Ah, beh, lo dice Giorgio Pagano, mica pizza e fichi.
Chissà poi quanto costerebbe far studiare l'esperanto a 500 milioni di persone. In realtà molto di più, ma a Pagano è meglio non dirlo
"In Africa non cresce il cibo. Non crescono i primi. Loro non hanno i contorni. Una fetta di carne magari la trovi, ma hanno un problema con i contorni. Per non parlare della frutta."
Non so quale siano i fattori più influenti, credo senza dubbio musica e soprattutto cinema.
Magari non tutti sanno che...
Blum–Byrnes agreement - Wikipedia
e che qualcosa del genere è successo pure in Italia.
Mi fu raccontato ma non ritrovo niente, conoscendoli avranno fatto così più o meno ovunque.
"Naturale".
Soprattutto se leggo qualcosa del genere
Regno Unito e Stati Uniti hanno perseguito il comune imperialismo linguistico per poter assicurare, in un’epoca post-coloniale e di decolonizzazione, il benessere ai loro popoli alle spalle degli altri dando vita ad un nuovo e postmoderno imperialismo: quello delle menti.
Il piano è noto, e pubblico, già dal 1943, allorché grato a Roosevelt dell’impegno che stava profondendo nel divulgare il BASIC English, proprio ad Harvard (università distintasi particolarmente nell’introduzione dell’uso dell’inglese B.A.S.I.C. in America Latina), il 6 settembre, Churchill spiega: “Il potere di dominare la lingua di un popolo offre guadagni di gran lunga superiori che non il togliergli province e territori o schiacciarlo con lo sfruttamento. Gli imperi del futuro sono quelli della mente”.
Il link è quello di sopra
E c'è bisogno di chiederlo, considerati gli interessi di cui sopra?
Ribadisco, 3% del PIL inglese vale l'insegnamento agli stranieri e l'indotto.
Nel frattempo in comunità europea se ne è parlato...
Ed ora, con la brexit, la questione linguistica, non tanto per l'esperanto che so benissimo essere ancora utopica, è aperta. Non fosse altro per i regolamenti adottati.
Se lo stato italiano potesse stampare moneta e spenderla per creare occupazione, migliorare la salute pubblica, l'istruzione,ecc sarebbe in debito con sè stesso: tutta questa demonizzazione del debito non lo capisco.
Se spendi la moneta che stampi in funzione di aumentare la produttività, come è possibile che aumenti l'inflazione?
Ci sarebbero più soldi, ma se spesi bene dovrebbero aumentare anche i prodotti offerti.
Poi se i soldi vengono spesi male, lo stato può sempre sottrarli dalla circolazione in vari modi...
Tu sfuggono due concetti:
1)lo Stato italiano non parte da debito 0,come pure ben sai.Puoi fare debiti quando qualcuno ti fa credito ed ad un debitore iperindebitato non fa credito neanche la Caritas,che tu abbia o meno moneta sovrana;
2) lo stampare moneta "a vantaggio della produttività" è una chimera: la produttività la si ottiene con l'organizzazione e l'efficienza del sistema produttivo.Altrimenti Venezuela e Zimbabwe sarebbero i Paesi più produttivi al mondo,perché stampano da decenni come se non ci fosse un domani.Ti risulta che siano tali?
Segnalibri