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  1. #51
    Vento moderato L'avatar di Ragnarok
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    Predefinito Re: Alberi tipici delle regioni italiane

    Citazione Originariamente Scritto da alnus Visualizza Messaggio
    Giustissima l'osservazione di TreborSnow sulla germinabilità maggiore o minore delle specie. E' il motivo per cui l'olmo campestre è almeno qui un flagello. Anche perchè poi il 20 o 30% secca per la micosi e rimane ad abbruttire (ulteriormente) il paesaggio
    Ma che, io direi che superati i 15-20 anni di vita l'80% secca...è un gran peccato, l'omo sarebbe un albero grande come querce o faggi


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  2. #52
    Burrasca L'avatar di wtrentino
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    Predefinito Re: Alberi tipici delle regioni italiane

    Citazione Originariamente Scritto da Martin MB Visualizza Messaggio
    Ma che, io direi che superati i 15-20 anni di vita l'80% secca...è un gran peccato, l'omo sarebbe un albero grande come querce o faggi
    In un prato di mia proprietà ne avevo uno di 30m, una volta seccato l'abbiamo tagliato per la stufa a olle, ma era talmente grosso che ne abbiamo ancora da bruciare dopo 2-3 anni.
    Tra l'altro fa un odoraccio abbastanza schifoso.

    Inviato dal mio SM-A310F utilizzando Tapatalk
    prospetticamente le carte mostrano una potenziale tendenza verso alte potenzialità di prospettiva....

  3. #53
    Brezza leggera
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    Predefinito Re: Alberi tipici delle regioni italiane

    Citazione Originariamente Scritto da galinsoga Visualizza Messaggio
    Un conto è la naturalizzazione, un conto è l'entrare a far parte di consorzi naturali, le querce americane tipo Quercus palustris e Quercus rubra lo fanno, robinie e ailanti, che hanno un potenziale invasivo superiore, invece no. Le robinie nitrificano così fortemente il terreno da rendere problematico l'insediamento di altre comunità vegetali, anche a molti anni di distanza dal loro eradicamento. ...

    ciao
    sapresti spiegare a un profano, con poche parole e come se fosse alla tua nonna anziana questa cosa della nitrificazione? Grazie

    En passant, sulle colline di como ho notato che recentemente le robinie non sembrano più tanto in forma. In alcune zone sembra invece che al loro posto cresca con grande vigore l'acero di monte, diventando a sua volte quasi infestante, anche se più bellino come albero

  4. #54
    Burrasca L'avatar di -=VeNoSa=-
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    Predefinito Re: Alberi tipici delle regioni italiane

    Questa la ripartizione (in ettari) della superficie forestale in Basilicata:

    Querceti mesofili e meso-termofili 184.033
    Boschi di faggio 29.900
    Macchia 27.929
    Arbusteti termofili 24.589
    Altri boschi di latifoglie mesofile e meso-termofile 19.572
    Boschi di pini mediterranei 19.384
    Formazioni igrofile 13.950
    Boschi (o macchie alte) di leccio (leccio arboreo) 12.699
    Boschi di castagno 8.698
    Gariga 5.923
    Pinete oro-mediterranee e altri boschi di conifere e montane e sub-montane 5.762
    Piantagioni da legno e rimboschimenti con specie esotiche 2.208
    Aree temporaneamente prive di copertura forestale 763
    TOTALE 355.409

  5. #55
    Burrasca L'avatar di -=VeNoSa=-
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    Predefinito Re: Alberi tipici delle regioni italiane

    Aggiungo che la Basilicata è forse la regione che presenta la maggior varieganza del territorio.
    In pochi chilometri si passa dalle verdeggianti pinete mediterranee della costa jonica ai frutteti della piana metapontina, dalle coltivazioni di ulivi,viti e grano delle aree settentrionali e collinari alle zone argillose e brulle dei calanchi; dai querceti e castagni delle colline, ai faggi, i cerri e gli ontani delle montagne.
    Non mancano però l'abete bianco (nelle abetine di Ruoti e di Laurenzana), la macchia mediterranea accoppiata a pini d'Aleppo (costa tirrenica), salici bianchi e fragili (nella riserva del Lago di Pantano). Da menzionare anche il bosco di Rubbio, dove esemplari di abete si sviluppano in maniera più rilevante rispetto al faggio, consendendo loro dimensioni notevoli.
    Ma se dovessi scegliere un simbolo, la scelta ricadrebbe senza dubbi nel pino loricato. Seppur in forma minore rispetto alle altre specie, la sua figura unica in Italia lo rende di sicuro un simbolo.

  6. #56
    Vento moderato L'avatar di Ragnarok
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    Predefinito Re: Alberi tipici delle regioni italiane

    Citazione Originariamente Scritto da -=VeNoSa=- Visualizza Messaggio
    Aggiungo che la Basilicata è forse la regione che presenta la maggior varieganza del territorio.
    In pochi chilometri si passa dalle verdeggianti pinete mediterranee della costa jonica ai frutteti della piana metapontina, dalle coltivazioni di ulivi,viti e grano delle aree settentrionali e collinari alle zone argillose e brulle dei calanchi; dai querceti e castagni delle colline, ai faggi, i cerri e gli ontani delle montagne.
    Non mancano però l'abete bianco (nelle abetine di Ruoti e di Laurenzana), la macchia mediterranea accoppiata a pini d'Aleppo (costa tirrenica), salici bianchi e fragili (nella riserva del Lago di Pantano). Da menzionare anche il bosco di Rubbio, dove esemplari di abete si sviluppano in maniera più rilevante rispetto al faggio, consendendo loro dimensioni notevoli.
    Ma se dovessi scegliere un simbolo, la scelta ricadrebbe senza dubbi nel pino loricato. Seppur in forma minore rispetto alle altre specie, la sua figura unica in Italia lo rende di sicuro un simbolo.
    Bella descrizione! Ma il pino loricato non è più tipico della Calabria?


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  7. #57
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    Predefinito Re: Alberi tipici delle regioni italiane

    Citazione Originariamente Scritto da Martin MB Visualizza Messaggio
    Bella descrizione! Ma il pino loricato non è più tipico della Calabria?
    Il pino loricato è tipico dei Balcani (Albania, Bulgaria, NE Grecia), l'isolato appenninico si concentra principalmente attorno al Pollino, sia sul versante calabrese sia su quello lucano. Comunque ce ne sono piccoli nuclei anche sul Sirino e sulle montagne del Cilento, in Provincia di Salerno.

  8. #58
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    Predefinito Re: Alberi tipici delle regioni italiane

    Citazione Originariamente Scritto da ldanieli Visualizza Messaggio
    ciao
    sapresti spiegare a un profano, con poche parole e come se fosse alla tua nonna anziana questa cosa della nitrificazione? Grazie

    En passant, sulle colline di como ho notato che recentemente le robinie non sembrano più tanto in forma. In alcune zone sembra invece che al loro posto cresca con grande vigore l'acero di monte, diventando a sua volte quasi infestante, anche se più bellino come albero
    La robinia, come moltissime leguminose, vive in simbiosi con colonie di batteri (genere Rhizobium) che le consentono di fissare l'azoto atmosferico, in forma di nitrati, il risultato finale è un processo che si chiama eutrofizzazione del suolo. I nitrati sono importantissimi per la vita vegetale, ad esempio la capacità di produrre nitrati da parte dell'erba medica (altra leguminosa) è utilizzata per arricchire i suoli esauriti dal frumento (rotazione delle colture). Tuttavia i terreni eccessivamente nitrificati sono tossici per la maggior parte delle piante, per cui alla lunga sul suolo dei robinieti si insediano pochissime specie, a parte la robinia e il sambuco (specie fortemente nitrofila). Non mi preoccuperei per la diffusione dell'acero di monte, trattandosi di pianta con attitudini colonizzatrici è normale che invada zone rimaste scoperte, poi seguiranno altri alberi.
    Ultima modifica di galinsoga; 07/07/2018 alle 11:04

  9. #59
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    Predefinito Re: Alberi tipici delle regioni italiane

    Ottimo. Comunque ho finalmente trovato la mappa di distribuzione del pungitopo (ruscus aculeatus) : come vedete non è assolutamente indicatore di mediterraneità! Si trova anche nelle isole britanniche e in Francia orientale! Non capisco proprio gli autori che lo consideravano indicatore di vegetazione mediterranea a-study-on-the-genus-ruscus-and-its-horticultural-value-14-638.jpg


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  10. #60
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    Predefinito Re: Alberi tipici delle regioni italiane

    L'olmo purtroppo ha il problema della grafiosi, arrivati attorno ai 15 anni, gli alberi affetti da questa patologia tendono a seccare rapidamente perché il fungo ascomicete che la provoca (Ophiostoma novo-ulmi) invade i vasi linfatici e li ostruisce, provocando la morte della pianta.

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