1) Che c'entra il neokeynesismo? Finora non c'è stato alcuno stimolo alla domanda e anzi c'è stato l'impatto negativo dello spread, in un contesto di rallentamento generalizzato dell'economia europea che è scesa a +0,2 quindi non lontano dal nostro zero (contro aspettative di +0,4).
Il decreto dignità (che non ha nulla di neokeynesiano) era una schifezza e lo avevo detto già allora, ma non è l'unico motivo e forse nemmeno il principale per la perdita di quei posti di lavoro, quando l'economia rallenta i primi che saltano sono quelle tipologie.
2) Legalmente è praticamente impossibile fare una secessione e rimanere nell'Euro, se non con una operazione stile Kosovo-Montenegro. Una ipotetica Padania non riuscirebbe nemmeno a rimanere nell'UE con tutti i problemi tipo Brexit. Credere che una secessione produrrebbe un trauma economico minore rispetto all'uscita dall'euro è da folli, già solo ricostruire l'apparato statale sarebbe un lavoro titanico. Poi secondo me sottovaluti il numero di imprenditori che sarebbe non poco attratto dalla svalutazione.
... a meno che non seceda la parte che esce dall'euro.
Beh, se l'alternativa non è l'uscita dall'euro in sé ma un default vero e proprio, una secessione non è poi così drammatica
Facile non è, ma non è nemmeno nulla di impossibile. Ce l'hanno fatta senza enormi traumi prima CZ/SK, poi più recentemente SI/HR/etc.
Esatto, il vero problema è questo. Io 'sta classe imprenditoriale illuminata al Nord proprio non la vedo.
E perché dovrebbe? Ammesso che esista un nord europeista e produttivo da contrapporre ad un centro-sud euroscettico e assistenzialista di sicuro non sarà mai il secondo a volere la rottura dell'unità nazionale.
Beh, se l'alternativa non è l'uscita dall'euro in sé ma un default vero e proprio, una secessione non è poi così drammatica
Quasi certamente sarebbe una uscita dall'Euro con riconversione del debito in lire.
Ma una secessione butterebbe fuori il nuovo stato dall'Unione Europea e dal mercato comune, se qualcuno pensa che la Spagna accetterebbe una Catalogna italiana fa male i suoi calcoli.
Facile non è, ma non è nemmeno nulla di impossibile. Ce l'hanno fatta senza enormi traumi prima CZ/SK, poi più recentemente SI/HR/etc.
Stai paragonando l'Italia a stati con reddito medio-basso che stavano attraversando già una difficile transizione dall'economia pianificata all'economia di mercato con costi economici immensi (dal 20 al 50% del PIL) e che subito dopo hanno potuto beneficiare del ruolo di fornitori di manodopera a basso costo per gli stati Europei grazie all'ingresso nel mercato comune. Tutto si può fare, ma senza enormi traumi mi sembra un understatement. Diciamo che per come erano messi avevano poco da perdere e avevano pieno supporto internazionale. Nel caso cecoslovacco peraltro la separazione era consensuale.
Il nord Italia invece avrebbe moltissimo da perdere e non avrebbe alcun supporto internazionale.
Il decreto dignità è un altro dei decreti che restringono l'offerta e mettono ulteriori inutili paletti alle aziende, rendendo più difficile assumere in generale. Di neokeynesiano la manovra ne ha moltissime di cose, che poi tu non chiami tali perché vuoi difendere a spada tratta il neokeynesismo è un altro discorso. Dalla spesa in deficit, all'aumento di spesa pubblica a sostegno di disoccupati (reddito di cittadinanza) e pensionati (con la quota 100 che abbassa di fatto la soglia per ricevere la rendita). Per ora non stanno ancora producendo effetti, ma è lecito pensare che comunque le aspettative di individui e imprese dovrebbero un attimino mostrare segnali di cambiamento di fronte a tanti sbandieramenti, invece 0 assoluto. Poi si dai, consoliamoci che rallentano anche gli altri, peccato che nella crescita e nella depressione quasi nessuno ha stime di crescita così basse come le nostre fra i Paesi avanzati.
Ma questo lo dici tu. Ricostruire l'apparato statale sarebbe indubbiamente un lavoro importante, ma uscire dall'Euro per l'Italia settentrionale sarebbe un disastro di proporzioni bibliche. Svalutazione? Senza offesa, ma pensi che l'eventuale guadagno dalla liretta svalutata compenserebbe l'aumento enorme del costo del credito per le imprese dovuto ad un uscita dall'Euro?
Francamente su questa cosa della svalutazione, che come sai per me è semplicemente un palliativo di breve termine utile a ridare un po' di ossigeno ma NON a risolvere i problemi di competitività di un Paese (anzi tende pure a peggiorarli nel medio-lungo termine), ci si è costruito sopra da parte degli economisti di corte (Borghi, Rinaldi ecc.) un gran castello di aria fritta. Nel momento in cui l'export rende a livelli tra i più elevati da molto tempo mi sembra che il problema sia tutto tranne che una moneta forte. Di sicuro esci dall'Euro e poi vedi se i vantaggi sono compensati dai costi.
Che poi molti imprenditori non ragionino così, come dice NoSync, visto chi hanno votato può pure essere vero. Ma questo non perché le cose stiano così, per abissale ignoranza economica piuttosto.
«L'Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l'Italia sono i furbi, che non fanno nulla, spendono e se la godono» (Giuseppe Prezzolini, 1921)
Il decreto dignità è una stupidaggine ma non impatta la crescita in misura significativa, ci sono troppe scappatoie per avere i lavoratori con forme diverse. Dal lato della domanda non ci sono stati stimoli finora, la manovra mette qualcosa ma non c'è nessun motivo per cui questo effetto debba essere anticipato. I futuri pensionati avranno una pensione più bassa dello stipendio attuale, la flat tax ha un effetto stimolativo nullo e l'ho sempre detto. Chi veramente potrebbe aumentare i consumi è chi ha le pezze al culo e di certo non aumenta i suoi consumi attuali per un ipotetico reddito di cittadinanza o aumento di pensione futuro che potrebbe anche non arrivare.
Che non crescano gli altri non è una consolazione, visto che la nostra crescita finora è stata essenzialmente al traino degli altri. Dico solo che il rallentamento europeo complessivo è la causa principale del rallentamento italiano, gli altri non hanno il governo giallo-verde e lo spread in rialzo ma rallentano come noi. Se non cresciamo quanto gli altri è perché ci sono problemi strutturali che ci impediscono di crescere di più, ma se gli altri rallentano noi ci fermiamo.
Ma questo lo dici tu. Ricostruire l'apparato statale sarebbe indubbiamente un lavoro importante, ma uscire dall'Euro per l'Italia settentrionale sarebbe un disastro di proporzioni bibliche. Svalutazione? Senza offesa, ma pensi che l'eventuale guadagno dalla liretta svalutata compenserebbe l'aumento enorme del costo del credito per le imprese dovuto ad un uscita dall'Euro?
Francamente su questa cosa della svalutazione, che come sai per me è semplicemente un palliativo di breve termine utile a ridare un po' di ossigeno ma NON a risolvere i problemi di competitività di un Paese (anzi tende pure a peggiorarli nel medio-lungo termine), ci si è costruito sopra da parte degli economisti di corte (Borghi, Rinaldi ecc.) un gran castello di aria fritta. Nel momento in cui l'export rende a livelli tra i più elevati da molto tempo mi sembra che il problema sia tutto tranne che una moneta forte. Di sicuro esci dall'Euro e poi vedi se i vantaggi sono compensati dai costi.
Che poi molti imprenditori non ragionino così, come dice NoSync, visto chi hanno votato può pure essere vero. Ma questo non perché le cose stiano così, per abissale ignoranza economica piuttosto.
Pensi che il nord Italia dovrebbe liberarsi del sud e mantenere l'Euro senza avere più voce in capitolo nella BCE né avere accesso alla liquidità della banca centrale né al mercato comune? Il buon andamento delle esportazioni durerebbe mezza giornata. L'aumento del costo del credito ce lo avresti lo stesso e il centro-sud Italia farebbe una competizione di costo micidiale.
Se ci fosse qualche possibilità di mantenere lo status quo con la secessione avresti ragione, ma non sarebbe così, anche perché in caso di default del debito pubblico italiano vi toccherebbe salvare tutte le banche del nord che sono imbottite di debito italiano (con che soldi poi?). Sarebbe un bagno di sangue per tutti, veramente è inutile baloccarsi su scenari simili.
Comunque se parliamo di neokeynesiani seri il giudizio sulla manovra italiana è impietoso.
The Italian Budget: A Case of Contractionary Fiscal Expansion? | PIIE
Dimenticavo: quanto è importante il mercato interno per le aziende del nord Italia? Vi siete fatti bene i conti di quanto vi costerebbe se io e Josh non potessimo più permetterci di pagare i prodotti delle vostre aziende prima di auspicare secessioni? O di quanti studenti fuorisede tornerebbero a studiare nelle università del sud?
La svalutazione è uno strumento potente, se riesci a non mangiarti subito il vantaggio acquisito a causa dell'inflazione. Ma in un Paese come l'Italia dove le importazioni pesano per circa il 20% del PIL una svalutazione del 20% darebbe una spinta inflazionistica una tantum del 3-4%, se riesci a fare accordi di moderazione salariale come si fa in tutti i casi di svalutazione di successo (inclusa la concertazione italiana anni 90) e riportare subito l'inflazione al 2% hai ottenuto un bel vantaggio competitivo e non c'è nessun motivo per cui il costo del credito debba rimanere più alto che dentro l'euro. Se questo accade è perché non riesci ad avere una politica macroeconomica efficace le aspettative di inflazione restano alte.
Ciò detto, i problemi di ordine pratico, legale e politico in Europa sono tali da non rendere conveniente uscirne, il costo di breve termine sarebbe esorbitante.
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