
Originariamente Scritto da
montel-NA
... perlomeno sotto il profilo meteorologico, purtroppo, salvo "complicazioni" last minute.
Il
VP non sembrerebbe al momento intenzionato a concedersi pause significative, sostenendo una tensione dei getti in quota sufficienti a mantenere lontano dal Mare Nostrum tutto quanto occorrerebbe invece per proiettarci in un contesto meteoclimatico congruo con le aspettative dei più, soprattutto in coincidenza con le tanto agognate festività natalizie.
Ed in tal senso la complessiva linearità esibita fin dagli inizi di Novembre dagli indici
AO e
NAO è assai significativa, laddove tale è pure la coerenza con cui sembrerebbero confermare l'attuale trend nei principali outlooks sul long-range.
Almeno per adesso, e salvo quindi le solite "imponderabili novità" di rito (ma invero assai poco sospettabili, ora come ora...), bisognerà aspettare che parta il nuovo anno per augurarsi che qualcosa, a livello di circolazione generale emisferica, possa cambiare in maniera significativa.
Volendo provare a proporre, nella ridda di preconizzazioni che impazzano nel mondo di una scorata meteopassione (almeno sotto il vessillo della freddofilia....), una personale e
disimpegnata proiezione a lunghissima scadenza non sembrerebbe da escludersi che il protagonista indiscusso di questo primo scorcio invernale, il "famigerato"
VP, possa cominciare a palesare qualche iniziale segno di stanchezza nel corso della prima metà del mese di Gennaio, soprattutto in sede stratosferica dove i primi disturbi stanno cominciando a palesarsi con una certa insistenza soprattutto alle quote più elevate sotto le spoglie di warmings in progressivo incremento in termini di intensità ed estensione, ed a discreta capacità di trasferimento alle quote inferiori seppur non ancora in grado per il momento di incidere sull'attività complessiva della "grande ruota".
Ma si tratta di segnali da non sottovalutare assolutamente, in quanto
se reiterati nel tempo alla lunga finiranno inevitabilmente per fiaccare una resistenza che, anche per motivi di fisiologica "anzianità", dovrà necessariamente pagare dazio. Importante sarà dunque osservare cosa sarà in grado di produrre la troposfera in termini di trasporto verticale di calore nelle prossime settimane.
A meno di crolli improvvisi, dunque, è possibile che un cambio di marcia franco e soprattutto non temporaneo (rallentamenti e collassamenti a breve impatto temporale a livello troposferico sono fisiologici, com'è noto, anche con un
VP in piena forma) possa prendere piede non prima della seconda metà di Gennaio, auspicabilmente in associazione con una tendenza ad indebolimento della fase di Nino moderato oltre che ad una progressione più franca dell'inversione dei venti stratosferici subequatoriali. A supporto quindi delle ipotesi - sostenute ormai già da alcuni mesi anche dallo scrivente - secondo cui la seconda metà della stagione potrebbe riservare le opportunità invernali migliori in termini di durata e di incisività.
Questo
almeno come input di massima, viste oltretutto le tempistiche mediamente osservate dalle dinamiche fin qui discusse, e fermo restando che
una eventuale redistribuzione generale delle SSTA potrebbe senz'altro condizionare in maniera significativa le dinamiche troposferiche grazie alla nota influenza delle stesse sui principali indici teleconnettivi, anche con progressione meno faticosa di quella fin qui argomentata.
Felice, mai come in questa circostanza, di venir eventualmente clamorosamente smentito da cambiamenti più repentini.....

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