Originariamente Scritto da
mat69
La letteratura sulla stratosfera è ampia ma spesso ci si sofferma sulla regola statistica e questa non sempre ci fornisce risposte coerenti.
Come già trattato alcune pagine addietro, all'interno di questo thread, la colonna unica del vortice polare tende ad interagire fra i vari piani e alle varie altezze in modo diverso ma sostanzialmente coerente per cui, pur nelle diverse modalità, una volta appreso il meccanismo, alcuni aspetti devono essere verificati su base empirica.
L'esperienza, se ce ne fosse stato bisogno, ci conferma che la risposta della stratosfera non sempre segue i canoni ed il collegamento statistico Strat cooling - perdurante fase invernale in
AO prevalentemente positiva si rivela talvolta, come in questo caso, fallace o quantomeno inesatto.
Nessun condizionamento quindi dal punto di vista letterario.
Si è già avuto modo di vedere che la trasmissione di moto verso il basso fra strati laminari deve avvalersi di vettori di trasporto in grado di incidere su superificie che diversamente risultano più dense e "scivolose".
Vero il fatto, più volte evidenziato, che la trasmissione di moto è andata a perdersi prevalentemente in alta-media stratosfera tra i 10 e i 50 hpa proprio a ragione di
EPV quasi costantemente sotto media a discapito di un moto zonale molto elevato del
vps a tali quote:
Allegato 476997
Il trasporto di moto zonale e di momento negativo (west) infatti ha prediletto le periferie molto ampie (edge sopramedia) del vortice, durante le fasi di picco delle
EPV lasciando sostanzialmente sgombere o quasi le latitudini polari (
AO negativa) ma rinforzando notevolmente le fasce della corrente a getto polare e quindi un fronte polare troposferico sostanzialmente basso.
Allegato 476999
Ai picchi di
Epv corrisponde la massima capacità di trasporto di fase occidentale e contestuale ad una forte divergenza dei flussi di calore fino anche all'inversione dei vettori di Eliassen Palm:
Allegato 476998
Il problema, se così vogliamo definire un comportamento sequenziale delle dinamiche verticali nella colonna del vortice polare, è costituita a mio avviso, dall'alta frequenza dei picchi di vorticità.
Per cui se da un lato ci troviamo al di fuori della caratteristica di prevalenza tipica del condizionamento in senso letterario con impatto sull'Arctic Oscillation, dall'altra ci troviamo con una trasmissione di vorticità a "corrente alternata" estremamente dispersiva anche per le caratteristiche della troposfera oltre che soprattutto per la cattiva trasmissione da parte delle
epv, ma a frequenza molto elevata.
L'onda di Rossby infatti può venire sostanzialmente inibita dall'inizio da una costante e forte velocità zonale oppure formata ma prontamente riassorbita (insufficiente trasporto di momento easterlies e mancata rottura dell'onda di Rossby nel piano) dal
vps prima che assuma le caratteristiche di criticità necessarie (in base ad altezza, velocità di moto e ad ampiezza della stessa) a creare una forte controrisposta troposferica nei confronti di una dinamica down stratosferica.
Pertanto il cambiamento di marcia, rispetto l'attuale, dipenderà dalla capacità di questa nuova fase di trasmissione di flussi di calore, di destrutturare ulteriormente un vortice stratosferico attuale e previsto ancora very strong (a 240 ore continuo a vedere valori al di sotto dei 2800 dam a 10 hpa) permettendo la creazione di un'onda stazionaria in grado di mettere in crisi la struttura.
E' altresì evidente che l'avanzata stagionale avrà un graduale progressivo impatto sul riscaldamento delle fasce tropicali.
I flussi di calore e le Rossby waves potranno pertanto aver maggiore incisività nel disturbare la corrente a getto polare se il forte gradiente attuale verrà attenuato da una progressiva diminuzione delle vorticità nella colonna del vortice polare, diversamente le velocità zonali verranno ulteriormente amplificate proprio dall'incremento del gradiente stesso.
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