'intero Piemonte e dell'intero territorio italiano è il lariceto di Punta della Stella, presso Valdieri, che risale i fianchi della montagna fino alla vetta (2567 m), ossia in pieno bioclima alpino e si trovano larici isolati perfino a quote superiori: vi sono infatti segnalazioni dalla morena laterale del ghiacciaio di Lourousa, sempre in Val Gesso, fino a 2820 m, al limite di un glacio-nevato ancora attivo e quindi al confine tra piano alpino e piano nivale. Però scrivere che in Piemonte il limite degli alberi è superiore di 1000 rispetto a quello che si riscontra in Sardegna sarebbe una grossissima approssimazione...
    Ultima modifica di galinsoga; 06/05/2018 alle 10:56

  3. #13
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    Predefinito Re: Il limite degli alberi

    Citazione Originariamente Scritto da paxo Visualizza Messaggio
    In realtà il Pino Mugo c'è anche qui sulla Maiella.
    L'ecologia dei mughi dell'Appennino Centrale (es. Maiella) è abbastanza differente da quella dei popolamenti dell'Appennino Settentrionale, nel Piacentino (dove si concentrano le maggiori estensioni), nel Parmense e nel Genovese, non mi risultano mughi nel Reggiano, anche perché Pinus mugo non vegeta sulle arenarie silicee che sono il substrato prevalente nell'Alto Appennino Tosco-Emiliano, soprattutto lungo la dorsale principale.

    Le popolazioni dell'Appennino Settentrionale appartengono alla subspecie uncinata (Pinus mugo subsp. uncinata), che vegeta anche su substrati metamorfici e vulcanici, purché poveri in silice libera, come basalti e ofioliti, e predilige il piano montano medio e superiore, ossia aree al margine della faggeta ma ancora entro la fascia potenziale del faggio. Solo il popolamento del crinale Monte Nero/Monte Bue, e i pochi esemplari della vetta del Ragola e dell'Aiona si trovano sul confine tra piano montano e fascia sopra-silvatica (subalpina), quindi appena sopra il limite potenziale della faggeta.

    Invece i mughi della Majella scendono occasionalmente nel piano montano lungo i canaloni valanghiferi, ma sono principalmente concentrati in quello sopra-silvatico, ossia al di sopra del limite potenziale della faggeta, risalendo fin quasi alla vetta del Monte Amaro, ambiente che rientra a tutti gli effetti nel piano alpino medio-superiore.

    I mugheti dell'Appennino Centrale, strettamente calcifili, assomigliano molto a quelli delle Dolomiti e delle Alpi Carniche, gli "uncineti" dell'Appennino Settentrionale sono molto simili a quelli delle Alpi Liguri, Cozie e Marittime, solo molto meno estesi, appartengono in gran parte alla serie del faggio (gli uncineti delle Alpi Liguri e Cozie caratterizzano quelle situazioni ecologiche, ad esempio i pendii rocciosi o i versanti aridi, in cui i faggi non si insediano facilmente e solo sporadicamente salgono molto oltre il limite potenziale della faggeta).

    Inoltre negli uncineti alpini vi sono quasi sempre abeti bianchi, specie negli avvallamenti in cui l'umidità edafica tende a mantenersi alta durante il dì. La stretta convivenza tra abete bianco (nuclei spontanei, ormai rarissimi) e pino uncinato è bene osservabile anche in Val Nure (PC) sui pendii sovrastanti il Lago Nero (1540 m) e fino alla vetta del Monte Nero (1752 m), nonché lungo il crinale accidentato e roccioso che collega quest'ultimo al Monte Bue (1775 m). Piccoli nuclei di pino uncinato e abete bianco si osservano anche tra il Passo della Spingarda e la vetta del Monte Aiona (1702 m) nella Val d'Aveto genovese e sul crinale tra Passo dello Zovallo e Monte Ragola, anche sul versante della Val Ceno (PR).
    Ultima modifica di galinsoga; 06/05/2018 alle 10:52

  4. #14
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    Predefinito Re: Il limite degli alberi

    C'è un altro limite degli alberi, molto meno conosciuto, spesso confuso con i disboscamenti di origine antropica:
    è la mancanza del bosco su certi pendii assolati ,ben al di sotto del limite altimetrico del bosco di una data zona.
    Quando stavo in Liguria avevo già notato l'assoluta mancanza del bosco sui ripidi versanti meridionali del monte Zatta (1404 m) e del monte Ramaceto (1345) al di sopra dei 900 m.
    Sono aree "steppiche" circoscritte, troppo aride ed assolate per i faggi (che invece sui meno ripidi versanti nord colonizzano quei monti fino alle vette) e troppo in alto per il quercieto.
    Neanche si può dire che l'uomo abbiamo creato con il disboscamento tali aree prive di alberi, perché a causa della forte acclività sono praticamente inaccessibili.
    Scendendo in Abruzzo ho notato tali fenomeni in aree ancora più vaste, anche se in Abruzzo la pastorizia è colpevole di molte lande brulle e prive di copertura boschiva.
    Tuttavia, nel corso di una ricerca paesaggistica , esaminando foto zenitali, dalle parti dei monti che dividono la val di Sangro dal Molise , ho notato la precisione chirurgica dell'estensione del bosco (faggeta abetina) sui pendii esposti a nord ed est e la completa mancanza del bosco nei pendii a sud ed ovest (più aridi su quei monti) oltre i 1000 m. (il limite delle quercie) .
    Tali pendii sarebbero favorevoli semmai ai pini neri.
    Altre ampie zone ,secondo me, sono quelle dei versanti meridionali del Gran Sasso (sotto.i 1800 m e sopra i 1000), troppo aride per i faggi e troppo in alto per le quercie.
    (Anche se molti propendono come causa il disboscamento a fini di pascolo, intensissimo nei secoli scorsi).
    Del resto se indagate, con Google earth le montagne un po' aride degli Usa centrali, vedrete questo fenomeno ampiamente diffuso: foreste di conifere sui versanti nord e lande steppiche su quelli a sud, (ove l'uomo non è ancora mai intervenuto).

    Chiudo con una ulteriore osservazione sul limite degli alberi, questa volta è un limite inferiore, a causa delle forti inversioni termiche delle conche intermontane.
    È un fenomeno abbastanza diffuso in Abruzzo in alcune conche di media quota (comunque sotto il limite del bosco) dove a causa delle minime notturne invernali molto basse il bosco non alligna .
    Un esempio in tal senso è la piana di Campo Felice, 1400 m. fondo di un antico lago alimentato dal grande ghiacciaio che nel pleistocene vi sboccava scendendo dal massiccio del Velino (sono ancora ben visibili le sue morene terminali sul fondo della piana), ebbene i pendii settentrionali che sovrastano la piana sono coperti dalla faggeta (che arriva fino ai 1750 ed oltre) mentre la piana e le parti basse dei pendii, soggetti a minime da inversione sino a -30° sono prive di alberi.
    Per i motivi esposti all'inizio di questo post, anche il costone esposto a mezzogiorno che sovrasta la piana ,pur al riparo dalle inversioni , è privo di bosco, per motivi di aridità e soleggiamento eccessivo ostile al faggio.
    Ultima modifica di EnnioDiPrinzio; 06/05/2018 alle 12:09

  5. #15
    Burrasca L'avatar di paxo
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    Predefinito Re: Il limite degli alberi

    Maiella versante ovest tra i 1700 e i 1900 metri a seconda delle zone finiscono i boschi, sul Morrone (esposizione nord-est) tra i 1500 e i 1700 metri.

  6. #16
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    Predefinito Re: Il limite degli alberi

    Versante sud prealpi trevigiane limite del bosco sui 1500-1550 mt, un po' difficile da determinare in quanto i boschi più in quota sono spesso peccete artificiali/indotte

  7. #17
    Vento forte
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    Predefinito Re: Il limite degli alberi

    Citazione Originariamente Scritto da Giovanni78 Visualizza Messaggio
    Nella vostra zona qual è il limite degli alberi?
    Qui il limite del bosco è all'incirca di 1950-2000 metri a seconda delle zone: in valle Formazza, dove scendono innumerevoli valanghe oltre i 1700 metri non ci sono larici.
    Larici isolati si spingono fino a 2100 metri, quelli sopra i 2200 si contano sulle dita di una mano.
    Generalmente i boschi di larice cominciano a 1400 metri, sotto dai 1100 a 1400 ci sono boschi di abete rosso, e dai 600 ai 1000 prevalgono i faggi.
    Sotto querce e castagni, anche se larici isolati e abeti sporadici si trovano anche a 700 metri
    Almeno nel Ticino Centrale direi che il limite assoluto della vegetazione sporadica si situi sui 2100 m. Per il resto direi che la situazione è molto simile alla tua, non a caso sono zone vicine.

    Tipici del Canton Ticino sono i castagneti puri alle basse quote, fondamentali nella storia socioeconomica del passato. Sembrano scontati i castagni in un bosco, ma curiosamente al nord delle Alpi questa specie arborea non si trova.

    Inoltre nelle zone di montagna ombrose (non sono molte, ma ci sono parecchi versanti esposti a nord) a una quota di circa 1000 m, assieme a faggi e pecci troviamo gli abeti bianchi, a cui è ovviamente riferito il nickname del sottoscritto. :-)

    Segnalo questo sito che può essere di interesse per mappe e specie arboree in Svizzera.

    IFN - Le piu frequenti specie arboree della Svizzera
    Ultima modifica di AbeteBianco; 12/05/2018 alle 19:54
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  8. #18
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    Predefinito Re: Il limite degli alberi

    L'abete rosso più in alto l'ho visto a Fiesco, a 1940-2000 metri ca.
    Il larice più in alto sotto al lago d'Avino, a quota 2250 metri circa.
    Ovviamente entrambi erano grandi come un cespuglio

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