Torgnon (1350 mt) / Chatillon (530 mt) stazione meteo:
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Trincàr non l'avevo mai sentito! Forse qua è caduto in disuso, ma a monfumo sul Mostacin c'è il toponimo Trinca (è anche un cognome) e potrebbe derivare da qualche gran bevitore.
Sul "sparagnar schei" è da osservare come anche schei sia stato "importato" dalle monete austriache che portavano la dicitura scheidemünze
Armeìn è l'albicocca, ricorda l'origine dall'Armenia, come "Persego" per la pesca. Restando in veneto, nelle zone centrali e occidentali prevale la terminazione "Aro" per i nomi di piante e lavori (Persegaro, Pomaro, Fornaro, Muraro), nelle zone settentrionali e orientali la terminazione è "Er", (Perseghèr, pomèr, Fornèr, Murèr)
Qua è trinkenar, più vicino al tedesco
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Ma questa penso sia una caratteristica anche dell'italiano, voglio dire "trincare" esiste anche in italiano, e si dice in maniera scherzosa per chiedere a uno se ha alzato il gomito, non credo sia una particolarità di un dialetto o l'altro. Sarebbe interessante sapere se esiste anche nei dialetti del centro-sud, essendo di origine germanica...
Più che altro ci sono prestiti linguistici e influenze direttamente nella lingua italiana svizzera e quindi automaticamente ci sono anche sui dialetti. Non sono solo differenze regionali come esistono anche in Italia, ma vanno oltre. Qua ci sono esempi: Lingua italiana in Svizzera - Wikipedia
I dialetti comunque a livello di vocaboli stanno diventando più poveri, al giorno d'oggi si usano versioni più semplificate ed omogenee che vanno oltre le differenze regionali. Anzi, alcune volte diventa un semplice italiano troncato che non ha a che fare con il dialetto originale.
Io mi trovo in una situazione intermedia perché uso tanto il dialetto dove posso, è una versione piuttosto neutra senza troppi localismi, ma noto che riesco ad adattarmi nelle pronunce locali, anche se non cambio il lessico, ad esempio la "a" che diventa più una "â". Al giorno d'oggi è difficile avere il dialetto di 100 anni fa.
Invece nel XIX secolo i fenomeni delle emigrazioni hanno portato influenze dall'estero in certi dialetti locali, ma sono quasi andati dimenticati.
Ad esempio in valle di Blenio erano una forte meta le zone francofone specialmente Parigi.
Ultima modifica di AbeteBianco; 07/04/2020 alle 09:28
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Verissimo!
Il dialetto era legato alla civiltà contadina, scomparsa quella, pian piano si perde tutta l'eredità culturale a cui il dialetto era legato. Ho notato che è molto stratificato in base all'età, per esempio chi è nato fino agli anni 1950-1955 sono gli ultimi che lo parlano in maniera fluente, poi si ha tutta una transizione senza soluzione di continuità a un dialetto più slavato fino ai nati a fine anni '60, che già non lo parlano quasi più.
Lo vedo con i miei parenti: mio padre è del 1955, ultimi di cinque fratelli nati tutti tra il 1940 e il 1945, e con loro parla sempre in dialetto reggiano, invece con suo cugino del 1962, figlio di un suo zio, parla molto più spesso in italiano che non in dialetto. C'è stato proprio un salto, un totale cambiamento di modo di vivere tra fine anni '40 e inizio anni '60, gli anni dell'industrializzazione, che ha portato al netto prevalere dell'italiano sul dialetto.
Questo chiaramente a grandi linee, poi in città si parla meno e nessuno sotto gli 75 anni lo parla bene, mentre in campagna magari capita che pure gente di 55 lo parla bene, ma in generale i limiti temporali sono quelli
Nel nostro dialetto gaelico invece è "ollen", termine che non si ritrova praticamente da nessuna altra parte, che io sappia
Des certitudes ? Il n'y en a qu'une: fièrement francophone.
Si ovvio, la convivenza con una (o più) lingue standard ha di fatto modificato i dialetti, è difficile oggigiorno parlare un "dialetto puro" senza prendere in prestito delle parole da una lingua nazionale.
Forse solo nelle zone germanofone la distinzione rimane più netta (in Svizzera l' "hochdeutsch" non riesce a soppiantare i dialetti, ed è confinata tuttora a "lingua alta").. ma nel caso della Svizzera ad esempio nel Canton Vallese, ma anche in tutti gli altri Cantoni francofoni tranne la zona dell'Ajoie, si parlava in francoprovenzale (dialetti della stessa famiglia del patois valdostano), ma tra il XIX e XX secolo la lingua alta (il francese standard) ha praticamente preso il posto dei dialetti in tutti gli ambiti, anche informali... attualmente solo poche zone parlano ancora in "patois", ad Evolène (in val d'Hérens, valle laterale che parte da Sion) e in pochi altri posti (Nendaz,....)
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Verissimo, tipiche anche qua le parole chr finiscono in "aro" e anche nei cognomi. Altro esempio è punaro\punèr (in italiano non lo so tradurre, è il luogo dove dormono le galline). Forse posatoio?
Altra lingua locale che ha parecchio influenzato il veneto nelle mie zone è il cimbro (è una lingua tedesca in pratica), solo che per certi versi il veneto poi si è imposto e sulle zone cimbre gran parte parla il veneto.
Il cimbro è comunque vivo e vegeto nella toponomastica, negli usi e nelle tradizioni.
Moltissime le feste tradizionali con nomi tedeschi sull'Altopiano di Asiago (Schella März, Hoga Zait, ...) per non parlare appunto della toponomastica e dei cognomi (Gheller, Prüdegar, Mörar, Tanzerloch). Il torrente principale di Asiago è il Ghelpach, dove Pach si capisce chiaramente arrivi dal tedesco "Bach" ovvero "torrente\ruscello".
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