Sestriere 8/12/14
Fede http://webgis.arpa.piemonte.it/webme...DTOT=001191902
Non lo so,è solo una mia opinione ma l'entrata differita nell'euro avrebbe potuto far scattare un pò di sano orgoglio:magari il Paese nel 1998/99 non era ancora così sconfortato e stanco come negli anni 10'.Lo sforzo per l'euro ci fu ma non si mise mano ai nodi strutturali che ci trascinavamo dietro dai primi anni 80'.
Fu uno sforzo una tantum,non c'era la motivazione a voltare pagina.
Invece la tristezza dell'esclusione avrebbe potuto fare da molla.Ho visto i lettoni,hanno lavorato come pazzi per entrare nell'euro.Hanno ancora tanti problemi,sono ancora piuttosto poveri ma avere un obiettivo aiuta.
Ricordo un'intervista ad un pezzo grosso della Banca Centrale tedesca,penso fosse l'autunno 96'.
Disse:"Voi italiani avete segnato molti punti ma non avete ancora vinto la partita".
Forse la sciagura di noi italiani son proprio le partite vinte.Quando la disfatta è vicina,tiriamo fuori il meglio.Caporetto e il Piave.
Sto'Paese si ritrova nelle situazioni più difficili:è l'ordinaria amministrazione che ci frega.
Sestriere 8/12/14
Fede http://webgis.arpa.piemonte.it/webme...DTOT=001191902
Mai detto (anzi, ho più volte sostenuto il contrario in precedenti post) .
E non perchè voglia svalutare o segua le linee di politica economica proposte da Borghi (Domenico, che razza di paragoni mi fai? \as\) , ma anzi proprio perchè come già scritto ritengo che l'Euro sia stato per l'Italia una sorta di "cappa protettiva" che ha distorto e tuttora distorce la percezione reale del ns. Paese agli occhi dei mercati e dall'altro, distorce allo stesso modo gli incentivi politici, invitando la stessa politica a sentirsi al sicuro in una istituzione "too big to fail" (ricordate le parole di Draghi? "noi faremo tutto quello che serve per salvare l'Euro") e di conseguenza a lasciar perdere con le riforme che servirebbero.
Bene, su questo posso già essere più d'accordo.Idea che approvo e che mi vede abbastanza favorevole, anche se io penso che sia comunque necessario un reset x l'Unione Europea, perchè un'eventuale confederazione di Stati che possiede una moneta unica ma non ha nessuno dei requisiti necessari per essere un'area valutaria ottimale (tra cui la piena mobilità dei lavoratori e l'allineamento delle economie) non possa avere la stessa moneta. Essa dovrebbe essere invece l'ultimo passo, come il tetto per una casa.
Inoltre ritengo che comunque i vari limiti d'intervento dell'UE debbano essere definiti in maniera più chiara e rigorosa.![]()
«L'Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l'Italia sono i furbi, che non fanno nulla, spendono e se la godono» (Giuseppe Prezzolini, 1921)
Beh...cos'è?Improvvisamente mi stai dando ragione quando dico che l'entrata fin da subito nell'Euro dei Paesi periferici è stata una mossa sbagliata?
Ovviamente non posso che quotare, aggiungendo che a dire il vero non serve molto più del buon senso per arrivare a capire che una moneta unica può funzionare solo se le economie dei Paesi aderenti sono un minimo allineate. Nel 2001, con tutto il rispetto, col cavolo che era così!![]()
«L'Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l'Italia sono i furbi, che non fanno nulla, spendono e se la godono» (Giuseppe Prezzolini, 1921)
Non devi ripeterlo perchè lo so perfettamente.Loro sono uniti, l'Europa no: è completamente divisa, ma in compenso ha un'unica valuta.
Qualcosa sì: che i processi storici abbiano i loro tempi è indubbio, ma che tali tempi siano costanti un po' meno. Altrimenti considerato il tempo che ci è voluto per inventare l'abaco per la prima CPU avremmo dovuto aspettare la gigante rossa.
Ergo se gli USA ci hanno messo "100" anni 2 secoli fa non ci vedrei nulla di strano che dopo 2 secoli ne bastassero "50".
1. Già potremmo discutere di come far stare assieme tale premessa con tale conseguenza
2. Si è visto com'era equilibrata la crescita. Più o meno come quella italiana.
Anzi talmente equilibrata da passare da un debito pubblico al 56% del PIL nel 1986 (noi avevamo già l'85%; e sì, son partito un po' più indietro per arrivare a 20 anni fa) al 110% del PIL, leggasi RADDOPPIO, nel 1993; in 7 anni; un vero modello di equilibrio!
Vero. Poteva insistere sulla strada precedente e provare a far concorrenza all'Argentina nella brillante statistica dei default per decennio.
E' esattamente quello che ho scritto.
Io però lo dico così: eliminare i difetti alla base del modello in modo che diventi funzionale.
Direi che il mercato ti smentisce, sperando non sbagli anche lui. :-P Evidentemente non è bastato l'Euro a dar st'impressione.
La differenza tra me è te è che io propongo di andare avanti facendo il possibile e pure l'impossibile per eliminare i difetti attuali.
Tu invece vuoi farci diventare tutti arabi e cinesi. Il che non necessariamente è un male eh, per carità. Ma io a non perdere centralità nel mondo attuale tutto sommato ci terrei ancora.
No guarda... "Il Giappone invece" lo dico proprio adesso perchè l'hai tirato fuori tu ed è un esempio che smentisce clamorosamente la tua teoria.
Quale mega-stato? Quello in cui ognuno fa quel caspio che gli pare ciascuno con le proprie regole decise in autonomia? Hai un concetto interessante di megastato.
Io lo chiamo accozzaglia di stati, ma se ci mettiam d'accordo sulle definizioni e sulla funzione che passa dalle mie alle tue va tutto bene.
Parliamone pure: a far crescita FINTA vedendo il debito aumentare a ritmo decisamente maggiore del PIL siamo stati maestri.
Se è quello il modello a cui tanti aspiri puoi sempre trasferirti temporaneamente in Argentina e apprezzare i risultati che tale modello porta oggi.
Poi quando torni mi racconti quanto bene funzioni.
Eh sì. Basta vederli. Tu come giudichi un modello che cresce economicamente di X facendo crescere il debito pubblico di 2X (all'anno) fino a farlo giungere alla soglia dell'insostenibilità? No perchè finchè siam qui a cazzeggiare e discutere di opinioni su futuri ipotetici effettivamente è vero tutto e il suo contrario, ma sui numeri scritti nero su bianco relativamente al passato è difficile venire a raccontare che Cristo sia morto di freddo...
Italia: 1980 debito pubblico 56% del PIL; Italia 1990: debito pubblico 94.8% del PIL; Italia 1994: debito pubblico 121% del PIL.
Di quale fantastica realtà anni '80 stai parlando parlando esattamente?
Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
Eh sì. Anche Armstrong andava il doppio di tutti gli altri ciclisti dopo l'asportazione del tumore.
Poi anni dopo ha dovuto ammettere di essersi dopato alla morte.
Nel caso della nostra economia per fortuna non c'è bisogno di giudici visto che le statistiche sono pubbliche.
A crescere il doppio quadruplicando il debito sobboni tutti come direbbero a Roma.
A questo proposito vorrei ricordare che "la burocrazia di Bruxelles" è quella che è stata mandata a Bruxelles anche da Roma e Atene (oltre che da Berlino e Parigi). E direi che non serve aggiungere altro.
E' chiarissimo: tendi però a trascurare il fatto che il resto del mondo non starebbe esattamente ad aspettare che l'Europa si faccia i comodi suoi.
La tua idea è la condanna, da subito, alla marginalità di 3/4 d'Europa.
Se va bene a tutti pace e bene.
Come dico sempre anche a quelli che straparlano di default però fatemelo sapere un po' prima che volo in Canada prima che sia troppo tardi...
Il vicolo è destinato ad essere cieco se si rimanesse esattamente nel limbo attuale senza fare nulla.
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Mi sa che questa tua visione sia molto romantica, ma poco attuale.
Mi racconti negli ultimi anni quale riforme strutturali dettate dall'orgoglio o anche solo dal non apprezzare il nuotare nel guano siano state fatte per recuperare terreno?
A me ne viene in mente una sola, peraltro fatta da un governo non politico.
E i gap strutturali stanno lentamente, ma inesorabilmente aumentando...
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