Originariamente Scritto da
mat69
Un'opinione spesso diffusa è quella secondo la quale la stratosfera possa produrre effetti in troposfera solo a seguito di ESE cold e in stato di precondizionamento di quest'ultima.
Va detto da subito che si tratta di un'opinione del tutto discutibile.
Sovente dinamiche visibili in troposfera sono risonanze della stratosfera che non necessariamente sono effetti di uno strat-cooling con superamento della soglia
NAM così come descritto da Baldwin & Dunkerton
https://people.nwra.com/resumes/dunk....d24.30937.pdf
Si tratta di mere risonanze che derivano dalla compressione della massa del
vps e che hanno riflesso nel piano delle
EPV ma che non presentano i caratteri del condizionamento sia sotto il profilo della durata delle fasi "compressive" imposte dalla discesa in troposfera di aria stratosferica, sia sotto il profilo più ampio della configurazione assunta dal
vps.
Anche un'azione di displacement a carico di una sola cresta d'onda e che implica di conseguenza l'approfondimento e la dislocazione del vortice stratosferico, può generare comportamenti assimilabili all'iter di un ESE cold senza integrarne le caratteristiche.
Dato comune alle dinamiche di risonanza stratosferica è la risposta della troposfera prima del touch down della componente di moto zonale derivante dalla stratosfera attraverso pronunciata attivazione delle onde di Rossby (forte richiamo di eddy heat fluxes) che rispondono ad un forte squilibrio pressorio verticale.
Va detto da subito che la dinamica prospettata dai
gm da qui ai prossimi 10 giorni circa presenta queste caratteristiche.
ecmwfpv850f168.gif
Si notano bene infatti le dinamiche compressive di massa caratteristiche degli approfondimenti del
vps:
Immagine.jpg
come del resto la maggior estensione delle
EPV all'interno della massa del vortice nel piano isentropico preso in esame:
Immagine.jpg
L'interferenza di aria stratosferica all'interno delle dinamiche turbolente della troposfera (che le va quindi ad incentivare) si nota dal repentino abbassamento del livello della tropopausa che caratterizza questi eventi anche a latitudini medie:
Immagine
La distinzione rispetto quanto potrebbe derivare da un ese cold sta negli elementi sopra menzionati oltre che da un netto rinforzo delle velocità zonali distribuite all'interno della massa di un vortice polare sostanzialmente in posizione baricentrica al polo.
Evidenzia che NON sia ha nell'analisi delle cromografie verticali delle velocità zonali (U) che anzi mostrano al contrario un
vps fortemente disturbato dall'azione di una cresta d'onda:
Immagine.jpg
elemento quindi che distingue una mera risonanza strato rispetto una dinamica di precondizionamento.
Ciò tuttavia non toglie che spesso, una volta esaurita la dinamica d'onda, segua una fase di approfondimento del vortice polare anche in troposfera magari in maniera dislocata in base alla configurazione e al posizionamento del vortice stratosferico.
Questo in sinergia con una
MJO fase 3 che con un lag time di 6/12 giorni potrebbe annunciare una seguente fase contraddistinta da una positivizzazione dell'indice
NAO a ridosso di inizio dicembre.
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