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  1. #15771
    Josh
    Ospite

    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da Stefano De C. Visualizza Messaggio
    Aspettiamo che esploda la bolla dello shale e ne riparliamo infatti.
    Ai sovranisti evidentemente Giappone e Russia non bastano.
    Poi sorvolano pure sul fatto che l'economia USA vola perchè c'è appunto lo shale
    Per loro,vola perché stampano e "sono sovrani"(il feticcio del 2014).

  2. #15772
    Burrasca L'avatar di inocs
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Ho appena letto il decreto attuativo sui licenziamenti. Resta la reintegrazione per licenziamento discriminatorio (anche sotto i 15 dipendenti) e resta anche per licenziamento per giusta causa o giustificato motivo di cui in giudizio se ne dimostri l'insussistenza. E quindi? Ricordate che ne parlammo già? Sono rivoluzioni copernicane queste, nel senso che girano intorno (in buona compagnia, peraltro, di altre cose che girano) alle questioni e ai problemi.

    Bene!
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  3. #15773
    Josh
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    La guerra delle valute è fondamentalmente lo scenario apprezzato dai sovranisti,secondo cui ogni Stato deve avere campo libero nel deprezzare la moneta nazionale come e quanto gli pare.
    Che poi ciò porti dritto alle guerre commerciali ed ai dazi e alle dogane ai sovranisti non interessa.A loro il passato non insegna granché:lo Stato-nazione è l'unico scenario possibile dell'umanità:
    http://www.investireoggi.it/economia/trichet-tuona-contro-la-guerra-tra-valute-accordo-contro-le-svalutazioni-competitive/?refresh_

  4. #15774
    Josh
    Ospite

    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Krugman ha ammesso certi suoi errori di valutazione.Ma altri,soprattutto in Italia ed in Francia,continuano a sostenere l'idea dello stampa-e-spendi,in versioni assai più estreme di quelle praticate in Giappone.Anche Paolo Savona,un ex-ministro proveniente dall'ambiente delle Partecipazioni Statali anni 80'-primi anni 90',negli ultimi anni si è convertito a quest'idea nostalgica dello stampa-ed-indebitati con cui tradimmo l'esemplare politica economica degli anni 60'(con la lira che non fluttuava liberamente,come piace alla banda delle 3 "B",Borghi-Barnard-Bagnai ma era ancorata al sistema aureo,in un'economia inserita in un mercato comune europeo),per indebitarci sulle spalle di figli e nipoti(e pure pronipoti).


    SPY FINANZA/ I numeri che mettono in crisi il Giappone (e Krugman)

  5. #15775
    Burrasca L'avatar di inocs
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da inocs Visualizza Messaggio
    Ho appena letto il decreto attuativo sui licenziamenti. Resta la reintegrazione per licenziamento discriminatorio (anche sotto i 15 dipendenti) e resta anche per licenziamento per giusta causa o giustificato motivo di cui in giudizio se ne dimostri l'insussistenza. E quindi? Ricordate che ne parlammo già? Sono rivoluzioni copernicane queste, nel senso che girano intorno (in buona compagnia, peraltro, di altre cose che girano) alle questioni e ai problemi.

    Bene!
    Caso vuole che mi trovi davanti una bella sentenza di appello a Venezia, con condanna del datore di lavoro per un licenziamento economico intimato per perdurante crisi aziendale. Il lavoratore eccepisce invece che il licenziamento è dovuto alla sua iscrizione al sindacato due mesi prima. Il giudice, udite, considera la prova dell'elemento oggettivo alla base del licenziamento (lo stato di crisi) come identificativo o meno della volontà di discriminare il lavoratore (cioè: se è falso che tua sia in crisi, allora è probabilissimo che tu abbia voluto discriminare il lavoratore). Inutile dire che come tutto si è concluso: l'azienda non è minimamente in crisi > ti sei inventato un giustificato motivo oggettivo > il licenziamento è ritorsivo > il lavoratore è reintegrato.

    Come dicevo tempo fa: se non puoi abolire (e non l'hai fatto, testo del decreto attuativo alla mano) il reintegro per licenziamento discriminatorio, ci guadagni davvero così tanto ad abolire il reintegro per mancanza del giustificato motivo oggettivo?

    Forse migliora comunque l'attrattiva per gli investimenti esteri, fissandosi dei parametri maggiormente oggettivi e certi. Forse. Ai posteri...
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  6. #15776
    Josh
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Allora,cari,due osservazioni sull'idea,espressa giorni fa su un blog molto frequantato da fan della lira,secondo cui l'adesione dell'Italia allo S.M.E. sarebbe stata fonte di inflazione.E' un'affermazione che non condivido perché:
    1)la fiammata inflazionistica maggiore in Italia si è verificata fra il 1976 ed il 1980.L'Italia era nel Serpente Monetario Europeo-che altro non è che lo SME prima versione-dal 1971/72 e la fiammata,all'apice,coincise con lo shock petrolifero di metà decennio.Per rientrare dall'iper-inflazione l'Italia non uscì dallo SME ma si adeguò a quel che già avveniva in tutta l'Europa"core":rendere la Banca d'Italia indipendente dal Tesoro.Fino ad allora,infatti,la Banca d'Italia era tenuta ad acquistare i titoli di Stato che rimanevano invenduti e per farlo stampava lire in enorme quantità.Ebbene,questa è la vera causa dell'iper-inflazione italiana fra il 1976 ed il 1981.Come è noto,in Germania il tasso d'inflazione non superò mai il 7%,neanche nell'apice dello shock petrolifero e così in Austria,mentre in Italia si toccò il 20%,proprio perché da noi la Banca d'Italia-dipendente dal potere esecutivo-era tenuta ad acquistare i titoli di Stato,prendendo i soldi attraverso l'iper-stampaggio di lire;
    2)Bagnai(ma anche Barnard e Borghi,per non dire della Napoleoni)è un gran fan della dipendenza della Banca nazionale dal potere esecutivo,dipendenza cui pose fine,in Italia,la legge Andreatta del 1982,che si adeguò a quel che avveniva nel resto della CEE.Ebbene,si sappia che fra tutti i Paesi attuali dell'UE(non dell'area euro ma proprio dell'UE),il solo Paese in cui la Banca centrale è subordinata all'esecutivo,come piace a Bagnai,è l'Ungheria di Orban,che non è proprio un esempio fulgido di democrazia liberale.Non trovate?;
    3)al mondo non esiste alcun mercato comune sovranazionale che non preveda un sistema di cambi almeno parzialmente rigidi.I Paesi dell'Africa occidentale,per dire,hanno sì valute nazionali(anche se è in cantiere l'ECO,una moneta comune afro-occidentale)ma da anni sono tutte ancorate all'euro,mentre prima lo erano al franco francese.Bagnai,col suo tifo sfegatato per le monete che fluttuano liberamente,tradisce la sua avversione non verso l'euro ma verso il mercato comune europeo,giacché non esiste in rerum natura alcun mercato comune che non preveda una regolazione dei cambi,che serve a prevenire guerre commerciali a suon di svalutazioni competitive.Todo claro?

  7. #15777
    Vento moderato L'avatar di Matteo C.
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da inocs Visualizza Messaggio
    Inutile dire che come tutto si è concluso: l'azienda non è minimamente in crisi > ti sei inventato un giustificato motivo oggettivo > il licenziamento è ritorsivo > il lavoratore è reintegrato.

    ...
    Con i nuovi contratti a tempo (in?)determinato tutto ciò porterebbe ad una sanzione economica, no?
    E comunque non mi risulta affatto che il reintegro si applichi anche sotto i 15 dipendenti, lì non c'è mai stato, anzi gli hanno addirittura diminuito gli indennizzi da pagare.

  8. #15778
    Uragano L'avatar di Friedrich 91
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Articolo che condivido in pieno e che vi riporto su quello che sarebbe il destino di Paesi come Grecia e Italia fuori dall'Eurozona e su quello che sarà probabilmente il futuro della moneta unica:

    GRECIA SENZA EURO E ITALIA SENZA EURO? DUE PAESI DIVERSAMENTE POVERI | Movimento Libertario

    di MAURO GARGAGLIONE
    Leggo un titolo “Se vuole salvarsi, la Grecia deve uscire dall’Euro”. Ma che vuol dire salvarsi? La Grecia è sempre stata un paese povero perché ha avuto un’economia privata minuscola rispetto al settore dominante, cioè l’impiego pubblico parassitario. Quando attraverso l’adozione dell’euro alla Grecia è costato pochissimo indebitarsi, perché un suo BOT era garantito dalla moneta unica con alle spalle economie molto più produttive, il settore pubblico è lievitato in maniera abnorme. Questi delinquenti hanno venduto titoli di debito pubblico a manetta col cui ricavato dare sussidi alle zitelle e assumere a più non posso parassiti nella P.A., in cambio di voti naturalmente.

    L’adozione dell’euro è stata ininfluente sulla rachitica economia privata greca che tale è rimasta. Senza euro non sarebbero stati in grado di dare sussidi alle zitelle perché erano troppo poveri. Avrebbero dovuto stampare dracme a tutta birra ma l’inflazione sarebbe partita verso le stelle. Quindi manco il vantaggio di favorire le esportazioni come faceva l’italia con le svalutazioni perchè, ripetiamo, l’economia privata industriale greca era striminzita. Perciò la frase ” si salvano se escono dall’euro” è una grandissima stupidata. Si salvano nel senso che tornano ad essere poveri, come è giusto che sia per un popolo che non produce sufficiente ricchezza per essere ricco.
    Una storia simile, ma non uguale, è successa all’italia. Uguale nella dinamica dello stato e della politica, che hanno usato i vantaggi della moneta unica per creare debito con cui comprarsi gli elettori a botte di privilegi e sussidi a lobby di ogni foggia e dimensione, diversa perché il leviatano italico, impossibilitato a stampare lire, ricetta che comunque non serve a niente nel lungo periodo, si sta mangiando un’economia privata che era riuscita a diventare la sesta nel mondo. Se la sta divorando attraverso la repressione fiscale per conservarsi poltrone e privilegi.
    L’euro non può durare, ormai lo capiscono tutti coloro che leggono qualcosa di diverso dalla Gazzetta dello Sport, del Sole 24 ore o del Corriere della Sera (beneficiari di sussidi di stato), e quando calerà il sipario sulla moneta unica, la differenza tra Grecia e Italia sarà che loro torneranno poveri come sono sempre stati, noi torneremo poveri dopo aver dimostrato che avevamo le capacità per venirne fuori. Poi stato e parassitismo, hanno avuto il sopravvento. Che peccato. Vie d’uscita? Regioni produttive che si staccano dall’italia e ripartono a ricreare quell’economia vincente che hanno dimostrato di saper realizzare. Ma la repubblica non lo permetterà mai. E non lo vogliono neanche i cittadini del nord.
    «L'Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l'Italia sono i furbi, che non fanno nulla, spendono e se la godono» (Giuseppe Prezzolini, 1921)

  9. #15779
    Vento forte L'avatar di Fabio68
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    questi siamo noi

    Venezia, la beffa del Mose «Salvate anche San Marco» - Corriere del Veneto

    da bambino c'era una pubblicità che diceva "Cimabue fai una cosa ne sbagli due"
    you don't need the Weatherman to know where the wind blows - bob dylan
    il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile - woody allen

  10. #15780
    Burrasca L'avatar di inocs
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da Matteo C. Visualizza Messaggio
    Con i nuovi contratti a tempo (in?)determinato tutto ciò porterebbe ad una sanzione economica, no?
    E comunque non mi risulta affatto che il reintegro si applichi anche sotto i 15 dipendenti, lì non c'è mai stato, anzi gli hanno addirittura diminuito gli indennizzi da pagare.
    No, porterebbe al reintegro. Come già detto: il licenziamento discriminatorio può essere "scovato" solo dal giudice, ovviamente, non esiste in senso formale. Se il giudice non ha potere la fattispecie non è tutelata..

    Veramente, poi, pur non capendo cosa c'entri, tra mille catastrofi, la Fornero aveva esteso le garanzie del reintegro per discriminazione anche sotto i 15 dipendenti...
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