Che poi, @snowaholic , avevi detto che quello portoghese era un semplice rimbalzo, atteso che nella gabbia dell'euro non si può fare di meglio. Invece,parlando del sistema pensionistico, salta fuori che il Portogallo sta facendo buone cose senza tradurre in atto le argomentazioni di "quelli che voi chiamate populisti" e che tu "genuinamente" reputi valide...
you don't need the Weatherman to know where the wind blows - bob dylan
il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile - woody allen
articolo che mi trova d'accordo
L'Unione europea sta fallendo. Ma la verita e che non mai esistita
l'Europa è questa, e lo sarà anche con una unione più forte, più coesa: ogni stato cercherà di indirizzare la barca al suo porto, in pratica 27 rematori che tentano di prendere il comando del timone per ogni singola questione
la vedo dura a scimmiottare gli Stati Uniti
you don't need the Weatherman to know where the wind blows - bob dylan
il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile - woody allen
Qualcuno inizia a pensare quello che vado dicendo da tempo, cioè che serve un'altra generazione per rafforzare l'Europa, cioè che crescano quelli che oggi hanno 13-15 anni, ma anche chi ha 18-20 anni ormai è abituato a girare tra i vari paesi, a differenza dei suoi nonni o bisnonni, e che per cui verrà meno l'esigenza di rimanere ancorati agli stati nazionali, ma serve ancora del tempo
Purtroppo questa pur giusta considerazione non mette al riparo l'UE dal dissolvimento,sul medio termine.Lo dimostra l'esperienza di un'area che conosco bene: quella jugoslava. Ora nell'ex Jugoslavia i 18-20enni sono molto meno legati all'identità nazionale rispetto a 30 anni fa.I croati ascoltano musica serba,i serbi adorano Dubrovnik...ma ormai il dissolvimento politico è avvenuto.
Per evitare che l'UE viva la versione non cruenta(ma cmq traumatica) della stessa fine,occorre ricalibrare gli obiettivi,lasciando perdere gli USE per ora e puntando su sinergie,cooperazione ed alleanze fra una parte degli Stati membri,lasciando SOLO il mercato comune e pochissimo altro come base comune per i 27.Un buon esempio è stato l'embrione di difesa comune; su quella strada bisogna proseguire,puntando su un nocciolo di Stati con governi,almeno per ora,non infatuati del sovranismo e del neo-nazionalismo.
«L'Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l'Italia sono i furbi, che non fanno nulla, spendono e se la godono» (Giuseppe Prezzolini, 1921)
Finchè il parametro mentale degli elettori sarà sempre e solo lo Stato-nazione,deve andare benissimo per avere una CEE con qualche competenza in più. E' chiaro che un'Europa di questo tipo non è in grado neanche di gestire il declino,figuriamoci di costituire un contrappeso ai giganti demografici orientali(ed ora anche agli USA,che ci abbandonano al nostro destino).
Manco io,ma ci sono dentro altri 8 Paesi.Poi abbiamo sempre detto che la moneta comune andava fatta dopo la difesa comune ma ricordiamoci pure che quest'ultima non è stata fatta perché c'era sempre qualche rompiballe che non la voleva.A lungo i francesi,poi i britannici,ora i governacci del gruppo di Visegrad.Perciò,si facciano le cose con chi c'è,come nelle vecchie comitive anni 90',che se aspettavano tutti a mangiare la pizza o il calzone non ci andavano mai
Io sarò sicuramente dentro una bolla ma quanto evidenziato mi sembra veramente assurdo considerando ad esempio la situazione in Italia (ma anche in diversi altri Paesi europei, tipo Francia): impostazione economica liberale? Quando esattamente? Stiamo parlando di una delle società meno libere, secondo l'Indice di Libertà Economica siamo al 79° posto, dietro alla Colombia, alla Giordania ecc. E non siamo gli unici: anche alcuni Paesi come la Francia ci sono vicini.
Country Rankings: World & Global Economy Rankings on Economic Freedom
Prendo solo un dato ma è quantomai chiarificatore credo. Impostazione liberale cercasi .
Parlare di scontento verso l'impostazione liberale non è tuttavia sbagliato; il vero problema è che tale scontento non ha motivazioni reali ma esiste solo perché il potere politico ha deciso in tutti i modi di direzionarlo verso un presunto liberalismo.
Supportati dai c.d. "economisti di corte", ovvero personaggi fortemente asserviti al potere e che, in virtù della loro competenza certificata da lauree e Ph.D. (ma spesso anche no ), hanno credibilità qualsiasi cosa dicano, i principali politici occidentali, ma quelli italiani in testa, sono riusciti a capovolgere la realtà e a far credere agli elettori di vivere in un sistema "neoliberista" in cui la colpa delle situazioni di cui parliamo in modo ricorrente, dalla disoccupazione alla stagnazione dei salari, siano attribuibili esclusivamente a fattori esterni: l'Euro, gli speculatori, le multinazionali, il complotto globale messo in piedi da Friedman & C. che ci impone il liberismo assoluto.
Lo Stato è esente da qualsiasi critica: non troverai mai nessuno dei c.d. economisti di corte, da Borghi a Bagnai a Padoan, che osi muovere una piccola critica alle porcate (pardon il termine) che lo Stato italiano fa costantemente con le quali sega le gambe a chiunque voglia creare ricchezza.
Il motivo è evidente: serve a fare in modo che il popolo eviti di rendersi conto che vive in uno Stato in cui, invece di essere trattati come cittadini, gli individui sono trattati come sudditi; serve soprattutto a fare in modo che molte imprese evitino proteste come lo sciopero fiscale.
Pagate, pagate fino all'ultimo centesimo tasse da galera, che lo Stato serve per risolvere tutto, e al contrario se abbiamo problemi è perché la fuori qualcuno attenta alla "sovranità nazzziunale" e ci vuole imporre il "liberismo selvaggio". Purtroppo in un Paese in cui la scienza è sempre stata vista male e in cui informarsi sull'attualità è un optional per molti, la dottrina per cui lo Stato risolve i problemi e il liberalismo li crea si riesce facilmente a far passare nella testa della gente, grazie ai mezzi di cui dispone l'apparato pubblico: influenza sui media (tipo la Rai, che è letteralmente un vomitorio per il livello di informazione che fa, da Paese del quarto mondo), economisti di corte, scuola pubblica basata su criteri totalmente anti-meritocratici. Ed ecco come fare a capovolgere la realtà e a far credere al popolo che le cose stiano così.
Il popolo non è "stupido", è semplicemente indottrinato e asservito allo Stato ormai. Siamo messi come una rana bollita nell'acqua. Se butti dentro una rana nell'acqua bollente questa si butta fuori subito. Se invece la metti dentro a temperatura ambiente e la scaldi a fuoco lento dopo un po' te la mangi cotta. L'indottrinamento dell'opinione pubblica funziona uguale: un po' alla volta, poi sempre di più, finché gli imprenditori sono ridotti ad essere pochissimi in rapporto a coloro che pigliano fondi.
In Greece, Reliance on Public Funds Is the Central Problem | Mises Institute
«L'Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l'Italia sono i furbi, che non fanno nulla, spendono e se la godono» (Giuseppe Prezzolini, 1921)
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