In realtà la % di debito pubblico statunitense in mano cinese è molto bassa. Si parla di circa il 20% del debito posseduto da stranieri, che a sua volta è circa il 40% del debito totale. Quindi in generale meno del 10% del debito totale, molto simile a quella detenuta da giapponesi. In più la Cina ne è ugualmente dipendente, al massimo si tengono per le palle a vicenda.
"In Africa non cresce il cibo. Non crescono i primi. Loro non hanno i contorni. Una fetta di carne magari la trovi, ma hanno un problema con i contorni. Per non parlare della frutta."
Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
Economicamente parlando quella dei dazi si è già rivelata una minchiata (a meno che non sia stato particolarmente sfortunato).
Sta finanziando con deficit pro-ciclico una fase espansiva, con una curva del debito che è peggiore della nostra...
Ma arriverà il conto da pagare, eh se arriverà...
Tanto sarà sicuramente colpa dell'Euro.
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I dazi hanno sempre un effetto negativo sull'economia, ma è un effetto piccolo, come ripete sempre Krugman (che sul commercio internazionale ci ha vinto un Nobel). Per i dazi di Trump finora parliamo di un effetto nell' ordine dello 0,1% del PIL, potrebbe salire fino allo 0,5 se si completa l'escalation già annunciata con la Cina. Ma è presto per capire come si concluderà questo conflitto, le problematiche relative alla Cina in ogni caso sono così spinose che dubito di possano risolvere senza una fase piuttosto conflittuale. È un po' come uno sciopero, nel breve termine crea un danno ad entrambe le parti ma nel lungo termine bisogna valutare come si conclude il conflitto.
Sia chiaro, non condivido la politica commerciale di Trump, che vuole sempre negoziare tenendo le controparti sotto ricatto, ma non è del tutto illogica e potrebbe funzionare sul piano politico interno.
Il deficit pro-ciclico ormai è una costante delle ultime tre presidenze repubblicane, Trump non ha inventato nulla. Fa parte delle tantissime cose che non condivido della sua amministrazione (quasi tutte in verità), ma in questo sta seguendo perfettamente Bush e Reagan.
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Sono d' accordo sull'unilateralismo, se avesse costruito una alleanza di Paesi industrializzati e inchiodato la Cina ai suoi obblighi WTO sarebbe stato meglio.
Ma io stavo rispondendo al tuo messaggio sul fatto che Trump sia umorale e compulsivo, mentre in realtà è abbastanza attento all' impasto politico interno, sulla linea dura verso la Cina ha il supporto (o la non ostilità) di una buona fetta di imprese e dei democratici, come mostra il supporto esplicito alla scelta di Trump di aumentare i dazi da parte di Chuck Shumer, senatore di NY e leader di minoranza al senato.
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Ma non è solo quello.
I dazi americani vengono seguiti da quelli della Cina,cosicché il protezionismo inaugurato da Trump non produce un miglioramento della bilancia commerciale USA(almeno non apprezzabile),bensì una restrizione del commercio globale, che colpisce pesantemente i Paesi con maggiore vocazione esportatrice,come appunto l'Italia.
La Cina impone dazi solo sui prodotti USA, quindi semmai gli altri esportatori beneficerebbero della possibilità di sostituirsi alle esportazioni USA, come avvenuto per il Brasile per i prodotti agricoli.
L' effetto sulle esportazioni europee dipende invece dal rallentamento dell'economia cinese, che è un gran parte dovuto a problemi interni indipendenti dai dazi di Trump e secondo alcune stime indipendenti è stato anche più forte di quanto mostrato dalle statistiche ufficiali. Inoltre i beni capitali (venduti soprattutto da Italia e Germania) sono molto prociclici e quindi calano molto rapidamente in caso di rallentamento dell' economia. Ma come ho già detto altre volte, se ci leghiamo a doppio filo alla crescita cinese è un problema grave a prescindere dai dazi ed è un problema esclusivamente nostro se riusciamo crescere solo al traino della Cina.
Comunque la bilancia commerciale bilaterale è solo un pretesto, se imponi dazi alla Cina la produzione si sposta in Vietnam e simili più che tornare in USA.
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Più che all'effetto complessivo pensavo al dato di bilancia di pagamenti che, nonostante i nuovi dazi, ha segnato un nuovo record negativo nel 2018 per gli USA nei confronti della Cina (o almeno così ho letto un paio di gg fa).
E' già questo è indice sufficiente di fallimento. Quindi? Mettiamone degli altri.
Finchè non arriva lo schiaffone e ci si accontenta della propaganda sicuramente.
Infatti qualche gg fa ho letto "i Repubblicani sono gli strenui difensori del bilancio pubblico quando governano i Democratici"...
Ciò non toglie che resti una clamorosa vaccata; e spero proprio che il conto sia salato.
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Intanto oggi abbiamo di nuovo lo spread in area 285.
Ho ancora il dubbio: stiamo parlando di normali oscillazioni su un trend di fondo crescente (un po' come ENSO/PDO creano oscillazione attorno al trend di fondo del GW ) oppure sono piccole scosse telluriche dettate dal magma che sta riempiendo la camera?
Sarei portato a credere più nella prima, ma hai visto mai...
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