
Originariamente Scritto da
Stau
Ma non è questione di sovvertire i principi di responsabilità.

E' questione che, molto semplicemente, avere un'unica moneta per un Paese somaro come il nostro e al contempo ad esempio la Finlandia (che dagli anni '90 ad oggi è sempre stato il Paese con le finanze pubbliche più solide, anche ben di più della stessa Germania, che invece quando serviva sfondò il tetto del 3% senza farsi troppe pare), è qualcosa di inconcepibile dal lato economico e se ne può rendere conto chiunque si interroghi due secondi su cosa rappresenti la moneta, cioè un mezzo di scambio.
Il valore della moneta di uno Stato rappresenta la sua ability to pay, cioè la sua solidità patrimoniale e strutturale. Per cui per avere una moneta unica come l'Euro è necessaria una condizione: che gli Stati membri di tale area valutaria abbiano economie più o meno allineate, inserite sullo stesso binario. Se gli Stati sono tutti più o meno nella stessa barca, allora si può effettivamente creare una moneta comune, ma diversamente - se non è così - non fai altro che distorcere il mercato e creare bolle speculative sui titoli di Stato dei Paesi più deboli o meno competitivi. Perchè l'investitore vede il prezzo del titolo di Stato più basso rispetto a quello che potrebbe essere (dato che sta all'interno di una moneta più forte delle sue capacità). Al contempo l'incentivo che arriva alla classe politica è: "siamo dentro all'Euro, ce l'abbiamo fatta, da qua non ci toglierà più nessuno, possiamo sederci in santa pace e fare una bella briscola, altrochè riforme."

Ora: io magari sovverto il principio di responsabilità, ma voi fate un grosso errore quando mettete da parte gli incentivi. L'economia intera è basata prima di ogni altra cosa sugli incentivi e sottovalutarli come fai te o tutti voi europeisti al midollo è un errore non da poco. Con questo non voglio dire che l'Euro non si sarebbe mai dovuto fare

, ma che semplicemente il momento non era opportuno. Le economie europee nel 2001 erano troppo disallineate per permetterlo. In questo senso un plauso va a Kohl, che come hai scritto te (però a questo punto ti devi decidere perchè prima dici che Kohl aveva ragione poi fai marcia indietro


) aveva avuto non dico l'intuizione perfetta nel lasciare fuori Italia, Portogallo e Grecia, ma comunque aveva più di tutti afferrato questo concetto (e non gli si è dato ascolto, perchè tanto un Euro è per tutti...

\fp\).
Osi forse dire che i tassi non rappresentano l'attuale situazione dell'Italia? Che ci sia qualcos altro (tipo le garanzie illimitate della BCE) a influire sul loro valore?

Ma allora sei un farragiano, un purista liberista


(scherzo Domenico

).
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