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  1. #1
    Vento forte L'avatar di grigna
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    Predefinito Viaggio in USA on the road, il mio punto di vista.....

    Tutto iniziò dal giorno in cui la Barby mi annunciò che in novembre si sarebbe laureata.
    Da tempo avevo in mente di tornare negli Stati Uniti e ho subito preso la palla al balzo promettendogli che avremmo fatto un viaggio insieme e che sarebbe stato il mio regalo di laurea.
    Detto fatto,eccola nel giorno della laurea giovedi 24 novembre…..



    e dopo una settimana trascorsa tra festeggiamenti e preparativi, il 3 dicembre alle decolliamo da Malpensa destinazione London Heatrow. Dopo un breve pasto nel terminal 5 dell’aeroporto londinese, con un treno shuttle ci portiamo al nostro gate dove il 747 destinazione Las Vegas è già pronto ad attenderci.



    Mentre scatto qualche fotografia, frugo tra le tasche e cazzo il cellulare non c’è. Cerca di qui, cerca di là ma niente, è sparito. Faccio un disperato tentativo di ricerca nei d’intorni ma nulla. Tornare all’aera arrivi del terminal 5 è impensabile, il decollo è tra 20 minuti e torno indietro mestamente imbarcandomi sull’aereo con le pive nel sacco.
    Dopo quasi 12 ore di volo rese interminabili dalle fobie “Barbaresche” finalmente atterriamo a Las Vegas.
    Sbrigate tutte le faccende doganali e ritirata la nostra bellissima jeep Ford Escape (un vero salotto) ci dirigiamo verso il centro città.
    Ecco un paio di scatti in realtà fatti quando siamo ritornati a Las Vegas.





    Arrivati in albergo ci precipitiamo nel buffet in cerca di cibo dove facciamo subito confidenza con ciò che mangiano gli americani. Dopo una doccia rigenerante, a letto stremati.
    Il giorno 4 ci svegliamo alle 6 per via del fuso orario, 9 ore sono tante….
    Dopo colazione iniziamo la nostra risalita verso Nord con obiettivo Panguitch, remota località alle porte del Bryce Canyon National Park.
    Si abbandona il Nevada e si entra nello Utah, dove ci rimarremo per circa una settimana.



    Per arrivare a Panguitch passiamo attraverso lo Zion National Park dove ci fermiamo giusto lungo la strada a fare qualche foto.



    La strada prosegue verso Nord e sale anche di quota. Verso i 1600 m. troviamo la prima neve e il termometro precipita sotto lo zero. La tanto paventata discesa fredda si materializza e arrivati a Panguitch la temperatura è sui –7°C.
    Questa località in inverno è di una tristezza assoluta. Ci sono solamente alcuni motel aperti, benzinai e gli immancabili Subway e Pizza Hut.
    Per il resto tutto chiuso, neanche un’anima in giro. Mentre osservo queste strade deserte mi vengono in mente le calde serate estive che si vivono in quei luoghi con turisti che sbucano da tutte le parti. Devo dire che da una parte quest’atmosfera di abbandono un po’ mi inquieta ma dall’altra mi affascina.
    Il giorno 5, Barby mi strattona nel letto: “svegliati è giorno!” Mi alzo di soprassalto, guardo la sveglia e sono le 4.55!
    Cazzo Barby ma è ancora piena notte, cosa dici che è giorno? Vabè, ormai siamo svegli, perché non andiamo a vedere l’alba su al Bryce?
    Ok, alle 5.20 siamo in auto convinti che l’alba inizi alle 6. Effettivamente a Las Vegas l’alba era stata alle 6 ma qui nello Utah abbiamo guadagnato un’ora e quindi albeggia alle 7.
    Il cielo è stellato eppure nevica. Ci alziamo di quota e la temperatura precipita a –15°C. Fuori tira un forte vento e il cielo si è coperto. Ci troviamo nel mezzo di un mini-blizzard molto interessante che fa tanto atmosfera nordica. E pensare che nel 2004 c’eran 30°C a 2600 m…..





    Purtroppo l’alba è rovinata da nubi sottili che avvolgono la montagna scaricando cristalli di ghiaccio ma appena il sole si fa strada nel giorno, anche il Bryce Canyon si concede ai miei obiettivi. Barby non scende dall’auto, è intirizzita dal freddo. Un po la capisco visto che fino al giorno prima stava con i suoi bei 10-12°C di Bellano ma se vado in America le cose le devo vedere ad ogni costo.
    Di seguito qualche immagine relativa a questo parco nazionale tra i più belli degli States.









    Nel pomeriggio proseguiamo il nostro viaggio verso NE macinando miglia su miglia attraversando sconfinati territori occupati da praterie alternate a zone più desertiche a seconda dell’altezza. Infatti, una caratteristica di queste zone è il continuo cambiare altitudine nel giro di poche miglia passando magari da 1500 metri a 3200 metri come è capitato a noi.








    In direzione Green River troviamo per caso queste bellissime conformazioni sabbiose.






    Giunti a Green River, visto l’andazzo del paese (tristezza immense) decidiamo di farci altri 100 km e raggiungere Moab, paesino di circa 8000 abitanti che sarà il nostro campo base nei successive 2 giorni essendo vicinissimo all’ingresso dei parchi nazionali di Arches e Canyonlands.
    Il giorno 6 prima di salire ad Arches entriamo in un supermercato a fare la spesa. La cosa che ci colpisce di più sono 2 intere corsie dedicate ai biglietti di auguri, i mdecinali venduti liberamente, le decine di tipi di prosciutto di tacchino nei frigor, il reparto ortofrutta con delle mele che paiono smaltate talmente luccicano e il fatto che alla cassa, oltre alla cassiera c’è un addetto che ripone la merce nei sacchetti.
    Dopo questa breve divagazione torniamo alla natura è all’Arches National Park, sicuramente uno dei 3 luoghi più affascinanti visitati in questa vacanza.
    Il parco presenta la più alta concentrazione al mondo di archi naturali. Se ne incontrano di vari tipi e grandezze ma sicuramente quelli che ci hanno colpito maggiormente sono stati il Double Arch e il Delicate Arch.
    Ecco prima tre immagini del Double Arch. Nella terza immagine compare un ragazzotto classico americano del Colorado, solitario e barbuto (mi ricordava molto il Nibi).







    Verso metà pomeriggio iniziamo una breve escursione all’interno del parco dove fa capolino la luna.
    La meta di questa escursione è il Delicate Arch, il più famoso e fotografato arco naturale del mondo, colui che è diventato il simbolo dello Utah.
    Lo fotografiamo da tutte le angolazioni possibili e immaginabili rimanendoci fino a quando il sole ha lasciato il posto alla notte.
    Abbiamo vissuto dei momenti veramente intensi, davvero emozionanti ed entusiasmanti di fronte a tale grandiosità della natura.











    Il giorno 7 dicembre rimarrà nella nostra memoria come una giornata deludente. Cmplii le grandi emozioni vissute il giorno prima ad Arches, la visita di Canyonlands ci delude parecchio. Forse questo parco andrebbe approfondito per poter godere di grandi paesaggi ma visto così dall’alto, ci ha detto davvero poco.
    Prima di qualche foto di Canyonlands, una foto un po diversa scattata in un cimitero delle macchine. Mi era già capitato di trovarne in California nel 2004, in USA sono ancora abbastanza diffusi. Probabilmente per via dei loro inesistenti problemi di spazio, disseminano un appezzamento di prateria di queste vecchie carcasse di automobili.



    Ecco ora qualche immagine di Canyonlands, precisamente dalla Isle in the Sky. Come dice il nome stesso si tratta di un altopiano posto tra il Colorado River e il Green River che scorrono 5-600 metri più in basso.









    prosegue...

  2. #2
    Vento forte L'avatar di grigna
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    Predefinito Re: Viaggio in USA on the road, il mio punto di vista.....

    L’8 dicembre decidiamo di cambiare un attimo paesaggi, basta canyon e praterie.
    Così sconfiniamo in Colorado e raggiungiamo Cortez, una cittadina a 1800 metri di quota posta all’ingresso del Mesa Verde National Park.
    Questo parco non ha nessuna attrattiva naturale da visitare. Ciò che c’è da vedere qui sono le antiche abitazioni dei puebloans, quelli che volgarmente chiamiamo indiani.
    Tramite la signora del nostro motel, molto cordiale e disponibile, veniamo a sapere che proprio quella sera ci sarà un evento chiamato “Luminaria”. Praticamente alcune di queste abitazioni vengono illuminate e una serie di concerti natalizi allietano la serata facendo accorrere centinaia e centinaia di persone dai villaggi circostanti.
    Prima del tramonto riusciamo a vedere alcune di queste abitazioni mentre con l’arrivo della sera, inizia Luminaria.





    Tornati a Cortez in serata, mi viene la malaugurata idea di entrare in un ristorante italiano.
    Ordino un piatto di lasagne che si riveleranno presto le peggiori della mia vita. Aglio a tutto spiano, hamburger macinato al posto del ragù e tanto peperoncino.
    Un mix letale per il mio stomaco.
    Il giorno successivo, ripresomi dalle lasagne di brontosauro, ci dirigiamo verso la mitica Monument Valley. Per raggiungerla facciamo una breve deviazione fino alla Moky Dugway (niente di speciale) che conduce alla Valley of the Gods per poi arrivare a Mexican Hat, una sperduta località posta in un deserto di terra rossastra.
    Ecco il paese sullo sfondo:




    L’ingresso della Monument Valley. Questa foto ce l’hanno proprio tutti….io almeno la metto in bianco e nero per diversificarmi un po.



    Entrati nel parco della Monument, ci fiondiamo subito in una strada sterrata che porta al John Ford Point, luogo in cui sono stati girati leggendari film western.
    Da qui ammiriamo un bellissimo tramonto e successivamente il sorgere della luna piena. Altro momento veramente emozionante…..











    Dopo aver vissuto queste belle emozioni la Barby decide che stasera si dorme nel mega hotel della Monument Valley.
    Fortuna che è bassa stagione e con 105 $ riesco a cavarmela…. Devo dire che ne è valsa la pena visto che questo era ciò che si vedeva dalla nostra camera (la foto non rende molto aimè):



    Ecco come si presentava la nostra auto la mattina dopo:



    Alla fine ci ha pensato una bufera di neve qualche giorno dopo a lavarla un pochetto….
    Il 10 dicembre è stata una giornata prevalentemente di trasferimento con arrivo a Page, località con diverse attrattive, un sacco di chiese di ogni ordine religioso e dove le strade fumano….



    A Page prenotiamo subito un tour fotografico nell’Antelope Canyon e la domenica mattina accompagnati da un Navajo molto simpatico e chiacchierone andiamo a visitare questo luogo assurdo.
    Ci ero già stato nel 2004 ma tutte le fotografie scattate quella volta le avevo buttate poiché la pellicola si era rovinata per via della sabbia entrata negli ingranaggi.
    Fortunatamente ora con le digitali ciò è più difficile che avvenga.

    Ecco qualche immagine del canyon:









    Dopo una bella siesta in albergo, al tramonto andiamo a fotografare l’Horseshoe Bend passando anche dalla diga che forma il Lake Powell:



    Eccoci all’Horseshoe Bend, una fotogenicissima ansa del Colorado River:





    Arriviamo al giorno 12, il più atteso. Già da qualche giorno tenevo d’occhio le previsioni del tempo e proprio per quel giorno era previsto un passaggio perturbato. Fino all’ultimo ho sperato che qualcosa nei modelli non funzionasse ma niente da fare, ci svegliamo sotto un cielo molto nuvoloso.
    La meta di oggi è il mitico The Wave, un angolo in cui la natura ha dato il meglio di se creando meravigliose striature tra la roccia.
    Per accedere a quest’area super protetta occorre partecipare ad un’estrazione che avviene tre mesi prima del possibile giorno di ingresso. Avendo deciso di andare negli States solamente a metà ottobre, la lotteria per dicembre era già stata effettuata. Guardando però nel calendario delle prenotazioni, il 12 dicembre risultavano 2 posti vacanti. Zac, colpo di culo e compro immediatamente questi 2 ultimi posti liberi (solo 20 al giorno possono andarci).
    Ma si sa che la fortuna non è molto amica mia e in qualche modo qualcosa deve andare storto…..arrivati al parcheggio infatti, si abbassa la nebbia e inizia a nevicare copiosamente. Decidiamo di partire ugualmente e che anzi, il Wave con la neve deve essere ancora più spettacolare che con il sole.
    Non essendoci nessun cartello, nessuna indicazione, orientarsi risulta molto complicato. A casa l’ente del parco mi aveva spedito un opuscolo con alcune immagini necessarie per orientarsi ma oggi con la nebbia, tutto risulta più complicato.
    Vaghiamo inutilmente tra distese di sabbia e rocce rosse per circa 2 ore fino a quando, con le pive nel sacco, ce ne torniamo all’auto.
    La neve ce l’ha giocata veramente sporca sta volta…..
    Ecco un paio di foto di quei momenti….





    Per tutto il resto della giornata continuo a rimbombarmi nella mente il pensiero di dove cavolo abbiamo sbagliato, di dove poteva essere il passaggio giusto ma ormai il The Wave è andato….. sicuramente ci tornerò visto che non mi piacciono queste disfatte….
    Il giorno successivo è dedicato al trasferimento a Las Vegas in vista del volo del giorno dopo destinazione New York.
    Prima di arrivare nella città dai mille casinò e bordelli vari, facciamo un salto alla Hoover Dam, la diga che rifornisce di acqua potabile e di energia elettrica questa città che si espande nel deserto sempre di più.



    Nei paesi del Nevada questi cartelli aiutano la popolazione a capire quando è possibile bagnare e quando invece è proibito. E’ la vita nel deserto….



    E dopo 10 giorni, eccoci nuovamente a Las Vegas, capitale della trasgressione e delle stranezze più inimmaginabili:







    Da una città tutto sommato piccola, il giorno successivo ci trasferiamo nella metropoli per eccellenza ovvero New York. Atterrati al Jfk, un taxista spericolato, destreggiandosi nel caotico traffico della città (Milano in confronto è nulla), ci deposita davanti al nostro albergo, a 200 m dalla centralissima Times Square.
    Qui iniziano i problemi….. stanza al 18esimo piano, rifatta da pochissimi giorni. E la Barby:” no qui io non ci dormo, non senti che puzza di vernice che c’è?” boh io non la sento, è il mio mestiere….
    Morale ci facciamo trasferire in una vecchia camera al 6° piano, ancora da ristrutturare.
    A causa del rumore proveniente dalla strada non chiudiamo praticamente occhio per tutta la notte e al mattino ci buttiamo nel caos della città
    Probabilmente perché eravamo stati 10 giorni nel silenzio e nella natura, catapultati a New York ci sentiamo spaesati, completamente fuori luogo e frastornati dai rumori e dalla fiumana di gente che c’è in giro.
    Giriamo un po a caso senza una meta precisa fino a quando prendiamo l’autobus scoperto che ci porta a vedere i luoghi principali della metropoli. Scendiamo a Soho e troviamo un po di tranquillità a Little Italy e Chinatown. Qui non ci sono palazzi e non c’è rumore. Solo qualche schiamazzo.
    Poi verso sera ritorniamo verso l’albergo e ci fermiamo a Times Square, la piazza simbolo di New York con tutti questi grandi schermi colorati. Fa una certa impressione….
    Barby decide di farsi cambiare ancora stanza e sta volta ci rimandano in alto, precisamente al 27esimo piano. Anche in questo caso notte in bianco a causa dei ventoloni che stanno sopra il tetto. La mattina seguente altro cambio di camera, 4 piani più sotto….
    Con il nostro super bus ci dirigiamo verso sud dove visitiamo Ground Zero, il distretto finanziario con Wall Street e poi la Statua della Libertà.
    Al rientro in albergo ci sta anche una breve puntatina sull’Empire State Building da dove si gode una vista immensa sull’intera città (non si vede la fine).
    Sabato ancora un breve giretto e poi via all’aeroporto dove un 767 dell’American Airlines ci riporta in Italia e a casa nostra.

    Ora una carrellata di foto della Grande Mela per concludere questo mega reportage. Quando entro in una città mi scappa qualsiasi ispirazione fotografica e scatto a caso.


    New York ci accoglie così




    contrasti newyorkesi





    Little Italy







    Chinatown





    Times Square





    Dedicata all’amico Corvonero





    Classica inquadratura della città





    Se è brutta sta statua….





    Patriottismo Americano





    2 immagini scattate dall’Empire State Building a 380 m di altezza.







    Ciao ciao New York. Il mio bonus per le città sta per terminare. Mancano Roma e Firenze poi stop, odio profondamente visitare le città.


  3. #3
    Tempesta L'avatar di Gianluigi
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    Predefinito Re: Viaggio in USA on the road, il mio punto di vista.....

    Complimenti per le foto...sono stato negli stessi posti quest'estate....D'inverno assume tutto un aspetto diverso! wow

    Gianluigi D'Onofrio

    Il tempo in Valle d'itria qui

    http://www.meteovalleditria.it/

  4. #4
    Vento forte L'avatar di Za
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    Predefinito Re: Viaggio in USA on the road, il mio punto di vista.....

    bellissime... un giro che voglio fare anche io prima o poi, più prima che poi...

    always looking at the sky

    Ciao Tub!

  5. #5
    Uragano L'avatar di roby4061
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    Predefinito Re: Viaggio in USA on the road, il mio punto di vista.....

    che figata. per me un viaggio del genere rimarrà sempre e soltanto un sogno.

    la prima serie di foto è qualcosa di meraviglioso, davvero.

    e il cellulare, alla fine dove l'hai lasciato?

    PS certo che ne devi avere avuta di pazienza
    Villar Perosa, B.ta Casavecchia (TO) 630 m
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  6. #6
    Burrasca forte L'avatar di rainbow
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    Predefinito Re: Viaggio in USA on the road, il mio punto di vista.....

    HAI FATTO in fretta e un buon lavoro per dare la prima idea generale..

    Times Square è la foto che non mi gusta..abbiamo fatto di meglio quella sera ...le ricordo bene!
    Prima o Poi le metterò pure io..sono troppe


    -Adoro la luna piena...e la neve :-D!!! -Odio gli insetti

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  7. #7
    Burrasca forte L'avatar di rainbow
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    Predefinito Re: Viaggio in USA on the road, il mio punto di vista.....

    Citazione Originariamente Scritto da roby4061 Visualizza Messaggio
    che figata. per me un viaggio del genere rimarrà sempre e soltanto un sogno.

    la prima serie di foto è qualcosa di meraviglioso, davvero.

    e il cellulare, alla fine dove l'hai lasciato?

    PS certo che ne devi avere avuta di pazienza
    In città scattava assai..ma si vede che non è il suo forte..almeno New York a Las Vegas si è comportato benone

    Il cell è da Gordon Ramses (noto ristorante inglese)

    Si si intanto dopo 4 giorni gli mancavo assai...


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  8. #8
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    Predefinito Re: Viaggio in USA on the road, il mio punto di vista.....

    Citazione Originariamente Scritto da roby4061 Visualizza Messaggio
    che figata. per me un viaggio del genere rimarrà sempre e soltanto un sogno.

    la prima serie di foto è qualcosa di meraviglioso, davvero.

    e il cellulare, alla fine dove l'hai lasciato?

    PS certo che ne devi avere avuta di pazienza
    penso sia abbastanza difficile scattare brutte foto in quei luoghi. La Barby mi sa che c'è riuscita non essendosi minimamente impegnata. Pensa che i primi 2 giorni li ha praticamente passati in auto perchè fuori tirava un vento bello freddo. Ma dico io, sei venuta fino in America per rimanere in auto?

    Perchè dici che un viaggio del genere rimarrà sempre e solo un sogno? nella vita tutto può succedere.....

  9. #9
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    Predefinito Re: Viaggio in USA on the road, il mio punto di vista.....

    Citazione Originariamente Scritto da rainbow Visualizza Messaggio
    Si si intanto dopo 4 giorni gli mancavo assai...
    beh anche se quando siamo insieme ci vuole tanta pazienza io sono innamoratissimo di te e quindi dopo 1 giorno già mi manchi......

  10. #10
    Uragano L'avatar di roby4061
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    Predefinito Re: Viaggio in USA on the road, il mio punto di vista.....

    Citazione Originariamente Scritto da grigna Visualizza Messaggio
    Perchè dici che un viaggio del genere rimarrà sempre e solo un sogno? nella vita tutto può succedere.....
    perchè dubito fortemente che me lo potrò mai permettere

    Citazione Originariamente Scritto da grigna Visualizza Messaggio
    beh anche se quando siamo insieme ci vuole tanta pazienza io sono innamoratissimo di te e quindi dopo 1 giorno già mi manchi......
    che sviolinata
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