Originariamente Scritto da
mat69
Alcune opportune precisazioni.
Il picco dell'
EPV rappresenta un momento di trasmissione di moto dai piani stratosferici alla troposfera.
La conseguenza č un incremento delle velocitā zonali in tutta la colonna del vortice polare ma č bene essere consci di non cadere in equivoci su alcuni aspetti.
La propagazione di vorticitā ( e quindi l'incremento dell'indice medio zonale) in troposfera ha quale diretta conseguenza quella di rinforzare il vpt.
E' una sorte di "iniezione di energia" che deve essere smaltita dalla stessa troposfera e che non coincide ovviamente con il calo del grafico dell'
epv. (non č che appena il grafico ovvero la "mandata" di vorticitā strato cala la tropo ritorna subito come prima
)
Concorrono ad attenuare le vorticitā gli attriti principalmente attribuibili ai flussi verticali di calore nella misura in cui riescano a indebolire il vortice stesso.
fluxes.gif
Ovviamente ad oggi i pericoli maggiori sono due:
1. che una nuova compressione di massa (w.1) vada a creare un nuovo picco delle
epv con nuova risonanza strato;
2. che il
vps vada a ricollocarsi in seguito sul polo geografico nelle condizioni di profonditā nelle quali si troverā tra circa 5/7 giorni in quanto andrebbe molto probabilmente al di sopra della soglia del
NAM.
Se non dovessero verificarsi tali condizioni, č verosimile che il gioco resterebbe in troposfera con tempistiche fisiologiche di riduzione delle attuali vorticitā.
ECMF_phase_51m_full.gif
Il tutto tenendo presente che sia la fase 6 conclamata della
mjo che la possibile ulteriore evoluzione manterrebbero attivi i flussi di calore scongiurando per il momento quantomeno l'ipotesi di cui al punto 2
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