Un affondo artico sta prendendo la via dell'Atlantico settentrionale. Nella sua fase iniziale l'asse di saccatura in quota sarà orientata secondo la direttrice W-E e la saccatura termina ad occidente per lo strutturarsi di un blocco altopressorio sul Canada nord-orientale e sul mar del Labrador.
Durante l'affondo l'asse della saccatura ruota in senso antiorario ed a breve si trova ad alimentare la persistente falla barica alle basse latitudini atlantiche. L'affondo avrà quindi come obiettivo primario l'area est-atlantica.
Fin quì niente di nuovo. Ma stavolta, rispetto alle ben note vicissitudini che ci hanno accompagnato quest’anno ci sono buone prospettive che tutto il sistema trasli molto ma molto lentamente verso est, comunque tanto quanto basta per coinvolgere a regime il nord e buona parte del centro (specialmente i versanti occidentali).
Tutto questo avverrebbe durante la terza decade di novembre.
Per come si sta disponendo la configurazione barica a tutte le quote, nel breve periodo (16-18/11) saranno possibili precipitazioni, in primis sulla Liguria, in un quadro di termiche più alte della norma. In questa prima fase saranno interessati in modo minore sia il nw che l'alto tirreno.
A seguire, prende piede un cambiamento del quadro configurativo in Europa con la localizzazione dei massimi altopressori ad est della penisola che successivamente si trasferiranno alle alte latitudini russo-scandinave per l’approfondirsi della depressione in est-atlantico. Questo cambio di scenario con il passaggio al blocco bicellulare fa sì che l’asse baroclino della saccatura atlantica, sempre ben alimentato, riesca a progredire ancorché a velocità ridotte sul Mediterraneo occidentale. Con il blocco unicellulare del recente passato probabile cut-off con morte in loco oppure risucchio verso nord.
Ad oggi vedrei favorito il progressivo avanzamento verso est della saccatura atlantica. Confido in una salita verso la positività del PNA, un indice che possiamo mettere in relazione con le piogge (mancanti) di questo autunno a fronte dell'unica sua salita a valori più che positivi durante l'atlantic show di metà settembre.
Se così fosse si aprirebbe il campo ad una fase atlantica piovosa con progressiva discesa della quota neve. La successiva logica conseguenza, lascia intendere che si strutturi in modo via via sempre più deciso ed incisivo un sistema di alte pressioni tra l'Atlantico e l’area russo-scandinava. Prospettiva interessante per la ripresa degli affondi artici verso l'interno del continente euroasiatico (con zona Urali-Siberia occidentale in pole) o in subordine, verso la Scandinavia-est Europa… situazione ottima per seguire l'evoluzione step-by-step di un primo affondo invernale di origine continentale magari poco prima del ponte di S.Ambrogio.
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Andrea
Innanzitutto complimenti per la tua solita chiarezza di esposizione, oltrechè, naturalmente, per la qualità dei tuoi contenuti.
Poi, per quello che possa valere, ti quoto al 100%.
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Bravo, bell'analisi!! Complimenti!
Bravo Andrea, come sempre sono d'accordo.![]()
L'unico pensiero va all'ipotetica positivizzazione del PNA a cui effettivamente abbiamo visto corrispondere l'ingresso perturbato di Settembre.
Il segno del PNA, oltre a trovare riscontro nella disposizione di blocchi e saccature sul continente americano, subisce una forte influenza anche in base alla situazione sinottica nel Pacifico settentrionale.
Per cui affinchè il PNA risulti pienamente positivo è necessario una configurazione del tipo PDO+, ovvero un'anomalia barica negativa posizionata sul Pacifico Settentrionale, con conseguente blocco sul W Nordamerica e saccatura ad Est.
http://www.emc.ncep.noaa.gov/gmb/ssa...s/pna_load.gif
Ma ciò non rientra nel pattern attuale, dominato da configurazioni assimilabili a PDO-:
http://www.meteo.psu.edu/~gadomski/ECMWF_0z/test8.gif
Con ciò intendo solamente dire che, seppur probabilmente nei prossimi giorni assisteremo a un leggero rialzo dell'indice, difficilmente avremo valori che si discosteranno dalla neutralità, e quindi affidarsi al PNA per individuare il momento della svolta risulterebbe forse inutile.
Come già detto qualche tempo fa, conviene forse affidarsi all'EPO, che ha per il N America lo stesso "loading pattern" del PNA (leggermente shiftato verso N) ma comprende anomalie molto differenti nel N Pacifico, e maggiormente assimilabili con quelle attuali:
http://www.cdc.noaa.gov/map/images/e..._f000_nhbg.gif
http://www.cdc.noaa.gov/people/gary....le/epo.cmp.gif
E difatti così come il peggioramento previsto da noi è stato via via ritardato, così la negativizzazione dell'EPO è stata via via rimandata, ma al momento sia NCEP che CDC sembrano piuttosto concordi per il cambio di segno attorno alla metà della terza decade.
Alla lenta discesa dell'indice dovrebbe appunto corrispondere la lenta traslazione delle figure bariche verso Est, come ottimamente argomentato da Andrea.
Saluti, e ancora complimenti!![]()
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Ancora complimenti ad entrambi: chiari e didattici!!![]()
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Per ogni cosa c'è il suo tempo (avatar del 29/02/2004)
Dati on line 24h: http://my.meteonetwork.it/station/ero064/
Sito Albineameteo: http://www.albineameteo.it
Una evoluzione di questo tipo è molto rara e dunque degna di essere approfondita meglio in sede di analisi. Tuttavia la vostra opinione mi conforta nel fatto che questa evoluzione sia più che probabile.
Per quanto riguarda il dubbio di Blizzard e cioè che si dovrebbe valutare l'EPO in luogo del PNA perchè la PDO- inibisce il PNA+ è da un lato corretta ma dall'altro lato troppo restrittiva.
La Pacific Decadal Oscillation è una anomalia termica superficiale del nord-Pacifico come l'oscillazione multidecadale atlantica lo è per il nord-Atlantico. Il Pacific/Nord American pattern è una anomalia a 500hPa, così come la NAO lo è per l'area euroatlantica.
Parlando terra-terra (non me ne vogliano i cultori della materia), la PDO- sta al PNA+ come l'AMO+ sta alla NAO+.
Tantissimi sono stati i topic sull'argomento nei mesi scorsi in cui venivano correlate queste grandezze. E credetemi, ho ben presente queste correlazioni ma quello che a noi interessa nell'immediato, non è la presenza di una ciclicità climatica quanto invece una fluttuazione verso una mancata correlazione di due indici. Mancata correlazione di natura del tutto transitoria all'interno del più ampio periodo climatico (che ripeto ho ben presente).
Infatti l'arco temporale di validità di quanto prospettato nel topic di apertura è di circa 20 gg. Una normale fluttuazione "intraclimatica" ci può stare (come ci può stare l'attuale NAO+ con AMO+). Inoltre lo spunto di Blizzard con l'analisi EPO tuttavia mi conforta ulteriolmente sulla possibilità rappresentata nel topic di apertura.
Un ultima considerazione. Intervengo spesso su analisi long-range cosìccome su analisi di tipo stagionale per esempio su questo inverno. Il tipo di approccio è ovviamente differente. In particolare, resto della mia idea sulla falla atlantica e questa fase transitoria andrebbe considerata molto positivamente.![]()
Andrea
anche secondo me alla fine il nostro incubo diventerà la nostra delizia, complimenti a tutti, sto imparando tantissimo
In piena sintonia con quanto hai scritto![]()
Diciamo che la saccatura rimarrà pressoché stazionaria per svariati giorni (come sapevamo già da domenica 5-lunedì 6) poi, la strutturazione del promontorio scandinavo-bielorusso porterà ad una avvezione di vorticità sul fianco meridionale di quest'ultimo, avvezione che lentamente andrà a disturbare il sistema baroclino (la saccatura) fino ad allora pressoché in risonanza, facendolo allora progredire verso le nostre regioni attorno al 26-28 novembre.
Fase piuttosto umida a seguire (l'Hp azzorriano si rilasserà un po') e strutturazione sempre più efficace dell'Hp euro-asiatico, con geopotenziali piuttosto bassi sul fianco orientale e probabilmente sempre più alti in area fiordi-Islanda-Scozia, prodromo come dici tu di possibili affondi freddi continentali entro la prima decade del prossimo mese. Ma qui mi fermo, perché quest'ultimo evento avrebbe bisogno di moolte conferme; quando avrò un cluster ENS decente proverò a dire la mia anche sui primi di dicembre![]()
Ultima modifica di Lorenzo Catania; 14/11/2006 alle 21:52
"La meteorologia è una scienza inesatta, che elabora dati incompleti, con metodi discutibili per fornire previsioni inaffidabili" (A. Baroni)
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