Sicuro sicuro sicuro che la mia caldaia a gasolio (qui non arriva il metano) del 1996 emetta per unità di energia utile "al termosifone" meno polveri e gas eccetera di una buona centrale a biomasse o a metano che alimenta tutto il paese? E la caldaia a metano di una singola casa? E se facciamo paragoni a pari combustibile, inquina di più (pro-kcal utile) l'impianto centralizzato o il bruciatorino di casa?
Ovviamente l'impiantino di casa. Che peraltro essendo un piccolo impianto è sottoposto a norme più lasche e controlli più blandi di un grande impianto, e infatti la gran massa degli italiani se ne arcisbatte del libretto d'impianto, non fa pulire la canna fumaria e la caldaia, e inquina come un tir croato del 1960, ciminiere nere.
Ragà, chiaramente bisogna un po' decidere cosa fare ma non sono molto convinto che la filosofia dalla micro-generazione/micro-cogenerazione sia tanto positiva. Sono stato una volta a sentire Pallante (il tipo che ha scritto il libro "La decrescita felice") e non mi ha convinto proprio su questo punto. Casa mia oggi emette quel che emette per scaldare a 19,2°C 86 metri quadri, ma una volta che ci mettessi un microcogeneratore emetterebbe la stessa cosa più i fumi per arrivare a tutta potenza sempre (quando serve a me uso io, quando non serve a me vendo sulla rete) col risultato di avere sempre un bel fumo di gasolio che va verso la casa accanto. Un bell'impianto idroelettrico porta corrente da me e alla casa accanto a fumi zero. Anche questo non deve essere visto come bucolico e idillico ma ci si deve un po' ragionare su queste cose. Come diventerebbe l'aria di Milano se settecentomila famiglie facessero andare un motore a gasolio da 110 kw a balla notte e giorno tutti i santi giorni dell'anno?
Il vantaggio che vedo è quello del "federalismo dell'inquinamento". Con la microcogenerazione ognuno si inquina la sua aria, mentre con i grandi impianti remoti alcuni si beccano tutto il caldo e altri si beccano tutto l'inquinamento e il dissesto idrogeologico. La misura di generazione locale da questo punto di vista sarebbe molto responsabilizzante. Non basterebbe più sfrattare gli abitanti di una valle e mettere una diga accanto a casa loro per scaldarsi il didietro scaricando su di loro il danno ambientale.
Ultima modifica di Borat; 21/09/2010 alle 17:23
Edo hai ragione, ho generalizzato prendendo spunto solo da alcuni interventi per quest'affermazione.
Oltretutto mi sono accorto che il termine "pianger miseria" nel suo essere dispregiativo non rende comunque il mio pensiero in quanto le ragioni per essere preoccupati ce ne sono eccome.
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Credo che la "microgenerazione" abbia un senso nel solare, perché posizionare i pannelli in maniera tale da raggrupparli su un'unico esteso territorio - pur essendo più conveniente in termini di energia generata "netta" - probabilmente avrebbe un impatto ambientale eccessivo; sia dal punto di vista ecologico, sia dal punto di vista abitativo / industriale (ovvero tale terreno verrebbe sottratto a questi potenziali utilizzi).
Solofilo - freddofilo e seccofilo in inverno, caldofilo e variabilofolo in primavera, caldofilo e seccofilo in estate, tiepidofilo e variabilofilo in autunno - mi piacciono 6 ore di sole dopo 1 ora di temporale, o le giornate secche ed anticicloniche invernali dopo 1 giorno di neve fitta
Sempre se un impianto piccolo può essere efficiente come un impianto grande. Se fosse come negli impianti a combustibili fossili (il piccolo va molto peggio del grande e inquina a palla) bisognerebbe ripensarci.
Cmq ho sentito anch'io che il presidente della tua provincia ha manifestato preoccupazione per il crescente investimento di terreni potenzialmente agricoli a pannelli solari. Confesso che mi fa un piacere da matti vedere la nascita di limiti alla produzione di prosecco, per cui incoraggio questi speculatori che mirano a incassare gli incentivi statai che paghiamo noi. Anzi, ci metto anche 10 euro in più![]()
Alla fine della fiera la causa del declino del nostro benessere materiale(o meglio della maggioranza di noi)è sempre lei,l'imputata numero 1,la globalizzazione.Lo scongelamento del mondo bloccato dopo la II guerra mondiale avvenuto 20 anni fa ci ha esposto alla competizione diretta con il terzo mondo(o il secondo)luoghi dove le conquiste sociali faticosamente raggiunte in un secolo di lotte qui da noi sono ancora un sogno.Questo processo è stato guidato o incanalato ,non si sa bene fino a che punto causa o effetto,da chi aveva interesse a farlo(un interesse miope,immediato,istintuale e non lungimirante,beninteso).
Onore a tutti i fratelli caduti nella lotta contro il potere e l'oppressione.
"nel fango affonda lo stivale dei maiali..."
Prima dui tutto bisogna ridurre le dispersioni termiche (come tu stai facendo) degli edifici e poi pensare a come riscaldarli altrimenti si consuma energia per produrre calore e che andrebbe disperso eccessivamente all'esterno. Già così le emissioni nell'ambiente crollerebbero. Io sono comunque proprio per non utilizzare l'impianto a gas casalingo a meno che non si possa utilizzare altra forma di energia per qualunque tipo di motivo: mancanza di autorizzazione del condominio, limiti di spazio per ospitare impianti minieolici o fotovoltaici o geotermico o altro motivo. Io come hai letto sono d'accordo a piccole centrali a livello comunale o al più intercomunale per piccoli comuni posti in vicinanza tra loro e che potrebbero avere benissimo un'unico sindaco e giunta tra l'altro e limitare i costi amministrativi e coordinare meglio le opere da eseguire con le esigenze locali che loro conoscono. Ma se i Comuni non si muovono a farle è meglio farlo in proprio con impianti casalinghi ed essere per quel che ci è possibile indipendenti da società che pensano solo ai loro utili e non conoscono e nè hanno interesse verso il territorio e il suo sviluppo. Riguardo la cogenerazione ( corrente el. + calore ) anch'io ho dei dubbi e difatti non l'ho mai citata se controlli. Sono favorevole ai parchi eolici o fotovoltaici ( su terreni improduttivi etc. ) con quota societaria per la popolazione residente che quindi con un piccolo investimento otterrebbe energia elettrica e venderebbe il superfluo al gestore della rete elettrica. Più l'impianto di energia alternativa è grande ( entro certi limiti) più è efficiente dal punto di vista energetico e tecnico e a cascata economico.![]()
You have to be trusted by the people that you lie to. Pink fLOYD
stazione meteo :
Davis vantage PRO2wireless ventilata 24h in giardino:http://casalbrunori.altervista.org/G...antage_Pro.htm
Davis sul tetto online: http://www.viverein.org/meteo/index.htm
Mi ritrovo in questo periodo a fare le vostre stesse considerazioni; ho una figlia che inizia a pensare al dopo medie, e io alla sua età sapevo già da anni cosa volevo fare.
Se penso alla mia esperienza, dove al lavoro manuale è seguito il lavoro 'teorico (prima carpentiere > poi montatore > manutentore/installatore > disegnatore > progettista > responsabile tecnico), e oggi mi trovo a guadagnare ben di più mettendo a frutto la mia esperienza sul campo pratico che a vendere un mio progetto, non so davvero cosa dirgli.
Nella mia vita professionale ho avuto la fortuna di avere tante occasioni, che ho colto.
Siamo arrivati, insieme ai miei ragazzi, a toglierci parecchie soddisfazioni.
Abbiamo lavorato nel settore militare, nel settore della ricerca, abbiamo lavorato per architetti famosi, per multinazionali, siamo stati in mezzo mondo, nel deserto del sahara, spedito macchine nei ghiacci... molte di queste erano 'missioni critiche'.
Spesso venivo chiamato per avere una parere tecnico, per dire la mia, ma ultimamente capita sempre più spesso di venire chiamato per risolvere guai critici su macchinari non nostri, che hanno messo in ginocchio intere linee di produzione, dove non si cava un ragno dal buco.
E sono tornato a sporcarmi le mani: smontare riduttori, cambiare schede, valutare il comportamento degli azionamenti... questo ritorno 'sul campo' devo dire che mi ha rinvigorito.
Però mi pare di capire che c'è parecchia carenza di queste figure, i 'ciapa ciapa' come si dice nel parmernse.
Certo, è necessario un sacco di esperienza sul campo, ma anche una certa padronanza della 'teoria'.
Ora, mia figlia a scuola se la cava benino davvero (anche se io la sferzo e non gli faccio complimenti), ma dice che vorrebbe fare la parrucchiera. Mia moglie è ancora per i 'figli laureati', invece io continuo ad insistere che non voglio creare una persona infelice. A me va benone la parrucchiera, anche se probabilmente avrebbe le capacità per combinare qualcosaltro.
Non ho la pretesa che entri a fare la ragioniera nell'azienda in cui sono socio, vorrei solo che capisse che al mondo bisogna darsi da fare. E per fare la parrucchiera c'è da darsi da fare.
Ho davanti l'esperienza di un mio amico, lui e sua moglie laureati, che hanno spinto alla laurea la figlia. Dopo la laurea in legge, ha 'pistolato' per anni senza combinare nulla. Ha fatto il corso da estetista e oggi inizia a portare a casa i primi stipendi con quella attività. Fra qualche anno, quando sarà ben avviata in quel mestiere, la sua laurea sarà soltanto inutile, tempo sprecato.
Il bombo ha una superficie alare di 0,7 cm² ed un peso di 1,2 grammi. Secondo i vigenti principi dell'aerodinamica è impossibile volare con tali caratteristiche. Ma il bombo non lo sa e quindi continua semplicemente a volare!
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