Originariamente Scritto da
Stau
Comunque non ci piove sul fatto che siano molti altri i fattori che ci distinguono dalla Svizzera piuttosto che il salario minimo...il punto che discutevo è che non è affatto vero che il salario minimo è garanzia di salari più elevati e minor disoccupazione, anzi può portare a tutt'altro e non è affatto vero che laddove non esiste ci sono condizioni lavorative da Rivoluzione Industriale come sembrava sostenere Matteo
. Che poi la Svizzera possiede miliardi di cose differenti rispetto a noi che la rendono decisamente migliore a livello di mercato del lavoro (e non solo) lo so bene, comunque il discorso è che fossilizzarsi su determinate leggi o impostazioni sorte diversi anni fa non ha molto senso a mio avviso.
Da "critico" dell'articolo 18 e del salario minimo dico che mi piacerebbe invece una regolamentazione del mercato del lavoro simile a quella austriaca. In Austria non c'è l'art. 18 (non so però se ci sia il salario minimo, su questo non mi sono informato...provvederò
) ma c'è piena libertà per le aziende di assumere e licenziare i dipendenti. Con però una forma di tutela molto efficace del lavoratore (e non del posto di lavoro): se il lavoratore viene licenziato avrà diritto a un sussidio di disoccupazione pagato x metà dall'azienda e x metà dallo Stato. Durante il periodo di sussidio lo Stato gli ricerca un posto di lavoro e, se gliene trova uno, qualunque esso sia, il lavoratore deve accettarlo pena la perdita del sussidio.
Personalmente credo che una forma di regolamentazione del mercato del lavoro di questo tipo sia più efficace di quella italiana, poichè punta a tutelare direttamente il lavoratore, non il posto di lavoro. I posti di lavoro all'interno di un'economia di mercato vanno e vengono, si creano (quando gli imprenditori ritengono utile investire in determinati settori) e si distruggono (quando il mercato "boccia" determinati investimenti): puntare a tutelare un posto di lavoro significa necessariamente deviare risorse dei contribuenti a tutelare progetti di investimento non più efficaci, che i consumatori hanno "bocciato", ossia sprecare risorse che invece potrebbero essere deviate verso investimenti più prolifici. Perciò quello che va tutelato è il lavoratore che perde il posto di lavoro, non il posto in se stesso (come fa l'art. 18). La forma di regolamentazione ideale, secondo me, è quindi quella che si basa sul concetto: dare alle aziende e ai lavoratori la piena libertà contrattuale. Però una volta che il lavoratore è stato licenziato, io - Stato - mi preoccupo di tutelarlo e dargli comunque una forma di ammortizzatore sociale, scaricando parte di questo costo sull'azienda che lo ha licenziato, che così sta più attente nella selezione del lavoratore. Come vedi non sono un inflessibile ultra-liberista alla fine (sotto questo aspetto) e comunque cerco di prendere in considerazione idee che - dove già applicate - hanno portato buoni risultati x quel che ne so.
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