"All truths are easy to understand once they're discovered. The point is to discover them." ~ Galileo Galilei
Fondatore di Centro Meteorologico Bolognese
Sito di Centro Meteorologico Bolognese: https://centrometeobolognese.com/
Sito personale: https://martinmb.wixsite.com/*******martinmb
Stazione meteo: http://www.meteosystem.com/dati/sanchierlo/index.php
In un prato di mia proprietà ne avevo uno di 30m, una volta seccato l'abbiamo tagliato per la stufa a olle, ma era talmente grosso che ne abbiamo ancora da bruciare dopo 2-3 anni.
Tra l'altro fa un odoraccio abbastanza schifoso.
Inviato dal mio SM-A310F utilizzando Tapatalk
prospetticamente le carte mostrano una potenziale tendenza verso alte potenzialità di prospettiva....
ciao
sapresti spiegare a un profano, con poche parole e come se fosse alla tua nonna anziana questa cosa della nitrificazione? Grazie
En passant, sulle colline di como ho notato che recentemente le robinie non sembrano più tanto in forma. In alcune zone sembra invece che al loro posto cresca con grande vigore l'acero di monte, diventando a sua volte quasi infestante, anche se più bellino come albero
Questa la ripartizione (in ettari) della superficie forestale in Basilicata:
Querceti mesofili e meso-termofili 184.033
Boschi di faggio 29.900
Macchia 27.929
Arbusteti termofili 24.589
Altri boschi di latifoglie mesofile e meso-termofile 19.572
Boschi di pini mediterranei 19.384
Formazioni igrofile 13.950
Boschi (o macchie alte) di leccio (leccio arboreo) 12.699
Boschi di castagno 8.698
Gariga 5.923
Pinete oro-mediterranee e altri boschi di conifere e montane e sub-montane 5.762
Piantagioni da legno e rimboschimenti con specie esotiche 2.208
Aree temporaneamente prive di copertura forestale 763
TOTALE 355.409
Aggiungo che la Basilicata è forse la regione che presenta la maggior varieganza del territorio.
In pochi chilometri si passa dalle verdeggianti pinete mediterranee della costa jonica ai frutteti della piana metapontina, dalle coltivazioni di ulivi,viti e grano delle aree settentrionali e collinari alle zone argillose e brulle dei calanchi; dai querceti e castagni delle colline, ai faggi, i cerri e gli ontani delle montagne.
Non mancano però l'abete bianco (nelle abetine di Ruoti e di Laurenzana), la macchia mediterranea accoppiata a pini d'Aleppo (costa tirrenica), salici bianchi e fragili (nella riserva del Lago di Pantano). Da menzionare anche il bosco di Rubbio, dove esemplari di abete si sviluppano in maniera più rilevante rispetto al faggio, consendendo loro dimensioni notevoli.
Ma se dovessi scegliere un simbolo, la scelta ricadrebbe senza dubbi nel pino loricato. Seppur in forma minore rispetto alle altre specie, la sua figura unica in Italia lo rende di sicuro un simbolo.
"All truths are easy to understand once they're discovered. The point is to discover them." ~ Galileo Galilei
Fondatore di Centro Meteorologico Bolognese
Sito di Centro Meteorologico Bolognese: https://centrometeobolognese.com/
Sito personale: https://martinmb.wixsite.com/*******martinmb
Stazione meteo: http://www.meteosystem.com/dati/sanchierlo/index.php
Il pino loricato è tipico dei Balcani (Albania, Bulgaria, NE Grecia), l'isolato appenninico si concentra principalmente attorno al Pollino, sia sul versante calabrese sia su quello lucano. Comunque ce ne sono piccoli nuclei anche sul Sirino e sulle montagne del Cilento, in Provincia di Salerno.
La robinia, come moltissime leguminose, vive in simbiosi con colonie di batteri (genere Rhizobium) che le consentono di fissare l'azoto atmosferico, in forma di nitrati, il risultato finale è un processo che si chiama eutrofizzazione del suolo. I nitrati sono importantissimi per la vita vegetale, ad esempio la capacità di produrre nitrati da parte dell'erba medica (altra leguminosa) è utilizzata per arricchire i suoli esauriti dal frumento (rotazione delle colture). Tuttavia i terreni eccessivamente nitrificati sono tossici per la maggior parte delle piante, per cui alla lunga sul suolo dei robinieti si insediano pochissime specie, a parte la robinia e il sambuco (specie fortemente nitrofila). Non mi preoccuperei per la diffusione dell'acero di monte, trattandosi di pianta con attitudini colonizzatrici è normale che invada zone rimaste scoperte, poi seguiranno altri alberi.
Ultima modifica di galinsoga; 07/07/2018 alle 11:04
Ottimo. Comunque ho finalmente trovato la mappa di distribuzione del pungitopo (ruscus aculeatus) : come vedete non è assolutamente indicatore di mediterraneità! Si trova anche nelle isole britanniche e in Francia orientale! Non capisco proprio gli autori che lo consideravano indicatore di vegetazione mediterranea a-study-on-the-genus-ruscus-and-its-horticultural-value-14-638.jpg
"All truths are easy to understand once they're discovered. The point is to discover them." ~ Galileo Galilei
Fondatore di Centro Meteorologico Bolognese
Sito di Centro Meteorologico Bolognese: https://centrometeobolognese.com/
Sito personale: https://martinmb.wixsite.com/*******martinmb
Stazione meteo: http://www.meteosystem.com/dati/sanchierlo/index.php
L'olmo purtroppo ha il problema della grafiosi, arrivati attorno ai 15 anni, gli alberi affetti da questa patologia tendono a seccare rapidamente perché il fungo ascomicete che la provoca (Ophiostoma novo-ulmi) invade i vasi linfatici e li ostruisce, provocando la morte della pianta.
Segnalibri