Esatto. Quando si parla di "scomparsa" non si intende che non si coltiva più nulla o che non si producono più bulloni, ma semplicemente che serve sempre meno gente in quei settori perchè molte attività possono essere automatizzate.
Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
Il secondario difficilmente arriverà alle % del primario.
" Intra Tupino e l'acqua che discende del colle eletto dal beato Ubaldo,
fertile costa d'alto monte pende........" Dante, Paradiso XI
- In avatar, il mio mondo : Omar, Sarah, il cantiere e .... la neve!
La risposta alla tua domanda è nella stessa tua affermazione: "altri stati". Nel lungo termine (in realtà anche breve, ma non è assolutamente un sentire condiviso) è vantaggioso che non ci siano più stati ma uno solo. In realtà abbiamo già (tutti) perso il carro e l'Europa sta infatti gradualmente perdendo di importanza, non a caso.
Indubbiamente.
Ma è sicuro come la morte che certe attività ripetitive che richiedevano manodopera poco qualificata saranno progressivamente automatizzate (ove non lo siano già).
Ho la vaga impressione che finiremo per scoprirci in troppi...
Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
Non mi risulta, mi pare che parlando di biodiversità, si esalta l'IGP DOP italiano di qualunque prodotto italiano, non riproducibile in altri stati. Il vantaggio italiano valorizzando e incentivando localmente certe produzioni sarebbe maggiore invece che condividendo le risorse con altri stati.
staterelli del piffero lo sono quelli che si sentono stati del piffero.
é come dire che se si buttano tutti giù in un pozzo, io mi sento un uomo del piffero perchè non mi ci butto.
Se io ho un valore aggiunto rispetto agli altri, non me ne frega un piffero di quello che gli altri pensano di me o fanno di diverso da me.
P.s.La democrazia dei creduloni si estende a macchia d'olio a sfavore della democrazia della conoscenza.
Sì ma non è così lineare la relazione. Nell'industria i robot ci sono da almeno una 40ina d'anni, ma non hanno sostituito tutti i lavori che potevano sostituire. Non tanto per limiti tecnici, ma soprattutto per fattori legati ai costi: es. c'è un livello X di prodotti/anno oltre il quale il robot si ripaga; se la tua azienda ne produce meno, ti conviene assumere manodopera. Parlo di saldatori ed altri operai specializzati; ovvio che se parliamo di ragazzini che cuciono palloni e portafogli, quelli "spariranno" prima o poi (e non sarebbe mica un male...) e dall'Europa sono già spariti da un pezzo (tranne forse a Napoli e in Romania). In un ambiente a forte presenza di PMI come l'Italia, l'impatto occupazionale dei robot industriali è abbastanza sfumato.
La sfida del futuro potrebbero e dovrebbero invece essere i robot nel settore terziario: dai centralinisti ai progettisti. E potrebbero essere semplici software, senza ricorrere a grandi e costosi hardware come per i robot industriali. Vedremo se l'AI ce la farà.
Direi che nel Primo Mondo non ha ormai quasi più senso parlare di "primario", essendo già da decenni industriale anche l'agricoltura. Il primario vero e proprio è un settore di nicchia, su piccole aree ed a bassa produttività, ma magari alta qualità. Ma parlare di "primario" dove hai ettari arati, seminati e raccolti da grandi macchinari con piccole squadre di tecnici alla guida (perché ormai il contadino è un po' operaio un po' agronomo), o grandi stalle con produzione industriale di carne o latte, davvero ha poco senso.
Non sono del tutto d'accordo, vedi sopra. Invece potrebbero essere a rischio alcune professioni del terziario.
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