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  1. #15481
    Bava di vento L'avatar di Luca D'inverno
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da Matteo C. Visualizza Messaggio
    Il giochino liberista non regge: voi date per scontato che gli imprenditori siano tutte anime sante, che premiano chi se lo merita e penalizzano chi fa di meno. Ma in un mercato totalmente liberalizzato, e con la mentalità italiana del "frego io freghi tu", gli abusi sui lavoratori non si conterebbero. E con la scusa della "poca produttività", via libera a stipendi da 500 euro/mese per 40 ore settimanali...
    Già ci siete riusciti, in parte, in forza delle varie riforme distruttive degli ultimi decenni: contratti a chiamata, co.co.pro, co.co.co., liberalizzazione del n° di rinnovi del contratto a termine. Già oggi siamo dentro una scandalosa corsa al ribasso di salari e diritti, manca solo il colpo di grazia.
    Sono un imprenditore.
    Ma non mi sento di darti torto. Ti chiedo solo di non generalizzare al 100%; ancora qualcuno che crede nell'uomo inteso come persona, c'è.
    Io penso che quando avremo finito di svilire le professionalità, avremo tolto la dignità di persona ai dipendenti, saremo falliti definitivamente.
    E' un gioco da cui mi chiamo fuori. Credo che la mia azienda vive perchè i miei ragazzi, i ns dipendenti, credono nel nostro lavoro insieme a noi.

    La ISO 9001 che diffonde la teoria del 'tutti utili nessuno indispensabile, chiunque sostituibile' è una stronzata pazzesca.
    Il bombo ha una superficie alare di 0,7 cm² ed un peso di 1,2 grammi. Secondo i vigenti principi dell'aerodinamica è impossibile volare con tali caratteristiche. Ma il bombo non lo sa e quindi continua semplicemente a volare!

  2. #15482
    Uragano L'avatar di Friedrich 91
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    E' evidente che non si e' capito minimamente cosa ho scritto prima.
    Voi (inteso Matteo e chiunque vede il mercato del lavoro liberalizzato come fonte di danno ai lavoratori) state descrivendo lo scenario dell'Italia attuale pensando che detto scenario sia quello tipico di un mercato del lavoro totalmente liberalizzato, roba che manco a Singapore.

    Ma non e' assolutamente così e ribadisco: non lo e' non solo perché le riforme finora fatte sul mercato del lavoro sono risultate decisamente inadeguate e perché dati alla mano il nostro mercato del lavoro e' ancora oggi uno dei più regolamentati (punto primo), bensì perché il mercato del lavoro e il mercato dei beni e dei servizi non sono separati in compartimenti stagni bensì sono fortemente collegati.

    Per cui oggi, in un contesto di : 1 elevata tassazione, a livelli addirittura da schiavitù e mai visti nella storia ; 2 sistema burocratico/istituzionale/legislativo tale x cui i costi da sostenere x aprire un impresa sono peggio delle fatiche di Sisifo (anche qua dati alla mano); 3 incertezza giuridica con tribunali che impiegano il triplo degli Stati Uniti x risolvere un inadempienza contrattuale (ma non saran mica problemi questi, cosa vuoi che gliene freghi al lavoratore medio ) ....chi vuoi che apra imprese in Italia? Chi mette i suoi capitali qua x investire? Chi e' l'impresa, non sussidiata dal governo e quindi non inefficiente già di suo, che può assumere qualcuno quando deve sobbarcarsi costi enormi di questo genere (perché se fosse sfuggito anche il punto 3 e' un costo non da poco, anche se non ne parla NESSUNO)? X questo ti ripeto che un conto e' fare le finte liberalizzazioni all'italiana, dove si liberalizza poco e male solo il mercato del lavoro ottenendo risultati decisamente negativi (e ti credo, se liberalizzi il mercato del lavoro ma non gli altri come fanno a crearsi nuovi posti?), un conto e' liberalizzare tutti i mercati.

    Voi mi state facendo una teoria ideale fatta di cospirazioni dei datori di lavoro ai danni del lavoratore che pero finora non trova nessun riscontro nella pratica e soprattutto non lo può trovare in Italia. In compenso gli esempi di Paesi che da anni e anni hanno intrapreso politiche di regolamentazione più ridotta del mercato del lavoro e di tassazione ridotta e di liberalizzazione anche degli altri mercati oltre che del lavoro, vedi Usa, vedi Svizzera sono notoriamente Paesi in cui il lavoratore negli ultimi decenni e' stato sfruttato in modo barbaro.
    «L'Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l'Italia sono i furbi, che non fanno nulla, spendono e se la godono» (Giuseppe Prezzolini, 1921)

  3. #15483
    Vento forte L'avatar di Ilio
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    L'ultimo balzello al volante. Paghi se guidi auto non tue - IlGiornale.it
    ecco qua. Non c'erano dubbi. Soltanto una nuova tassa di m.
    "I romanisti non servono a ricordarci che esistono, lo sappiamo già.....servono a ricordarci che non bisogna essere come loro!" [Roberto Benigni] https://www.youtube.com/watch?v=qZFE...embedded#at=25

  4. #15484
    Burrasca L'avatar di inocs
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Mentre continuiamo ad azzuffarci su articoli 18 e salari minimi, cioè sull'eterna diatriba di ottocentesca memoria, non ho ancora capito cosa cambierà nelle infrastrutture e reti italiane di ogni tipo. Quando è come la corruzione scomparirà come abitudine fissa. Dove è quando terminerà il clientelismo imperante. Quando si snellira, quantitativamente e proceduralmente un apparato statale pachidermico. Quando si ridurranno i tempi e i costi della giustizia italiana. Come, perché è quando si estirperanno le mafie che operano a mille livelli da nord a sud (sui problemi aggiuntivi, del Sud, è poi meglio stendere un velo pietoso).

    Cosa ricavo a usare la Svizzera come termine di paragone? Io sono convinto che potremmo paragonarci alla Svizzera se condividessimo gli stessi fondamentali. Con o senza, s'intende, salario minimo. Con o senza articolo 18. Che sono, allo stato, problemi secondari e superflui.

    Di impatto serio, vero, sulle urgenze, non vedo granché, nè lo annuso.
    I modelli fanno e disfanno. I santoni del web cianciano.

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  5. #15485
    Josh
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da FunMBnel Visualizza Messaggio
    Fermo restando che uno può essere legittimamente contro l'idea, direi che l'esempio della Svizzera non è esattamente il massimo della comparabilità in termini economici e non solo...
    Perchè a voler prendere un solo esempio io prendo gli USA che ce l'hanno e allora concludo che siccome l'economia più avanzata del mondo ce l'ha è la soluzione migliore possibile... (e peraltro non è esattamente vero che in Svizzera non ce l'ha nessuno; così come in Italia non ce l'hanno tutti; al contrario degli USA).
    Forse che forse, ma forse eh, ci sono anche altri fattori che pesano?
    Stra-quoto.
    P.s.Scusate ma mi scappa:mi piace troppo il progressismo pragmatico del Bassini...

  6. #15486
    Vento forte
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da inocs Visualizza Messaggio
    Mentre continuiamo ad azzuffarci su articoli 18 e salari minimi, cioè sull'eterna diatriba di ottocentesca memoria, non ho ancora capito cosa cambierà nelle infrastrutture e reti italiane di ogni tipo. Quando è come la corruzione scomparirà come abitudine fissa. Dove è quando terminerà il clientelismo imperante. Quando si snellira, quantitativamente e proceduralmente un apparato statale pachidermico. Quando si ridurranno i tempi e i costi della giustizia italiana. Come, perché è quando si estirperanno le mafie che operano a mille livelli da nord a sud (sui problemi aggiuntivi, del Sud, è poi meglio stendere un velo pietoso).

    Cosa ricavo a usare la Svizzera come termine di paragone? Io sono convinto che potremmo paragonarci alla Svizzera se condividessimo gli stessi fondamentali. Con o senza, s'intende, salario minimo. Con o senza articolo 18. Che sono, allo stato, problemi secondari e superflui.

    Di impatto serio, vero, sulle urgenze, non vedo granché, nè lo annuso.
    Quoto tutto .

  7. #15487
    Vento forte L'avatar di and1966
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da Stau Visualizza Messaggio
    Salario minimo? Ma lo sapete che nella medioevale Svizzera, dove sono così messi male che il tasso di disoccupazione raggiunge i livelli lunari del 3.0% la popolazione, indubbiamente ignorante in economia a differenza di quella italiana (che e' stata ben istruita dalle università pubbliche a divinizzare Keynes), ha votato contro tale pratica in un referendum di pochi mesi or sono?
    In Svizzera non c'è ne il salario minimo ne l'articolo 18 eppure il tasso di disoccupazione e' meno di 1/4 di quello italiano e i salari, guarda caso, non sono propriamente da paese africano ecco

    Il salario minimo vuol dire che se tu, lavoratore x, hai una produttività inferiore a tale soglia di salario io sono comunque obbligato a pagarti quel salario. Sobbarcandomi costi/oneri aggiuntivi. Ma siccome i soldi non piovono dal cielo, se sono obbligato a sostenere costi in più da un lato, per far quadrare i conti dovrò tagliarli da un altro. Come? Assumendo meno persone. Di conseguenza siamo al gioco del cane che si morde la coda:il salario minimo crea maggiore disoccupazione. Ed ecco spiegato anche perché laddove questa presunta tutela dei lavoratori (iscritti ai sindacati, gli altri affari loro ) non esiste si hanno: 1 salari mediamente più alti ; 2 minore disoccupazione (laddove del resto il punto 1 discende dal 2).
    Si ma informatevi bene sulle contropartite esistenti in Svizzera, prima di considerarli solo come dei masochisti disposti a fars inc....e senza tutele, rispetto ai "caxxoni italiani supersindacalizzati" (cit.) ...... per esempio informatevi bene sulla loro disoccupazione in caso di fine rapporto lavoro.
    " Intra Tupino e l'acqua che discende del colle eletto dal beato Ubaldo,
    fertile costa d'alto monte pende........" Dante, Paradiso XI
    - In avatar, il mio mondo : Omar, Sarah, il cantiere e .... la neve!

  8. #15488
    Vento forte L'avatar di and1966
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da inocs Visualizza Messaggio
    Mentre continuiamo ad azzuffarci su articoli 18 e salari minimi, cioè sull'eterna diatriba di ottocentesca memoria, non ho ancora capito cosa cambierà nelle infrastrutture e reti italiane di ogni tipo. Quando è come la corruzione scomparirà come abitudine fissa. Dove è quando terminerà il clientelismo imperante. Quando si snellira, quantitativamente e proceduralmente un apparato statale pachidermico. Quando si ridurranno i tempi e i costi della giustizia italiana. Come, perché è quando si estirperanno le mafie che operano a mille livelli da nord a sud (sui problemi aggiuntivi, del Sud, è poi meglio stendere un velo pietoso).

    Cosa ricavo a usare la Svizzera come termine di paragone? Io sono convinto che potremmo paragonarci alla Svizzera se condividessimo gli stessi fondamentali. Con o senza, s'intende, salario minimo. Con o senza articolo 18. Che sono, allo stato, problemi secondari e superflui.

    Di impatto serio, vero, sulle urgenze, non vedo granché, nè lo annuso.
    Ecco, appunto. E questo non é benaltrismo, bensì sana e realistica analisi dei fatti.
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  9. #15489
    Josh
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    UN SUD IN "DEFLAZIONE UMANA". PROPOSTE CHOC CONTRO LA DERIVA


    EDITORIALE

    30 Ottobre 2014
    di Piercamillo FalascaPDF

    La lettura del Rapporto Svimez per il 2014 conferma che, per il Mezzogiorno, è ormai in corso una vera e propria "deflazione umana". La popolazione non sta solo invecchiando, sta ormai diminuendo: 20mila unità in meno nell'ultimo anno, dopo oltre un decennio a crescita zero.
    La natalità è inferiore a quella del Centro-Nord, l'immigrazione straniera anche, l'emigrazione verso il resto del Paese e l'estero cresce: tutti fattori che portano a ipotizzare - se nulla cambierà - uncalo della popolazione del Mezzogiorno di circa 4,2 milioni di persone nei prossimi 50 anni. Nel solo 2013 secondo le stime dell'istituto di ricerca si sono trasferiti dal Mezzogiorno al Centro-Nord circa 116 mila abitanti (non solo giovanissimi), che si aggiungono ai 2,3 milioni di emigrati degli ultimi venti anni. Ai dati ufficiali va aggiunta la significativa quota di residenti meridionali stabilmente o prevalentemente domiciliati in altre regioni pendolari di lungo raggio (il sottoscritto è parte della categoria), calcolati per il 2013 in 142mila unità.
    La popolazione meridionale sta "votando con i piedi", esprimendo il più definitivo dei giudizi politici: se ne va, separa il proprio destino individuale da quello della propria terra e cerca altrove le condizioni per la propria legittima affermazione personale e familiare.
    La deflazione umana riguarda non solo la quantità dei residenti, ma anche le loro competenze. "I laureati - si legge nel rapporto - non costituiscono la maggioranza dei migranti, ma sono la sezione che cresce di più, da 17mila del 2007 a 26mila del 2012, +50% in cinque anni, un numero impressionante, se si pensa che l'area sforna tutto sommato meno laureati del Centro-Nord". Il combinato disposto di emigrazione, disoccupazione di lungo periodo, inoccupazione e scarsi investimenti in formazione (ci si iscrive sempre meno all'università, lo fa appena il 51,7% degli studenti superiori meridionali) sta provocando un depauperamento drammatico del capitale umano.
    Le conseguenze sono devastanti. Quale sarà il grado di creatività e innovazione di una popolazione sempre meno formata e professionalizzata? Quale sarà la qualità e la lungimiranza della domanda politica di una opinione pubblica anziana, povera e poco istruita? Quale cultura sta emergendo nell'esercito di giovani e adolescenti nullafacenti, nullavolenti e nullapotenti?
    È davvero il momento di trattare il Mezzogiorno d'Italia per quel che è: una macro-regione povera. E dunque, se il reddito pro-capite del Sud è pari al 56% circa di quello del Centro-Nord, ha ancora senso parlare nel mondo del lavoro di contratto collettivo nazionale? Ed è giusto che un dipendente pubblico di una provincia meridionale abbia lo stesso trattamento economico di un suo collega di Modena? La sostanziale parità delle retribuzioni pubbliche assicura al Sud una solida rendita di posizione a scapito dell'economia privata, con un divario ogni giorno più marcato, mentre la finzione del CCNL alimenta l'economia sommersa e il precariato più di quanto accada nel resto d'Italia.
    Tre proposte, dunque, non esaustive ma indicative di una mentalità. La prima proposta:ridurre le retribuzioni pubbliche nel Mezzogiorno, magari salvaguardando un livello minimo, e contestualmente utilizzare quelle risorse per due grandi impieghi: la riduzione della tassazione sulle imprese e sul lavoro e un piano di investimenti tecnologici e infrastrutturali. La seconda:superare definitivamente il contratto collettivo nazionale e lasciare al Sud la sola contrattazione aziendale, pur nel rispetto di binari e criteri fissati da una legge nazionale. La terza proposta: lasciare aperte non più di 5-6 università pubbliche nelle regioni meridionali, chiudere tutte le altre e utilizzare - per quelle università che restano e su cui si decide di scommettere - le risorse per finanziare robuste borse di studio e di ricerca a studenti italiani e stranieri e per ingaggiare alcuni tra i migliori docenti del mondo. Immaginate se nel Mezzogiorno sorgesse un polo universitario d'eccellenza, attrattivo e competitivo.
    Nessuna di queste tre idee sarebbe sufficiente, ovviamente, né si avrebbero effetti immediati. Ma di queste cose ha bisogno il Mezzogiorno, strumenti per diventare un luogo di opportunità, non più una zavorra.

  10. #15490
    Uragano L'avatar di Friedrich 91
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da and1966 Visualizza Messaggio
    Si ma informatevi bene sulle contropartite esistenti in Svizzera, prima di considerarli solo come dei masochisti disposti a fars inc....e senza tutele, rispetto ai "caxxoni italiani supersindacalizzati" (cit.) ...... per esempio informatevi bene sulla loro disoccupazione in caso di fine rapporto lavoro.
    Infatti io l'ho anche detto qual e' la disoccupazione in Svizzera, ma d'altra parte rigidità del mercato del lavoro e disoccupazione di lungo periodo sono correlati, non e' un caso che sia così ripeto, e non ne sono sorpreso.
    «L'Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l'Italia sono i furbi, che non fanno nulla, spendono e se la godono» (Giuseppe Prezzolini, 1921)

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