PRIVERNO (LT) Una Gita....sul Monte Seiano.

[Pino da Priverno]

Sabato 5 novembre alle 8.30 del mattino, un gruppo di 5 persone sotto un cielo fiacco e grigiastro e una temperatura di 13°C partono da Priverno centro per una ricognizione sul Monte Seiano - cima del sistema collinare omonimo elevantesi a Ovest del centro urbano - con l'intento di gettare le basi per un nuovo sentiero su quella ripida china calcarea, splendida oasi naturalistica in gran parte inviolata.
Lasciata l'automobile in localitÃ* "Campo al Pozzo" sull'altopiano di Boschetto, la salita è subito ardua in mezzo a un bosco misto di conifere tra grosse pietre affioranti e resti di alti muri a secco di epoca indefinibile. Al termine del bosco un cacciatore solitario più in vena di passeggiare che di sparare ci chiede dove andiamo. Glielo diciamo e lui con un'espressione furba ci indica la strada, non prima, però - con la medesima espressione misteriosa - di averci accompagnato nei pressi di certe grotte che, afferma, conoscono in pochi, poi ci saluta e se ne va.
Le grotte, la cui entrata è nascosta da un intrico di rovi si rivelano invece delle immense cisterne romane da cui partiva un acquedotto fino al paese e alla media val d'Amaseno. le arcate sono conservate alla perfezione e l'interno è stupendo con una grande quantitÃ* d'acqua sul fondo. Ammiriamo in silenzio la scoperta (anzi la rivelazione del cacciatore), poi la segnamo sulla carta in costruzione e ci accingiamo alla volta della cima che ormai si vede a poche decine di metri. La punta del monte a 595 metri e non 415, come dicono varie carte topografiche recanti invece l'altitudine del sito dove sono i resti di un'antica villa romana (che noi guardiamo dall'alto appollaiata a mezza costa del pendio ovest) è piatta e digrada docemente verso Est prima di gettarsi a picco su un vallone detto "la Forcella" dal quale parte poi un altro colle chiamato "Colle Setacci" a picco sul centro di Priverno. Verso NW comincia il fitto bosco che scende fino al fondovalle della val Ceriara (braccio occidentale della val d'Amaseno) e, come a guardia dello stesso, si erge un antico casale di chiara epoca medioevale, diroccato. Non entriamo, è troppo pericolante, però ci sediamo sui massi disseminati davanti l'entrata a mangiare velocemente. Il grecale del mattino ha lasciato il posto ad un Libeccio irregolare e le nubi che salgono dal pendio occidentale ci fanno sbrigare minacciando pioggia. Le prime gocce cadono che ancora mettiamo a posto gli zaini e ci tuffiamo letteralmente sotto un diluvio sferzante per la china erbosa scivolando come in una pista da sci infangandoci e inzaccherandoci fino al midollo. In mezz'ora siamo sulla strada dell'altopiano verso la macchina mentre le nubi si squarciano di nuovo rivelando un sole primaverile.

Qualche immagine.

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