E ti capisco ma qui non stiamo discutendo per trovare una soluzione ai mali della politica/economia.
Qualsiasi affermazione di principio suonerebbe come una battaglia ai mulini a vento. E non è detto nemmeno che esista una soluzione a stretto giro di posta.
Però, se qualcosa la possiamo fare, è quella di iniziare a prendere coscienza del territorio. Un conto è tentare il lucro su cittadini a cui va bene tutto altro è un cittadino maggiormente consapevole.
.... e qua si apre il capitolo apocalittico sull'informazione.
Insomma, stiamo messi male
Occorre un portafoglio molto largo, e di pazienza
Come Ponzio palato nessuno non ha la colpa, si lavano le mani.Le mie foto su Flickr:
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Il mio fotoalbum:
http://fotoalbum.virgilio.it/fabrizio.binello
Messina, Roma diramò due allarmi
Mille case dovevano essere demolite
La tragedia di Messina forse poteva essere evitata. Il 30 settembre due avvisi di emergenza sono stati diramati dal Dipartimento della protezione civile di Roma ai prefetti della Sicilia. Avvisi di "condizioni meteorologiche avverse" che avrebbero dovuto avviare una procedura standard di difesa, in realtà mai attuata. Inoltre, dal 2007 a oggi, la Polizia municipale di Messina ha chiesto la demolizione di 1.191 edifici. Mai eseguita.
Il Corriere della Sera denuncia "una catena di errori, omissioni e ritardi dietro la tragedia di Messina. Ci sono le responsabilità di chi sarebbe do*vuto intervenire per far fronte a due avvisi di emergenza che in*vece sembrano non essere stati tenuti nella giusta considerazio*ne e, da parte di alcuni enti, addi*rittura ignorati" si legge. Le inchieste in corso dovrebbero quindi stabilire le singole responsabilità.
Secondo una direttiva firma*ta nel febbraio del 2004 dal presidente del Consiglio, Silvio Ber*lusconi, in caso di precipitazioni più intense del previsto dovrebbe far scattare un sistema di stima della situazione. Nel caso specifico, si sarebbe dovuto osservare in che stato erano i paesi che si trovano sotto la montagna con l'aumentare dell'intensità del temporale e valutare, eventualmente, l'ipotesi di evacuare le abitazioni delle zone più a rischio di smottamento. Ma per motivi ignoti questo lavoro non è stato fatto. Con conseguenze tragiche.
Inoltre, sempre il Corriere ha scoperto che dal 2007 ad oggi, la Polizia munici*pale di Messina ha chiesto la demolizione di 1.191 edifici. Perloppiù per palesi violazioni alle leggi urbanistiche. Ben 460 richieste di abbattimento riguarda*no la periferia sud, ovvero i villaggi devasta*ti dal maltempo, e 200 di questi immobili abusivi si trovano a Giampilieri superiore. Ma nessuna di que*ste 1.191 demolizioni è stata eseguita.
Per le aziende addette a queste demolizioni vige come un codice non scritto: non intervenire per il timore di possibili conseguenze. In caso le demolizioni non siano possibili, poi, gli edifici dovrebbero essere trasferiti sotto la tuteta dell'assessorato al Territorio e all’Ambiente del Comune. Ma nel Messinese questo non è mai accaduto.
"I romanisti non servono a ricordarci che esistono, lo sappiamo già.....servono a ricordarci che non bisogna essere come loro!" [Roberto Benigni] https://www.youtube.com/watch?v=qZFE...embedded#at=25
C'è un grande affanno da parte di tanti nel dire che l'abusivismo non c'entra, eppure:
Messina, i rapporti che annunciavano il disastro - Interni - ilGiornale.it del 06-10-2009
si sentono dire delle cose ridicole...ad esempio quel palazzone costruito vicino al torrente "sembrerebbe" in regola con i permessi, perchè il torrente in realtà e un rigagnolo che rimane secco per parecchi mesi all'anno...
...ma nelle valutazioni dei rischi bisogna anche valutare la capienza del bacino idrico in cui vanno a confluire le acque di tale rigagnolo. Se tale bacino idrico ha una certa estensione mi pare lampante che il rigagnolo secco per gran parte dell'anno diventi un mostro quando cadono 300mm di pioggia in 4 ore!!!...sono cose che secondo me non sono state valutate correttamente nel definire le aree di rispetto dai torrenti al di la delle quali è vietato costruire.
"Noi non sappiamo aver pazienza. Vogliamo l'uovo, il culo caldo e la gallina. Ma quella, appena ha fatto l'uovo se ne va, e il culo caldo non ce l'hai. So che è un pò volgare, ma è così...." 07-06-2011 G.Trapattoni
NEL GRETO NO, ma nell'antico letto sì.
nelle aree golenali pure. nelle aree di possibile espansione del Tanaro sì.
Ci sono delle distanze di rispetto dai corsi d'acqua, delle mappe di rischio idrogeologico, etc...
ripeto, il problema è che in questo paese si costruisce troppo e troppo male.
se non sbaglio, ho sentito ieri che in vent'anni abbiamo cementificato una porzione di territorio pari all'intera valle d'aosta.
il suolo una volta consumato, è perso. per sempre!
anche qua, nel mio piccolo, vedo che piuttosto che recuperare intere aree industriali dismesse, dove il suolo è perduto, si preferisce ricoprire di cemento, asfalto e capannoni (per metterci a lavorare chi, visto che le aziende chiudono...?) 100.000 mq di terreno agricolo.
ed han pure il coraggio di chiamarlo "ecoparco tecnologico"...
ma andate aff
Villar Perosa, B.ta Casavecchia (TO) 630 m
Villanova C.se (TO) 376 m slm
Il discorso è spinoso e complesso...
...ho fatto gli studi da geometra e ricordo che quando affrontammo il discorso sulla progettazione delle fognature queste dovevano essere dimensionate scondo tabelle di calcolo che tenevano conto di molteplici fattori primi tra i quali demografia, ampiezza del bacino idrico di competenza dell'impianto da progettare (ampiezza del territorio che per sua morfologia scarica l'acqua in quella fognatura) e piovosità del territorio. Per quanto riguarda la piovosità se non erro, viene tenuto conto della piovosità media annua e della frequenza con cui si presentano eventi eccezionali, perchè qui entra in gioco anche il discorso dei costi di realizzazione dell'impianto. Infatti per la progettazione della fognatura non vengono considerati gli eventi eccezionali che si possono presentare con frequenza pluridecennale, perchè altrimenti bisognerebbe sovradimenzionare un impianto che poi per il 99.9999% dei casi è quasi a secco, con un conseguente costo eccessivo dell'impianto...pertanto nella progettazione, non viene escuso che comunque in occasione di eventi eccezionali possa risultare insufficiente l'impianto fognario di convogliamento delle acque...poi va beh che in questo caso con tutto quel che è venuto giù dalla montagna anche una mega fognatura di convogliamento delle acque piovane non sarebbe servita a niente perchè i detriti l'avrebbero ostruita subito, però è pour parler...
Il discorso però è che da quando sono stati istituiti questi criteri di calcolo, forse molte cose sono cambiate, è aumentata d molto la superficie cementificata a "zero assorbimento idrico", il che significa che forse sarebbe anche il caso di rivedere un attimino i criteri di calcolo, perchè nel passato i temporali c'erano eccome, ma se c'era solo la metà del cementificato che c'è adesso, il terreno era molto più capace di filtrare l'acqua e attutirne l'irruenza superficiale.
Dove c'è cementificato si fa anche l'impianto di scolo delle acque con le grate i tombini etc...ma in occasione di questi violenti fortunali, con grandine vento etc...le foglie strappate dagli alberi e la grandine stessa vanno a ostruire le grate e l'acqua scorre tutta superficialmente, quindi è come se non ci fossero.
"Noi non sappiamo aver pazienza. Vogliamo l'uovo, il culo caldo e la gallina. Ma quella, appena ha fatto l'uovo se ne va, e il culo caldo non ce l'hai. So che è un pò volgare, ma è così...." 07-06-2011 G.Trapattoni
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