Riprendo il concetto espresso prima per mostrare quale può essere l'errore al quale si potrebbe andare incontro, molto sinteticamente e più semplicemente possibile, evitando magari un papiro
" .... un processo esemplificabile così:
diminuzione della vortex area-incremento delle pv- riflesso sul vortex edge ..... "
In termini di 1)estensione, 2)intensità media della struttura e 3)localizzazione, la valutazione del VP tramite l'uso della vorticità potenziale può essere diversa, a volte più a volte meno, dalla realtà. In quest'analisi trascuro, per semplificare, il contributo radiativo. Questa diversità di lettura del VP dalla realtà può essere conseguenza dell'intrusione di flussi di calore nella "normale" sede del VP, anche nel caso in cui i suddetti flussi siano deboli o, comunque, non destabilizzino l'intera struttura del VP (displacement/Split). Se tali flussi non vengono catturati, e questo accade, i 3 termini citati sopra vengono, di conseguenza, rappresentati erroneamente ed è il sistema stesso utilizzato per calcolare i 3 termini che non può "vedere" bene quello che accade. È come una persona che si trova in piedi e deve vedere ciò che accade sotto i suoi stessi piedi (niente pavimenti di vetro, non barate). Per ovviare a questo problema ci sono altri approcci, che permettono di "vedere" quello che accade là sotto (stavolta i piedi non sono più lì). Ma, in sostanza, qual'è la differenza? Mostro nelle figure un esempio pratico:
I colori indicano diversi valori di vorticità potenziale, in PVU, su 2 diverse superfici isentropiche. Le linee tratteggiate individuano il VP come sappiamo e quelle continue con il metodo "alternativo". Le differenze sono evidenti, almeno penso.
Implicazioni pratiche.
Flussi di calore invadenti nei confronti del VP possono non essere visti come tali o, viceversa, appaiono invadenti ma non lo sono affatto e, di conseguenza, le previsioni hanno prestazioni minori. Inoltre una dislocazione del VP può non essere catturata in tempo e le condizioni atmosferiche su una determinata area di conseguenza, perché? Sempre per i metodi utilizzati. Si può immaginare questa differenza come quella tra l'avere un'antenna digitale ed una analogica: con la prima si vede, poi magari si vedono dei quadratini sullo schermo e poi magari all'improvviso non si vede più, con la seconda (mica sarete talmente giovani da non averla avuta quella analogica).... dicevo, con la seconda appena c'è un disturbo si vedono le formichine. Ma quindi si può usare questo metodo "alternativo" ?! Qualcuno lo ha già fatto :
Udovydchenkov et al. , 2008 -
M.J. Olascoaga et al. , 2012 -
M.J. Olascoaga et al. , 2010 -
K.P. Bowman, 1993 -
A. De La Cámara et al. , 2012 -
De La Cámara et al. , 2010 -
M. Farazmand, 2014 -
A. Hadjighasem et al. , 2016 - G. Haller 2015 - G. Haller et al. , 2013 - B. Joseph et al. , 2002 - D. Karrasch et al., 2015 - T.Y. Koh et al. , 2002 - F. Lekien et al. , 2010 - J.A.J. Madrid et al. , 2009 - M.J. Olascoaga et al. , 2012 -
J.E. Rosenfield et al. , 1994 - I. Rypina et al. , 2006 -N. Santitissadeekorn et al. , 2010 - M. Serra et al. , 2017 - M.L. Smith et al. , 2014.
Potremmo fare gli alternativi quindi ma richiederebbe dei dati puntuali (diverse variabili termodinamiche), l'uso di software specifici, tempo ed analisi precise. In questo caso, infatti, l'errore può essere più grande ma, se le cose sono fatte come si deve, anche il risultato finale può avere grande precisione, sensibilità alle perturbazioni ed auto-aggiustamento rispetto ad errori nelle condizioni iniziali. Quindi se il metodo tradizionale non va bene chiudiamo la baracca? Niente affatto! Va molto bene lo stesso ed in questa sede non vale la pena fare gli alternativi. La mia era una semplice puntualizzazione, senza la pretesa di ammaestrare nessuno ci mancherebbe.
Mi sa che ho scritto un mezzo papiro....
a tutti
tramite Tapatalk
Ragazzi veramente i miei complimenti!!!
Ad ogni vostro post mi si apre un mondo nuovo, spiegate e argomentate complessi sistemi con una dialettica (quasi) comprensibile ad un profano come me...
E con gli ultimi post ho tanto di quel materiale da leggermi (e tra l'altro sono anche poco ferrato in inglese, mannaggia la mia ignoranza...) che mi farà fare le ore piccole per diversi mesi
Continuate così, è un TD veramente interessante, una perla all'interno di un forum già di spessore
Inviato dal mio ALE-L21 utilizzando Tapatalk
comunque non ti spaventare per il fatto che si prendano spesso in considerazione parametri diversi dall'analisi deterministica canonica
la lettura dei livelli straosferici nella struttura del vortice polare infatti esula dalle innumerevoli problematiche relative alla fascia troposferica che risente dell'imprevedibilità tipica dei moti turbolenti presenti nel fluido gassoso atmosfera che ha il piccolo difetto di non essere un gas perfetto (dove le particelle si muovono solo in funzione del proprio modulo e non dall'orientamento del vettore velocità e quindi per velocità di pari modulo il numero di particelle sarebbe lo stesso in ogni direzione rispetto al punto di osservazione)
tieni conto che la troposfera per effetto della gravità locale vede una concentrazione dello spessore nell'ordine del 75% in uno spazio che equivale a meno del 15% dell'intera colonna d'aria in cui è anche concentrata la maggior parte del vapore acqueo per cui troviamo masse d'aria dalle caratteristiche molto diverse che interagiscono (ragion per cui la diminuzione della temperatura in funzione dell'altezza non è regolare) e dove al fattore radiativo indotto dall'incidenza solare si somma quello derivante dal riscaldamento delle superfici del globo che sono (acqua-terra) anch'esse caratterizzate da condizioni molto diverse in termini di risposta al riscaldamento
a questo poi si aggiunge le variabili indotta dalle modifiche nella composizione dell'atmosfera che complica ulteriormente il tutto
più ci alziamo di quota più analizziamo superfici isoentropiche che sono superfici a temperatura potenziale costante e stratificate sulla base della sola incidenza radiativa
a parte i casi, che qui consideriamo spesso, dei trasporti di calore verticale dalla fascia atmosferica sottostante che incidono sulla stabilità sulla struttura a cui si rifà l'ottimo post di Lucas
temperatura che contrariamente allo spessore sottostante varia leggermente con l'aumento di quota per effetto della dissocazione delle molecole di ozono (che infatti è un parametro da prendere in considerazione nelle aree polari per verificare la propensione a riscaldamenti improvvisi) che assorbe la dannosa radiazione uv e produce calore
si tratta in definitiva di una superficie stratificata senza fenomeni di sovrapposizioni molto più leggera (perchè molto meno densa) e dilatata nello spazio
tutto questo per dirti la ragione per cui tali caratteristiche rendono questo strato, se qualcuno non mi fucila per la definizione , un laboratorio di lettura relativamente semplificata che andrà comunque poi correlato a ciò che accade quaggiù perché la struttura non va analizzata a compartimenti stagni
ma che intanto ci fornisce una cartina di tornasole scevra da alcune problematiche tipice della tropo in merito alle caratteristiche del vortice, intensità e localizzazione dei flussi
scusa per il poema
Ultima modifica di Alessandro1985; 12/11/2017 alle 12:19
Buona domenica a tutti.
Stavo riflettendo tra me e me come, al netto delle forzanti che determinano l'assetto invernale del VP, sarebbe stato interessante andare a vedere quale setting aveva avuto il VP in annate con VP forte e vp debole.
Sono andato a prendere un trittico non a caso.
2014-2015-2016
anom djf 20141516.png
2008-2009-2010
abomalie djf 20080910.png
Premetto che le anomalie in area pacifica relative al primo plot sono dopate dagli esiti del famigerato Nino e delle sue implicazioni.
Notiamo un getto che in area atlantica si presenta molto più basso nelle annate 08-09-10 diversamente dall'altro periodo di esame.
Ma la cosa che mi preme andare a sottolineare è lì nel centro est della Siberia dove le anomalie di GPT negative hanno generato poi quell'attività d'onda arretrata che è riuscita a modulare il getto nel pacifico.
Nel triennio più recente non ce n'è traccia.
E allora al netto dell'implicazioni ampiamente discusse dell'ENSO positivo che ha caratterizzato gli ultimi anni, il campo d'indagine relativo alle dislocazioni delle vorticità nel periodo invernale nel continente Euroasiatico è motivo di attenzione nel determinare il posizionamento dell'onda troposferica pacifica.
Un altro spunto di riflessione, forse banale ma tant'è, a mio avviso, motivo di attenzione.
Buongiorno a tutti,
devo tornare sul punto in quoting ingrassettato.
Confesso che il permanere di questa situazione, ovvero non riuscire a scorgere una ripresa più corposa degli eddy heat fluxes per la ragione suddetta (debole gradiente indotto da situazione di marcata AO neg.) comincia a darmi qualche pensiero in merito ad un approfondimento del vps che si avvicinerà tra circa una decina di giorni ad un livello di attenzione.
Non intendo creare allarmismi ma è auspicabile che l'azione di disturbo bilaterale al vps venisse non solo confermata ma anche rinforzata dai flussi verticali.
Stay tuned...
Matteo
Matteo quest'anno, come ogni anno, è un ulteriore banco di prova.
Capiremo se il posizionamento dell'onda troposferica pacifica è determinante nel inficiare sulla modalità di strutturazione del VP.
Diversamente prenderemo coscienza del fatto che per evitare SC tardo autunnali ci vorrà qualcosa di più.....
Sì... Ce ne facciamo poco di due scooter motorizzati Honda (nel senso dei motori della McLaren degli ultimi anni ) in troposfera se sopra abbiamo Hamilton che macina giri veloci...
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Luca Bargagna
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