Davvero molto interessante notare come siano diametralmente opposte le condizioni di partenza.
Ci sarebbe ora da domandarsi la ragione per cui si possa ipotizzare che l'enso strong del 97/98 abbia funzionato da trigger per abbattere il gradiente e il motivo per cui quest'ultimo del 2015/2016, almeno fino a sto punto (campionatura scarsina ) sia andato a rinforzarlo...
ps... davvero acuta l'intuizione di andare a leggere questi due parametri. Complimenti!
ppss. conosco il sito ma quel plot non mi era noto....da che link l'hai pescato?
Ultima modifica di mat69; 02/10/2017 alle 22:52
Matteo
grazie, felice di averti dato buoni spunti
ecco qui
Arctic Ozone Watch: 2017/2018 Arctic MERRA2 Potential Vorticity
Grazie!
E già che ci siamo allora ti faccio notare come la questione sia specularmente opposta tra tropo e stratosfera:
ecco qui siamo in strato a circa 10 hpa:
w9dAPkxR6m.png
con un core del vps molto meno contenitivo
Matteo
interessante
tra l'altro al proposito di condizioni tropo strato diametralmente opposte volevo un tuo parere alle mie assurde elucubrazioni sulle renalisi delle anomalie di gpt sulla colonna del vp
è il post 24 del td sul monitoraggio del vp
ovviamente ti permetto di andare a dormire prima di farlo
p.s.
ne approfitto per ringraziarti, se riesco a seguire qualche ragionamento su tematiche che solo poco tempo fa mi erano del tutto ignote è proprio a ragione dell'impegno di persone come te sui forum
Nell'articolo si parla di crisi artica come conseguenza e non come causa dei cambiamenti climatici recenti nello sviluppo del VP, in particolare, come ha sottolineato Matteo, si indica come siano le fasce medie e il relativo gradiente ad influenzare la tenuta o meno della banchisa nei mesi estivi e di conseguenza lo sviluppo più o meno ritardato del VP. Questo se ho ben capito è il nocciolo della questione (sono stato molto assente ultimamente quindi se ho compreso male ditemelo pure ). Andrei quindi a suddividere i plot in ante 2007 (anno della prima grande crisi artica) e post 2007.
IMG_2319.PNG
IMG_2321.PNG
Si nota appunto per quest'anno, rispetto sia agli anni prima del 2007 e soprattutto a quelli dopo, maggiori velocità zonali in area polare e di conseguenza un getto più teso in ingresso sul nostro continente
Hai inteso benissimo Daniele
peraltro nel plot che hai postato di raffronto rispetto agli anni immediatamente successivi alla grande crisi artica del 2007, si nota come la maggiore frammentazione del getto coinvolga anche il Pacifico.
Ci sarebbe peraltro poco da meravigliarsi visto che veniamo da un periodo, iniziato grossomodo dopo il big Nino del 97, caratterizzato da IPO- e circolazione La Nina like (ovvero che ne presenta le caratteristiche anche in assenza di segnale enso attivo).
Indubbiamente vanno a mescolarsi componenti attribuibili al riscaldamento globale con altre attribuibili alla normale variabilità del sistema.
Matteo
pur nella consapevolezza come ha già sottolineato matteo che questi risultati risentono di una serie di fattori che vanno oltre al dato in esame nel td volevo provare a osservare le anomalie nell'orientamento invernale prendendo come punto di riferimento sempre il nino 98
e prendendo spunto anche dalla considerazione di daniele inserisco, con riferimento alla media 60-90, prima gli anni precedenti al 2007 e poi comprendenti anche i successivi
le anomalie del primo plot vengono confermate e amplificate in quelle post crisi
getto fortemente ondulato nel pacifico con risposta positiva dritta al cuore dell'artico
sull'atlantico la risposta non può essere, visto la posizione delle figure, che l'incremento della zonalità oceanica
vi ricorda qualcosa?
Torno sul punto.
_dQoLnm4rT.png
decisamente maggiore l'incremento termico alle medie ed alte latitudini rispetto a quelle delle fasce tropicali, eccetto l'atlantico dopo l'evento strong del '97.
Notare il passaggio ad IPO- con il raffreddamento della colonna d'aria nel Pacifico al di sopra del bacino cileno-peruviano e facente capo alla corrente di Humboldt.
Evidentemente una forte attività d'onda fu in grado di spezzare il forte regime zonale degli anni '90 (fine anni '80) caratterizzato da inverni piuttosto miti alle medie latitudini e da una stratosfera molto fredda.
Palese altresì la modifica delle anomalìe:
597LYpLKlZ.png
La condotta del getto in Atlantico potrebbe essere un riflesso teleconnettivo dell'importante modifica occorsa nel Pacifico.
Tornando all'estate trascorsa, le condizioni relative alle anomalìe termiche tropicali si mostrano così:
compday.EZWoi4tx80.gif
ove prevalgono anomalìe di t. nell'oceano indiano, in quello Pacifico al di sopra delle regioni enso 1+2 e diffusamente nell'atlantico tropico equatoriale fino alle medie latitudini
Ultima modifica di mat69; 03/10/2017 alle 11:21
Matteo
chiarissima l'impronta di come viene redistribuito il calore in eccesso nelle fasce temperate dalle westerlies
[IMG]http://www.********.eu/wp-content/uploads/2012/03/210.jpg[/IMG]
questo penso che sia da stampare a caratteri cubitali e imprimere
se abbiamo un pacifico in condizioni "neutrali" i fattori locali atlantici diventano determinanti ma credo che in un contesto di forti mutamenti circolatori se il pacifico presenta delle anomalie più o meno rilevanti queste si riflettono in modo inequivocabile sulla circolazione atlantica (a tal proposito vedere i plot con le anomalie vettoriali del getto)
questo se vogliamo fare una valutazione gerarchica
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