Avevo visto un video, qualcuno spiegava che la z finale (che non si pronuncia, ad esempio la Forclaz si pronuncia la Forcle, l'Armenaz si pronuncia l'Armène…) era stata aggiunta per indicare che la parola è piana. E se la parola è tronca si aggiunge un x (Chamonix…).
Dici bene. La storia è proprio questa.
Anche le comunitá venete hanno mantenuto lingua e tradizioni; è significativo che la Regione abbia istituito ufficialmente legami con queste comunitá.
A riguardo una recente notizia:
Arborea diventa Comune del Veneto ad honorem - La Nuova Sardegna Oristano
Arborea e 'Comune onorario' del Veneto - Sardegna - ANSA.it
"Questa particolarità, che si discosta dalle regole di pronuncia della lingua francese standard, risale a uno svolazzo che i redattori dei registri del regno di Piemonte-Sardegna erano soliti aggiungere alla fine dei toponimi o dei nomi da pronunciare come dei parossitoni, cioè con l'accento sulla penultima sillaba, molto diffuso in francoprovenzale. Occorre precisare che in questo caso si tratta tuttavia di una parola tronca, ma la 'z' non si pronuncia. In seguito, questo piccolo segno è stato assimilato a una zeta, e spesso viene erroneamente pronunciato, sia dagli italofoni che dai francofoni."
Anche questa è una motivazione.... comunque è sbagliatissimo pronunciare la "zeta", spesso questa viene pronunciata da chi non lo sa (giustamente, se non si sa la regola fonetica uno potrebbe pensare che si pronunci)
Ultima modifica di meteo_vda_82; 09/04/2020 alle 16:44
Torgnon (1350 mt) / Chatillon (530 mt) stazione meteo:
https://www.wunderground.com/dashboard/pws/ITORGN6
http://datimeteoasti.it/stazionimete.../realtime.html
Alnus, mi hai fatto fare una riflessione.
Siccome accade anche a me una cosa simile...
Io, di madrelingua inglese (è la mia prima lingua) riesco a capire abbastanza bene gli olandesi quando parlano (va bene che le due lingue sono imparentate... ).
Ma quindi tu, conoscendo il danese, riesci a comprendere lo svedese ed il norvegese? C'è molta somiglianza?
Des certitudes ? Il n'y en a qu'une: fièrement francophone.
Vorrei far notare pero' che i dialetti franco-provenzali fanno parte del territorio di quasi tutta la Région Rhone-Alpes e non solo della Savoia per quanto riguarda la Francia.....l'area è molto più ampia
dialectes1.pngdialectes2.jpg
Torgnon (1350 mt) / Chatillon (530 mt) stazione meteo:
https://www.wunderground.com/dashboard/pws/ITORGN6
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Qua nelle mie zone quando si è indecisi sul da farsi, se andare via da un certo posto o anche uscire di casa, si usa dire "andiamo, restiamo, cosa facciamo?" In dialetto e spesso si mettono in evidenza le differenze tra le varianti regionali.
Un vicentino o un padovano dirà "Ndemo, stemo, cossa femo/fasemo?" O anche "Ndasimo, stimo, cossa fasimo?" (Però non so dove si usi la terminazione in -imo nel Vicentino... )
Un montebellunese, uno della Valcavasia o un Lamonese dirà "Ndòn, Stòn, cossa fòn?" Oppure userà la forma interrogativa "Ndoni, Stoni, cossa foni?" O quella più arcaica "Ndonti, stonti, cossa fonti?".
Uno dell'alto trevigiano dirà "Ndèn, stèn, Cossa fèn? O l'interrogativa "Ndène, stene, cossa fene?"
Un bellunese parlerà allo stesso modo ma posponendo a fine frase il pronome interrogativo "Ndène, stene, fene chè?"
È una caratteristica del bellunese quella di posporre a fine frase i pronomi interrogativi (il che lo rende più ostico da capire rispetto a un dialetto vicentino o padovano, o anche trevigiano), aggiungendo spesso l'esclamazione "po'!" a fine domanda. Es, "Fene che po'?", "cosa facciamo?" Pronunciato spesso molto velocemente come un'unica parola, oppure "Sòi chè mì?" "Cosa ne sò io?", o "Elo ndat onde chelà?" "Dov'e andato quello?", o "Atu dita che po'?", "cos'hai detto?" e via discorrendo...
Da zona a zona cambiano anche i pronomi personali (in particolare di 2 persona singolare), es:
Tu hai
Ti te ghe ->ven. Centrale
Ti te ga -> Veneziano
Ti tu è/à -> valdobbiadene, valcavasia
Ti te à -> trevigiano, bellunese
Sì capisco, ma abbastanza a fatica.
Danese e Norvegese, scritti, sono la stessa lingua. Il problema è la pronuncia, soprattutto quella danese, lontanissima dallo scritto e senza regole.
Anche lo Svedese, scritto, è molto simile ai primi due.
Svedesi e Norvegesi pronunciano come noi Italiani, leggendo con calma tutte le lettere di ogni parola.
Invece i Danesi pronunciano solo una parte della parola scritta, con un ritmo serrato e senza regole di corrispondenza con le lettere dell'alfabeto. Il dettato rimane un esercizio difficilissimo per i Danesi di tutte le età. Anche l'Inglese ed il Francese hanno questa distanza tra scritto e parlato, ma non tanto quanto il Danese.
Preferisco di molto le lingue fedeli alla scrittura e con regole certe: Italiano e Tedesco su tutte.
Comunque complimenti, Sneg, leggendoti non si direbbe proprio che non sei di madrelingua italiana!
Ultima modifica di alnus; 09/04/2020 alle 23:06
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