[QUOTE=Friedrich 91;1060780220
Sono invece decisamente più d'accordo nell'avere una difesa comune in Europa, e nel fatto che occorra definire una politica migratoria comune che vada oltre il trattato di Dublino. Oltre a questo chiaramente il mercato comune, che anzi va promosso, esteso e rafforzato.
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Indubbiamente è ancora incompleto
Esatto e aggiungo anche politica extracontinentale. Secondo me l'obiettivo più importante dell'Unione è la "parità" con i giganti nelle decisioni a livello globale, che per forza di cose solo con gli stati nazionali non si ha.
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prospetticamente le carte mostrano una potenziale tendenza verso alte potenzialità di prospettiva....
Sono d'accordo in parte ma un coordinamento monetario in un mercato comune lo devi prevedere,con una moneta comune non necessariamente unica, qualcosa com'era il vecchio ECU,una sorta di unità di conto,cui agganciare le monete nazionali. Anche perché ce li vedi i sovranisti nostrani rinunciare al corso forzoso di un'eventuale neo-liretta?Non lo farebbero mai.
Altrimenti,se ogni Stato cerca di fregare il vicino con le svalutazioni competitive, salta pure il mercato comune,come stava succedendo negli anni 70'. Perciò si dovette creare il Serpentone Monetario Europeo.
Su questo Sapir ha ragione.
La ‘moneta comune’ che puo salvare l’Euro — L'Indro
Evidentemente anche te non hai molto capito il senso del discorso.
Io quando parlo di fallimento non mi riferisco all'Italia in sé, mi riferisco alla capacità del Paese di avere un'unità sotto qualsivoglia profilo: economico, culturale, sociale. Lingua a parte (e anche qua non del tutto, vedi il Veneto ad esempio), non c'è una cosa su cui l'Italia sia unita. E a livello economico nel periodo che dici tu le differenze che esistevano erano grandi tanto quanto quelle attuali tra nord e sud Italia, infatti era pienissimo di gente che emigrava dalla Sicilia e dalla Calabria per andare nel "triangolo industriale".
Fallimento dello Stato unitario significa che in 70 anni le differenze tra le varie zone non si sono affatto appianate. E cosa si fa adesso? Invece di pensare a rendere lo Stato italiano pienamente federale e farla finita con questa farsa dello Stato unitario che solamente a nevearoma piace (non so perché, ma sta di fatto che ogni qual volta si tocca l'attuale Stato nazione italiano si sente colpito nel profondo), si crea il ministero del Sud e si continua con la Lombardia, il Veneto e l'Emilia-Romagna che danno il 10% circa se non di più del loro PIL direttamente allo Stato centrale.
Gli Stati unitari quasi mai funzionano bene, nel caso dell'Italia, in cui l'unità nazionale esiste di fatto per modo di dire, a maggior ragione.
«L'Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l'Italia sono i furbi, che non fanno nulla, spendono e se la godono» (Giuseppe Prezzolini, 1921)
Ora è più chiaro.Su questo concordo pienamente con te.
Cambiando argomento,sottopongo a te e @snowaholic quest'articolo:
Italia, spesa pensionistica insostenibile - We Wealth
No, fate quel che volete dello stato unitario - che poi immagino tu intenda centralizzato, stato unitario non vuol dire molto -, basta che non veniate a giustificare le vostre opinioni con tesi circa l'assenza di un'identità italiana, perché è una cavolata non sostenibile da alcun punto di vista e che se la andassi a dire a qualsiasi storico serio ti riderebbe in faccia, punto.
Non ti piace l'attuale assetto statale? Benissimo. Legittimo. Trovi che le attuali differenze interregionali italiane siano eccessive? Anche questo più che legittimo, e ti assicuro che non serve vivere a nord del Po per essere scandalizzati dal modo in cui in certe zone d'Italia si buttano i soldi nel cesso.
Ma limitati a questo, non aggiungerci storie sull'inesistenza dell'italianità che non stanno né in cielo né in terra, tanto più se poi sostieni che esistano delle identità regionali quando le cosiddette identità regionali sono perlopiù invenzioni posticce degli ultimi 20-30 anni, compresa quella della regione Emilia-Romagna in cui vivi tu. Poi puoi anche desiderare di unirti al Botswana o di creare il Ducato del Polesine per quanto mi riguarda.
Tra l'altro io sono pure tendenzialmente federalista per quanto riguarda l'Italia, quindi il punto è proprio completamente diverso. Casomai sostengo che il federalismo non sarebbe nemmeno lontanamente la panacea di tutti i mali come pensano altri, ma è un discorso diverso.
E in ogni caso bisogna avere delle opinioni informate. Perché quando scrivi questo
assumendo che tu intenda stati centralizzati, non è comunque una tesi sostenibile. Ne abbiamo già discusso varie volte: ci sono stati centralizzati che funzionano bene, stati centralizzati che funzionano male, stati federali che funzionano bene e stati federali che funzionano male. Non c'è alcuna relazione assoluta tra assetto statale e funzionamento dello stato medesimo. Il miglior assetto statale è qualcosa che si valuta caso per caso, per uno stato X può essere meglio il centralismo, per un altro il federalismo, per un altro ancora un sistema misto, ed è molto raro che la causa del malfunzionamento dello stato sia rintracciabile principalmente nel suo assetto, così come è perfettamente possibile migliorare radicalmente il funzionamento dello stato senza cambiare assetto statale, o cambiare assetto statale senza migliorare alcunché.Gli Stati unitari quasi mai funzionano bene, nel caso dell'Italia, in cui l'unità nazionale esiste di fatto per modo di dire, a maggior ragione.
Visto che mi accusi di sentirmi colpito nel profondo quando si tocca questo argomento, a me sembra che tu abbia un deciso bias che ti fa perdere un po' di vista la realtà quando si parla di liberalizzazione e riorganizzazione dello stato, tanto da arrivare a supportare quelle che oggettivamente possono essere definite solo come puttanate selvagge tipo la libera repubblica di Liberland.
Ultima modifica di nevearoma; 16/09/2018 alle 10:49
"In Africa non cresce il cibo. Non crescono i primi. Loro non hanno i contorni. Una fetta di carne magari la trovi, ma hanno un problema con i contorni. Per non parlare della frutta."
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