ahahahah vero vero! Eh già....il nostro glorioso passato.......
Comunque oggi spread giù, borsa su, mercati tranquilli per buona pace di tutti (forse non di chi ha il contrario come unico argomento di discussione...), toni letteralmente ribaltati rispetto ai giorni scorsi, con i media che addirittura danno voce e ascolto ad argomentazioni euroscettiche....il tutto condito dai cori riconcilianti dei nostri fratelli europei....
Insomma, passata la buriana, torna a splendere il sole......(vediamo quanto dura)
speravo che il vecchio governo gli desse maggiore autonomia, ma in realtà lo hanno solo nominato senza dargli potere
un colpo al cerchio, un colpo alla botte:
Cottarelli sfida la Merkel: “La Germania fa male all’Italia e all’Europa” – Business Insider Italia
Ultima modifica di Fabio68; 01/06/2018 alle 22:34
you don't need the Weatherman to know where the wind blows - bob dylan
il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile - woody allen
«L'Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l'Italia sono i furbi, che non fanno nulla, spendono e se la godono» (Giuseppe Prezzolini, 1921)
Bomba credo che sia un termine eccessivo, ma sta bruciando capitale come una MPS qualsiasi quindi c'è molta preoccupazione, considerate le dimensioni della banca. Se si arrivasse ad un bail-in o a una conversione delle obbligazioni convertibili (COCO/AT1) non è detto che vada tutto liscio
Per ora i COCO hanno un valore di mercato di 90.5 (interesse 6,5%), quindi i mercati stanno segnalando un aumento del rischio ma considerano ancora improbabile che si arrivi a problemi seri. Vedremo se i piani di taglio dei costi funzioneranno oppure no.
Già dal tipo di posizione che gli avevano dato si capiva che era una foglia di fico. Poi con il governo successivo non c'era proprio speranza.
Condivido le sue posizioni al 95% e un mix di politiche simile a quelle che propone lui non si trova in nessuna formazione politica italiana purtroppo.
Allora. Premetto che nemmeno io credo alla curva di Laffer, soprattutto per via del fatto che fenomeni come l'elusione e l'evasione fiscale non spariscono affatto tramite il semplice abbassamento della pressione fiscale. Anche se a @FunMBnel fa venire l'orchite sentirne parlare, l'unica forma di evasione che si può ridurre è quella che chiamano "evasione di sopravvivenza". Tuttavia questa evasione non ha di certo un peso elevato sul totale, anzi.
Premesso questo la Flat Tax al 15% presenta diversi lati positivi:
1) l'abbattimento della progressività fiscale è anzitutto giusto da un punto di vista liberale, in quanto molto più coerente con il principio di uguaglianza di fronte alla legge. Siamo tutti uguali di fronte alla legge giusto? Bene, visto che l'imposizione fiscale è comunque una legge (che obbliga a pagare un tot) in linea di principio dovremmo pagare tutti la stessa %. Che poi sia poco politically correct me ne frega una mazza. Essere ricchi non è un reato, un imprenditore che ha fatto fortuna perché ha innovato non ha commesso alcun crimine, quindi deve pagare come tutti gli altri, chi è il politico di turno per dire che la distribuzione della ricchezza decisa dai consumatori non è giusta? A meno di avere dei principi corretti e universalmente accettati quali l'uguaglianza di fronte alla legge (a meno che non vogliamo passare ad una dittatura, ma allora va bene) non se ne esce.
2) uno dei vantaggi in assoluto è la semplificazione del sistema fiscale che comporterebbe. Oggi l'Italia, secondo studi del centro Impresalavoro è agli ultimi posti in Europa nel numero di ore necessarie per pagare tasse e al penultimo posto per il costo necessario per pagare le tasse.Indice della Liberta Fiscale, l'Italia resta ultima in Europa - Centro studi Impresa Lavoro
Semplificare il sistema fiscale significa anche e soprattutto avere meno costi per un'imprenditore. Se invece di spendere soldi dal commercialista l'imprenditore li investe per assumere un ingegnere ad esempio, sicuramente queste risorse vengono investite in un modo più congeniale a soddisfare i consumatori. Si tende a sottovalutare quest'aspetto, o perlomeno dai vari commentatori poche volte ne sento parlare, ma non è di poco conto. E peraltro pure l'Osservatorio sui Conti Pubblici di Cottarelli (che è piuttosto sfavorevole alla flat tax in genere) sottolinea questo aspetto positivo: Flat tax, teoria e pratica | Universita Cattolica del Sacro Cuore
3) quanto all'effetto sui consumi, sul PIL ecc. il mio punto di disaccordo con snowaholic, ne sono sicuro, è sempre legato all'impostazione di causa-effetto per cui la domanda guida la produzione, che io rifiuto in blocco. La ripresa economica non si crea con l'espansione dei consumi; al contrario, l'espansione dei consumi è la conseguenza della crescita economica e del fatto che il potere d'acquisto degli individui sia aumentato.
Le politiche keynesiane volte a espandere i consumi tramite deficit spending hanno un effetto esclusivamente nel breve periodo, ma nel frattempo deviano risorse che si sarebbero potute investire da privati in altri modi, più congeniali ai loro interessi e dunque più efficienti. Il deficit pubblico del resto non si finanzia con soldi che piovono dal cielo, ma con la ricchezza prodotta dai privati.
Invece di aumentare gli investimenti privati creatori di ricchezza (intesa come maggiore possibilità di scegliere per i consumatori), il sistema economico si butta nel consumo, riducendo il capitale a disposizione invece di accumularlo. Nel breve periodo c'è una ripresa ma nel lungo periodo, e lungo periodo non vuole dire tra 600 anni ma ben prima, il sistema economico è più povero e con meno risorse a disposizione.
Quindi: sicuramente la flat tax ha un effetto meno immediato di altre politiche keynesiane tipo i bonus di renziana memoria oppure pseudo investimenti pubblici che non sono investimenti bensì modi di creare posti di lavoro totalmente slegati da qualunque logica economica. Ma nel medio-lungo periodo rende il sistema economico molto più sano ed efficiente rispetto alle politiche keynesiane volte ad aumentare i consumi.
Io capisco che il breve periodo sia molto attraente, specialmente da un lato politico, poiché il politico le elezioni le vince nel breve periodo, quindi dirgli che espandere i consumi tramite lavori pubblici ad cazzum o tramite forme di incentivo ai consumi è spettacolare dal suo punto di vista. Ma un buon economista deve valutare le politiche economiche non solo nel breve, ma anche nel medio-lungo periodo, che non è meno importante del breve.
Perché nel lungo periodo non siamo tutti morti: nel lungo periodo ci siamo ora, dopo che per oltre 30 anni sono state fatte politiche keynesiane di spesa a deficit, col risultato che il capitale è stato eroso e oggi la classe politica non sa più che pesci pigliare per conciliare le proprie necessità elettorali di spingere i consumi con la realtà economica che dice che senza risparmi e investimenti privati conseguenti non si va da nessuna parte.
«L'Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l'Italia sono i furbi, che non fanno nulla, spendono e se la godono» (Giuseppe Prezzolini, 1921)
Le politiche keynesiane dovrebbero avere effetto anche nel medio periodo, ma la sostanza è la stessa. Si crea un po' di inflazione, almeno si creava al tempo dell' immissione di moneta, con conseguente aumento dell'occupazione.
La flat tax è incompatibile a mio parere col superamento della legge fornero, e ovviamente lo è con il reddito di cittadinanza. Per cui se riduciamo le tasse con la flat tax (aliquota del 15 per cento sino a 80 mila euro di reddito ) potrebbe anche far emergere il sommerso, ma inevitabilmente si dovrà tagliare la spesa pubblica da qualche parte.
Addo' arrivamo, mettemo glio' pezzùco
Luccicantella calla calla, mitti fuoco alla cavalla, la cavalla dé glio' ré, luccicantella mmàni a mmé!!
Sulla Flax tax non sono d'accordo con Friedrich quando dice che dato che tutti sono uguali davanti alla legge allora tutti al 15% (che tanto non si farà, perchè i conti non lo eprmettono), esiste anche un principio di uguaglianza che indica il bene comune e il benessere comune.
Essere ricchi non è un reato, ma non per questo a chi ha più soldi ne devono essere dati di più (lo ha detto anche Monti, le disuguaglianze crescono con la flat tax, non diminuiscono affatto).
Quindi chi ha i soldi è giusto che paghi il 40%.
Non è che perchè io sono nato in una famiglia non di imprenditori ma di operai allora devo essere penalizzato (ciò già succede normalmente, ma qui apriamo un discorso complesso e con radici culturali profonde)
Prima di rispondere per punti premetto che a mio avviso si dovrebbe distinguere tra il livello della tassazione e la modalità di imposizione. Se sei favorevole alla flat tax al 15% dovresti anche dire come pensi di coprire il calo di gettito che sarebbe certamente ingente, specie se si mettono detrazioni fisse o no tax area per fare un minimo di progressività. Altrimenti l'aliquota la devi mettere minimo al 25%.
1) Questo è un discorso più filosofico-politico che economico, chi pensa che il sistema capitalistico generi di per sé una distribuzione giusta sarà contrario alla progressività, chi invece ritiene che sia un sistema altamente imperfetto, in cui pesano tanto la fortuna, le condizioni familiari, le opportunità di acquisire posizioni di rendita e che ha una tendenza verso l'incremento delle disuguaglianze socialmente inaccettabile sarà a favore della progressività. L'uguaglianza di fronte alla legge non ci azzecca proprio nulla, chiedere il 40% a chi guadagna 1000 euro o a chi ne guadagna 10000 non è la stessa cosa, anche la progressività è principio costituzionale. Se pensi che sia giusto lasciare qualche milione in più a Berlusconi e Bonucci e toglierli a chi guadagna il minimo per vivere dignitosamente (e a volte neanche quello) è una opinione legittima ma trovo surreale pretendere di avere una superiorità morale.
Storicamente la tassazione sui redditi alti è ai minimi dell'ultimo secolo, i ricchi che fanno le vittime mi sembrano fuori dal mondo.
2) Come giustamente evidenziato anche da Cottarelli, la complessità del sistema fiscale italiano non deriva dalle aliquote a scaglioni. Personalmente sarei favorevolissimo ad un disboscamento drastico della selva di deduzioni e detrazioni presenti nella normativa italiana con una contestuale riduzione delle aliquote, ma questo non ha molto a che fare con la flat tax. In base a quanto ho sentito in questi giorni peraltro dubito che ci sarà realmente una semplificazione così netta, visto che si parla di lasciare la possibilità di scelta tra vecchio e nuovo sistema e di salvare questa o quella detrazione. La lobby dei commercialisti farà di tutto per evitare una vera semplificazione che sarebbe veramente importante.
3) Sei libero di pensarla come vuoi ma continui a fraintendere la teoria keynesiana. Durante una crisi le politiche fiscali espansive aumentano gli investimenti privati, c'è parecchia evidenza empirica in merito. Anche dai questionari degli imprenditori negli anni passati emergeva come prima preoccupazione e motivo per cui non investivano la carenza di domanda, se pensi di non trovare acquirenti non investi. Dopotutto se i privati investono in titoli di stato a bassissimo tasso di interesse evidentemente tante opportunità di investimento alternativo non ne hanno trovate, nessuno gli impediva di usare quei soldi in altro modo.
Definire keynesiane le politiche italiane degli ultimi decenni è sbagliato, il bilancio dello stato italiano è stato tendenzialmente pro ciclico con qualche eccezione (2006/2007 e fine anni 90), quindi tutto il contrario di una idea keynesiana. I bonus di Renzi poi per come erano strutturati erano un pessimo modo di stimolare la domanda.
Spendere ad minchiam e in deficit sempre e comunque non è keynesiano, è solo populistico o clientelare.
Seri investimenti pubblici potrebbero avere ricadute economiche importanti, ad esempio sulla banda larga o sui trasporti pubblici (gli ingorghi quotidiani nelle strade romane hanno un costo economico immenso, tempo fa un gruppo di imprendatori scrisse a Marino perché i dipendenti non riuscivano ad arrivare al lavoro).
Infine una chiosa sull'evasione. Se abbiamo livelli di evasione così elevati il motivo principale è che l'evasione è stata sempre tollerata per tornaconto politico, preferendo tartassare chi non si poteva permettere di evadere o è troppo onesto per farlo. Recuperare circa metà dell'evasione attuale non sarebbe così difficile.
Ultima modifica di snowaholic; 02/06/2018 alle 16:57
Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
Segnalibri