@snowaholic: dove dice cose giuste e dove sbaglia?
Massimo Fontana - Oggi l'Istat ha reso noto il dato... | Facebook
Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
È quasi tutto giusto, la produttività è l'indicatore più importante nel lungo termine e l'Italia ha un gran bisogno di misure per aumentare la produttività. È impossibile aumentare i salari reali se questo non avviene.
Ciò su cui secondo me fa un atto di fede è che le politiche della troika riescano realmente ad aumentare la produttività. In Spagna il grosso dell'aumento di produttività è venuto dal riequilibrio tra settori economici, si sono persi molti posti di lavoro a bassa produttività durante la crisi (costruzioni in primis) mentre i settori più produttivi e innovativi (già presenti e ben funzionanti) hanno retto molto meglio la crisi e sono cresciuti molto negli ultimi anni. Questo è evidente dal fatto che la produttività è cresciuta molto già nel 2009-2010, quando di trojka non si parlava ancora. Questo peraltro è un dato fortemente anomalo, normalmente la produttività ha un andamento pro-ciclico e quel recupero è una peculiarità tutta spagnola, anche in Germania la produttività ha un andamento più classico. Portogallo, Grecia e Italia hanno tutti e tre un andamento piuttosto negativo, in Grecia la produttività è crollata.
Anche in Italia in realtà il manifatturiero ha un buon andamento della produttività, il problema sono i servizi. I rider che fanno consegne o i lavoratori sottopagati che vengono usati per le aperture domenicali senza nemmeno l'indennità per lavoro festivo abbassano la produttività media ma è questo tipo di lavori che è cresciuto di più negli ultimi anni. Se si pensa di aumentare la produttività deregolamentando il mercato del lavoro è soltanto una illusione, anche ridurre il costo del lavoro spinge a puntare sulla quantità, non sulla produttività.
L'Italia invece ha bisogno di far crescere i settori ad alta crescita della produttività, per questo servono investimenti in ricerca e sviluppo e un contesto migliore per l'attività di impresa a partire da semplificazioni normative e fiscali, riforma della giustizia, maggiore efficienza della PA ecc. Costi nascosti come quelli per la tax compliance o i contenziosi legali vanno a incidere molto negativamente sulla produttività, perché sono costi che non producono fatturato.
Politiche di sostegno alla domanda e aumento della produttività non sono strategie che si escludono, anzi andrebbero condotte in parallelo. Non è un caso che gli anni migliori per la produttività in Italia negli ultimi decenni siano il 2010 e il 2017, dove la ripresa congiunturale ha trainato anche la produttività.
Ultima modifica di snowaholic; 06/11/2018 alle 15:16
Potrebbe essere comunque molto meglio, a causa di un livello di automazione inferiore a quello di altri paesi con un forte settore secondario ma soprattutto a causa di forti carenze a livello manageriale, a livello proprio di competenze e di rigidità dell'impostazione.
Concordo molto. È lo stesso motivo per cui in Germania le riforme Hartz IV hanno portato molti effetti positivi ma *non* hanno inciso in maniera significativa sulla produttività.
Quello delle carenze manageriali è uno dei problemi più difficili da risolvere, ho un amico ingegnere dell'automazione che mi ha raccontato cose assurde (infatti adesso è in Svizzera). Purtroppo ci si può fare poco, anche lo scarso dialogo con l'università in parte è responsabilità degli atenei ma le aziende ci mettono parecchio del loro, manca la visione e la volontà di investire in innovazione.
È il motivo per cui spendere tanto capitale politico per fare riformette del mercato del lavoro come era il Jobs act ha poco senso. Ci vorrebbe invece più decisione verso i settori regolamentati (autostrade giusto per fare un esempio) e le municipalizzate che sono campioni di inefficienza ed infliggono costi enormi sulla collettività (qui a Roma ne abbiamo un campionario indegno eppure temo che il referendum di domenica fallirà miseramente).Concordo molto. È lo stesso motivo per cui in Germania le riforme Hartz IV hanno portato molti effetti positivi ma *non* hanno inciso in maniera significativa sulla produttività.
Domanda sulla politica estera: ma perchè gli USA devono decidere chi deve comprare il greggio iraniano?
Se l'accordo era stato firmato da USA, Ue, Russia se uno si sfila e gli altri no non è che chi si slia deve dettare condizioni agli altri
pure io temo che fallirà
pubblicità zero spaccato
l'ho scoperto per caso 15 giorni fa vedendo un piccolo cartellone pubblicitario. Cercando sul telefonino e ho scoperto del referendum
...poi senti la gente che si lamenta del "servizio" che fa pietà ma poi dice che non va a votare perché:
1) ma cambia qualcosa?
2) con una nuova azienda potrebbero cambiare le tariffe
3) il problema non è l'ATAC ma il comune
4) un'azienda vale l'altra
...
allora non lamentatevi, per favore
PS: leggevo oggi sul Messaggero che circa 700 dipendenti ATAC andranno a fare gli scrutinatori al referendum. SI vede che ci tengono
you don't need the Weatherman to know where the wind blows - bob dylan
il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile - woody allen
Perché loro possono. Tramite il dollaro e il loro sistema finanziario controllano tutto, per tutte le aziende a livello globale l'alternativa è tra fare affari con l'Iran e farli con gli USA e con chiunque altro richieda di fare transazioni in dollari o utilizzare anche indirettamente il sistema finanziario USA.
Non è giusto ma è un dato di fatto, di superpotenze globali per ora ne esiste una. I cinesi sono gli unici che possono ignorare il divieto USA ma non possono contrastarlo più di tanto.
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