Una di quelle aziende che portavo ad esempio in realta ha una ventina di dipendenti....
Nulla da ridire sia chiaro sul risultato del ricorso a un investigatore, tant è vero che i licenziati stavano chiaramente infrangendo il contratto di lavoro, quindi erano indifendibili.
Quello a cui mi riferivo era in realta un clima di guardia e ladro a cui si sta arrivando, in cui, lasciando campo libero al datore di lavoro, consentendogli di usare anche strumenti "nuovi", il lavoratore potrebbe trovarsi sotto tiro anche per cause meno "giuste".
Secondo me sarebbe proprio una strada sbagliata, e alla lunga nuocerebbe a tutti, imprenditori compresi.
Credo sarebbe meglio, e quello intendevo per regole semplici chiare ed eque, introdurre un rapporto di fiducia, anziche di guardia e ladro, con contratti estremamente semplici e snelli, dove sia chiaro quale sia il rapporto reciproco fra datore e lavoratore. Questo ci eviterebbe investigatori, cassazione, avvocati..... Con regole semplici e chiare sarebbe immediato trovare le infrazioni, le cui conseguenza sarebbero immediatamente identificabili, e incontestabili.
Infrazioni alle quali, si badi bene, anche i datori non sono estranei.... Sicurezza, demansionamenti, accesso a premi e promozioni, orari e ambiente di lavoro..... La lista è lunghissima, e sempre piu lunga, e vede il lavoratore in una posizione sempre piu debole.
E inoltre, il peccato originale, i meccanismi di accesso/mobilita nel mercato del lavoro, che secondo me sono alla base della nostra scarsa competitivita, e dello stallo in cui il nostro sistema produttivo versa da anni e ci sta impoverendo tutti.
Ovviamente è così.
La Germania da questo punto di vista è un paese decisamente provinciale. Al di fuori delle TU i master e anche i PhD in inglese vanno cercati col lanternino e sono concentrati in poche università maggiori - le due berlinesi in primis, già alla LMU è più difficile. Questo laddove posti come Danimarca o Paesi Bassi offrono addirittura bachelor in inglese. In più le università tedesche sono generalmente molto burocratizzate e poco inclini ad aiutare gli studenti stranieri, il che è un peccato perché mezzo mondo fa letteralmente la fila per andare in Germania. Se si liberalizzassero un po' raggiungerebbero come minimo i valori britannici.
"In Africa non cresce il cibo. Non crescono i primi. Loro non hanno i contorni. Una fetta di carne magari la trovi, ma hanno un problema con i contorni. Per non parlare della frutta."
Se li interpreto bene quei valori rappresentano un rapporto, e mi aspetterei che la graduatoria cambiasse completamente se si considerassero i laureati stranieri totali. In questo caso vedrei il UK al primo posto. Non è un caso che in quella lista nelle prime posizioni ci siano paesi piccoli, circondati da paesi molto piu grandi dove si parla la stessa lingua. Esempio svizzera verso francia e germania, austria verso germania, ma anche slovacchia, e forse alto adige, belgio verso francia.
I corsi in inglese credo non si facciano in germania come altrove, sempre che non intendiamo per corso in inglese qualche lezione in un cui il prof legge qualche pagina in inglese, e poi tutti si torna a interagire nella propria lingua/quella del paese ospitante. Credo che gli unici paesi in cui i docenti siano generalmente in grado di svolgere corsi (totalmente) in inglese (e gli studenti nazionali di capirli) siano olanda, svezia e norvegia. Sicuramente non Italia, spagna, francia, che stanno messe peggio della germania con l inglese. Non vedrei quindi questa come la causa per la posizione della germania.
A parte che non è vero, o meglio, magari parlano più l'inglese (almeno i giovani) ma comunque trovi tanti che studiano il tedesco. In Polonia, Cechia, Ungheria, Slovacchia, Slovenia e Croazia circa tra la metà e i 2/3 degli studenti delle superiori studia tedesco, insieme all'inglese oggi obbligatorio per tutti: i loro nonni e spesso genitori, studiavano russo e tedesco (lì si studiano, di solito, 2 lingue alle superiori). Quindi sì, dipende dalla zona e ancora più dalla generazione, ma non è affatto vero che del tedesco te ne fai poco
Tu hai generalizzato dicendo che è ovunque più utile il tedesco, mentre io ritengo non lo sia da nessuna parte ed anzi, in zone come la Polonia centrale (specie per le persone sotto i 40 anni ed in particolare a Varsavia) è vicino all'essere superfluo a meno di non lavorare nell'import/export, dove sicuramente torna utile, come del resto torna utile anche per un italiano.
Altrove sicuramente non sarà così, e per questo dico che dipende dalle zone: ma anche in Slovenia e Croazia, dove il tedesco è comunque studiatissimo e senz'altro più utile che altrove per ragioni lavorative e commerciali, sotto una certa età l'inglese è comunque parlato meglio. In generale, sebbene il tedesco abbia una sua utilità che certo non metto in dubbio, l'inglese ne ha ovviamente di più anche in Europa centro/orientale; poi che in molti studino anche il primo non c'è dubbio. Quindi dire che il tedesco sia utile ok, ma dire che sia più utile dell'inglese nel 2017 non ha senso a mio avviso e del resto basterebbe andare a fare una piccola analisi statistica su quanto spesso siano richiesti l'uno e l'altro ai fini di affrontare un colloquio di lavoro, sono abbastanza sicuro che i numeri sarebbero piuttosto chiari.
Sulle generazioni più avanti con l'età sono d'accordo, ma in Polonia comunque i vecchi parlano più il russo che il tedesco, a meno che non abbiano > 80/85 anni.
Ultima modifica di NoSync; 07/07/2017 alle 12:06
No. Per quanto in media lo si parli certo meno bene, ci sono molti più corsi in inglese nei paesi che citi, specie in Spagna. Casi come quello del Politecnico qua, dove alcuni corsi sono disponibili solo in inglese e non in italiano, in Germania sarebbero praticamente impensabili, per le ragion ben descritte da nevearoma (a proposito, come ti chiami?) sopra.
Ultima modifica di NoSync; 07/07/2017 alle 12:46
Mi è capitato sotto mano da poco quel articolo del Sole.
Ecco perché il vento sui bond globali sta cambiando (e in peggio) - Il Sole 24 ORE
E' interessante. Soprattutto quando penso alla dichiarazione di ieri (o l'altro ieri) del ministro dell'economia che afferma che il peggio della crisi bancaria è passato.
Dal punto di vista tecnico mi sa che si deve esprimere lo @zione: come vengono valutati a bilancio i tds in panza alle banche?
Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
Ok, accettiamo il fatto che ci siano corsi in inglese in spagna e italia molto piu che in germania. Ma mi sento abbastanza convinto del fatto che un ragazzo di praga che decidesse di laurearsi a barcellona o a milano abbia messo in conto di dover imparare necessariamente lo spagnolo o l italiano. Ok, l inglese gli servira in classe, e per interagire nei primi mesi, magari anche un anno. Poi peró, per forza di cosa, dovra accettare di comunicare nella lingua del paese dove vive se non vuole limitare pesantemente la qualita e quantita di comunicazioni a cui potra accedere. Le lezioni in classe saranno infatti una porzione limitata della sua vita. Quindi, se un tedesco va a studiare in svizzera, lo fa perche puo parlare tedesco, non per le lezioni in inglese. Cosi per un francese. Inoltre c è l aspetto della tipologia di quel parametro su cui viene fatta la classifica. Credo che in questo caso sarebbe piu rappresentativo il numero totale dei laureati stranieri europei, anziche la loro percentuale sul totale di tutti i laureati.
Non so in Spagna ma in Italia non ci sono più corsi in inglese che in Germania. In entrambi i casi se ne trovano quasi solo nei politecnici.
Per il resto scrivevo che al di fuori di Austria, Italia ed Estonia non c'è una nazionalità che prevalga nettamente, anche se ovviamente quelle più numerose sono sempre quelle dei paesi limitrofi. Ma per dire in Svizzera vanno studenti da tutta Europa, così come nei Paesi Bassi o in Scandinavia, anche perché in questi paesi in campi specializzati è possibile trovare lavoro senza sapere la lingua locale (che poi di solito si prova comunque ad imparare se uno ha intenzione di starci a lungo). In Italia e in Spagna in effetti ci si aspetta meno di parlare l'inglese e infatti vengono meno studenti. Poi oltre a questo le università italiane e spagnole sono in generale percepite come meno valide (anche se in realtà quelle italiane, a livello di didattica, non sono per nulla male).
"In Africa non cresce il cibo. Non crescono i primi. Loro non hanno i contorni. Una fetta di carne magari la trovi, ma hanno un problema con i contorni. Per non parlare della frutta."
Intanto non so se avete letto che la Le Pen sembra aver cambiato idea anche sulla moneta unica.
Inverno 2016/17
16/1 Fiocchi
Segnalibri