Non mi pare che l' alternativa a trump sarebbe stata tanto meglio... anzi. Tra i due, posso anche comprendere il voto.
Comunque prima di giudicare aspetterei la fine della legislatura. Non difendo nessuno eh, mi da solo fastidio questo atteggiamento di fondo di disprezzo verso chi la pensa diversamente.
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prospetticamente le carte mostrano una potenziale tendenza verso alte potenzialità di prospettiva....
ok, Stefano, ho inteso male, scusami
però, come dice @wtrentino, mi sembra azzardato (molto) dire che Trump e Brexit siano risposte sbagliate da parte di chi vota
la Clinton ha degli scheletri nell'armadio che mettono paura e secondo me Trump è stato "il male minore"
poi "ignorante"... gli inglesi, per una volta, sono stati sinceri
non interessava nulla dell'Europa e l'hanno ribadito a chiare lettere
io ritengo che il voto al referendum debba far felice le 2 correnti di pensiero: maggior nazionalismo e maggior integrazione europea
i primi perché hanno avuto la soddisfazione di vedere qualcuno che si rifiuta di vedere il proprio stato passare in seconda linea rispetto all'integrazione
i secondi perché senza l'Inghilterra di intralcio, se veramente si vuole addivenire all'Unione, si può procedere più spediti
you don't need the Weatherman to know where the wind blows - bob dylan
il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile - woody allen
Eh,in teoria. In pratica no,perché in questo momento storico chi ha cuore l'integrazione fra gli elettori dei 27(per ora)residui?Forse i 20enni,che però sono i meno presenti in zona-urne(e lo dimostra proprio il referendum sulla Brexit,con l'astensionismo prima scelta fra i 18 ed i 30).
I 40enni ce l'hanno (a torto o a ragione) col mondo intero, sopra questa fascia toccagli il feticcio-Stato nazione e vedi che ti rispondono.
No,non è tempo di integrazione politica,facciamocene una ragione. Si salvi il salvabile,cioè il mercato comune e poco altro.
Verranno tempi più favorevoli.Questi non lo sono.
Riguardo alla parte grassettata,non è proprio così: già la CEE era molto più di un'area di libero scambio,in quanto in embrione già con l'Atto Unico Europeo del 1986 c'erano un embrione di integrazione politica, con obiettivi comuni,sia pure limitata a determinati campi (ad esempio,la politica agricola comune esiste da fine anni 70').
Ed a quello che si deve puntare a ritornare,con i 27(per ora)residui,magari dietro il paravento delle più velocità (che de facto già ci sono,mica è quello il problema. E' chiaro che i Paesi dell'Europa centro-occidentale saranno sempre più integrabili del sud Italia e della Grecia,non ci vuole Delors per capirlo), lo Stato federale ecc. ecc.
Tutte cose che gli europei non vogliono.Forse le vorranno fra 20 anni ma si deve essere realisti.
Si trovi il modo per tornare alla CEE.Punto. Downgrade.Altro non si può fare.
Sì ma... Secondo me serve davvero qualcosa di nuovo, anche come paradigma. La CEE nacque in tutt'altri tempi, non solo per unire, ma anche per contrastare chi stava Oltrecortina, e comunque limitata all'Europa Occidentale e su un modello comune di social-democrazia dirigista europea tipica dell'epoca (condivisa anche da formazioni teoricamente conservatrici come cristiano-democratici, democristiani o gollisti). Negli anni '90-2000 la si è voluta espandere, e rafforzare, ma rimanendo su quel modello di base: che mi sembra mostri tutte le sue crepe. Un po' per la crisi della social-democrazia europea già sviscerata in altra discussione, un po' perché di tutti i nuovi membri, quelli ex-EFTA sono abbastanza in linea coi vecchi CEE, ma quelli ex-COMECON sono di tutt'altra pasta e si vede. Infine credo che il voler mettere tutti sullo stesso piano, la Grecia e la Germania, la Francia e lo UK, l'Italia e la Svezia, l'Olanda e la Romania ecc. Non abbia funzionato e non funzionerà mai: andava costruita un'Europa anche a 3 velocità, con un integrazione più graduale di certi paesi, anche quando fossero stati membri CEE pre-1992. Il rischio per l'Italia, però, lo conosciamo tutti: e non è un segreto, che nell'Euro ci vollero i francesi (se non sbaglio), per evitare un'egemonia tedesca.
Tutto bello in teoria, ma come pensi di riuscire a spiegarlo? Specie in un contesto dove i bufalari dalla bacchetta magica fanno ovviamente prima?
Ah ok... Il tuo è un piano di durata secolare.
Ah no, una novella di fantascienza...
Ripeto sulla carta quel che dici non fa una piega. Ho l'impressione che calato nella realtà sia utopico. Specie in un periodo di relativa crisi.
Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
Ma tu puoi provarci. Già solo per presentare un quadro della situazione e delle possibili alternative ti ci vuole mezz'ora.
Dall'altra parte arriva quello che in 2 minuti ha trovato il colpevole di tutto, l'Euro, gli immigrati, i tecnocrati di Bruxelles (dai quali magari sta pigliando lo stipendio ) e secondo te qual è il messaggio che si fissa prima e meglio in un contesto di analfabetismo funzionale al limite del terzo mondo?
Sia chiaro che non sto dicendo che la soluzione sia togliere il diritto di voto, ma la tua idea in un contesto come quello attuale richiederebbe veramente un secolo di investimenti. Senza contare che non puoi certo sperare di avere un popolo intero con istruzione mediamente superiore. Non esiste da nessuna parte mi sa.
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certo Domenico, anche io non vedo sviluppi nell'immediato dell'integrazione europea
la situazione è incerta, siamo sbandando pericolosamente, ogni nazione pensa al proprio tornaconto
se debbo essere sincero l'Unione Europea non può essere vista come un "caso di studio" dell'ottimismo
ma la colpa è anche dell'istituzione stessa: farraginosa, burocratica, elefantiaca, lontana dalle genti
se debbo scegliere, allora mi tengo quella della mia nazione, perché debbo replicarla anche a livello continentale e avere un doppione?
comunque ci siamo tolti la zavorra della Gran Bretagna che non serviva a nulla, poi si vedrà. Navigheremo a vista in attesa di tempi migliori
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Il problema italiano, è anche avere professoroni di economia, che magari insegnano pure agli MBA, che di marketing e leadership non ne sanno una mazza Nel bene e nel male, puoi veicolare qualunque messaggio, ma devi saperlo fare bene. Negli anni, per dirti, ho rivalutato molto Prodi, ultimo vero leader generato dalla classe politica/dirigente italiana: leader, non ducetto, attenti alla differenza! Anche Berlusconi ha indubbie capacità di leadership, ma non è di "scuola politica". E temo che, nello squallore odierno, rimpiangeremo a lungo le elezioni del 1996 e del 2006...
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