Loro ovviamente possono farlo e lo fanno (renmimbi più che euro), ma tutte le loro controparti dovrebbero fare lo stesso, altrimenti sono esposte alle sanzioni USA.
Eni (o Airbus) potrebbe fare affari con l'Iran senza usare i dollari, ma sarebbe immediatamente esclusa da qualunque rapporto con gli USA, dall'accesso al mercato americano, dalla possibilità di avere finanziamenti in dollari o visti per i suoi dipendenti. Nessuna azienda che opera a livello globale potrebbe permetterselo tranne appunto i cinesi che hanno un mercato interno sufficientemente grande e altri che operano prevalentemente nell'orbita cinese e non sono interessati al mercato americano.
Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
Mi sembra abbastanza evidente che i sostenitori del no puntino soprattutto a far fallire il quorum e tra i partiti nessuno abbia il coraggio di schierarsi apertamente per il si, c'è in ballo un bacino di clientele immenso e a sinistra c'è anche una certa avversione ideologica. Io personalmente non credo che il privato sia la soluzione a tutti i mali, si potrebbe gestire bene il servizio anche con una società pubblica (infatti la gara probabilmente la vincerebbe un'altra società pubblica, non un vero privato). Ma qui si è creata una tale commistione di interessi tra politica e aziende da rendere il problema intrattabile. Il comune non ha interesse ad esigere dall'azienda un servizio adeguato perché si darebbero fastidio a troppi gruppi di interesse (vedi cosa è successo a Marino). Se l'azienda non rispetta il contratto di servizio è meglio chiudere un occhio, imporre penali all'azienda è come imporle al comune stesso, meglio tirare a campare con una azienda inefficiente e cronicamente in perdita (ci sono tante somiglianze al caso Alitalia). Un privato invece dovrebbe avere una azienda in utile e per farlo dovrebbe offrire un servizio all'altezza e stroncare l'evasione (dall'arrivo di Tronca nel 2015 ho ricevuto un controllo sui bus in tre anni, prima qualcosina di più, a Parma ne trovavo minimo uno al mese).
Ci vorrebbe una rivoluzione nel modo in cui sono concepiti i servizi pubblici, ma in fondo ai romani lo status quo sta bene, nemmeno si rendono conto di cosa voglia dire avere servizi pubblici funzionanti e sono sempre pronti a trovare scuse per i loro amministratori (Roma è grande, è ingestibile, è sempre stato così). Non riescono proprio a immaginarsi una città che funzioni meglio e temono di dover pagare di più per un servizio comunque scarso.
La differenza principale però è che Alitalia brucia un sacco di soldi e tarpa le ali all'Italia e al suo sistema aeroportuale erogando comunque un servizio che, sebbene limitato, è più che decente sotto ogni punto di vista. Non mi sembra proprio il caso di ATAC.
ATAC non ha una dimensione nazionale certo, ma il danno che fa a livello locale è immenso. Non è possibile che in una zona immediatamente fuori dal centro storico come la mia ci vogliano 30-50 minuti per fare 4 chilometri. Questo poi fa paralizzare anche il traffico privato di conseguenza, i costi economici per Roma (che comunque è la capitale e vi risiede oltre il 5% della popolazione) sono elevatissimi. Già solo numeri dell'evasione tariffaria e sulle imposte locali a Roma in realtà sono abbastanza grandi da avere un rilievo nazionale, visto che si va certamente oltre i 300 milioni annui. E alla fine lo stato spesso interviene per mettere una pezza ai disastri locali.
La vera differenza tra i due è che Alitalia è in un mercato concorrenziale e l'altra no, quindi Alitalia deve mantenere un servizio accettabile (anche se non competitivo) ma i mezzi viaggiano costantemente sotto la capacità, mentre ATAC si ritrova i mezzi sempre strapieni ma ha introiti troppo bassi perché il comune paga i contributi sul numero corse realmente effettuate e i biglietti venduti sono troppo pochi. Ma i problemi politici sono molto simili, non è possibile avere sostenibilità economica perché servono più investimenti, riduzione dei costi e aumento dell'efficienza ma i capitali da investire non ci sono e i sindacati non sono disposti a nessun compromesso che permetta di raggiungere l'economicità della gestione. Poi come fatturato ATAC è un terzo di Alitalia anche se opera su una sola città, il TPL non è meno strategico del trasporto aereo.
Yes, ma continuo a ritenere i casi molto diversi. Alitalia va male anche e soprattutto perché ha una strategia industriale sballata (hub a FCO, dove c'è molto traffico ma yield bassi, e base secondaria a LIN, dove fa volare una marea di aerei mezzi vuoti solo per tenere occupati gli slot e dove di fatto non guadagna più una fava dall'avvento dell'AV), che proprio per ragioni politiche non accenna a cambiare nonostante le perdite (e infatti riusciva a perdere, anche se meno, addirittura quando era basata a MXP perché tutti gli equipaggi erano basati altrove e dovevano essere movimentati in mattinata o alloggiati la sera prima); nel caso di ATAC invece il problema non è tanto a livello di strategia quanto di inefficienze e favoritismi. Entrambi sono casi degeneri ed in entrambi i casi c'entra molto la politica, ma dal pdv gestionale non vedo paralleli.
rifacendomi agli interventi di @snowaholic e @NoSync su Alitalia e ATAC: entrambe sono "infettate" da interessi politici (intero arco istituzionale, nessuno escluso)
Alitalia a livello nazionale, ATAC livello locale
parodossalmente sono più fiducioso per la compagnia aerea, almeno qualcosa sta migliorando nell'ultimo anno (è dal 2017 che è tra le migliori compagnie mondiali per puntualità)
Alitalia è stata spennata dai nostri politici, Nordio forse fu l'ultimo AD di una certa rilevanza, dopo di lui gente che non aveva capacità e visione del mondo avio che cambiava in maniera vertiginosa
puntare sul cortissimo raggio (Roma - Milano) e chiudere le tratte intercontinentali è da Tafazzi
poi le compagnie estere quali Etihad che si sono comportate solo da sciacalli la dice lunga
ATAC invece è un disastro giornaliero, ogni giorno peggio
lunedì per andare al lavoro dentro Roma ho impiegato 2 ore e 10 minuti, per tornare a a casa la sera 1 ora e 40. In totale 3 ore e 50 solo per i viaggi (me ne andavo a Varsavia, andata e ritorno )
corse che saltano, metropolitana con frequenza da sera di Ferragosto nel pieno della mattinata feriale di novembre con una moltitudine di persone che si debbono spostare per lavoro in attesa sulle banchine delle stazioni stracolme.
Turisti spaesati
poi la vulgata dice che ci sono una marea di impiegati dentro gli uffici a fare non si sa che cosa. Solo adesso si parla di corsi appositi per renderli anche controllori visto che l'evasione ai tornelli è enorme
purtroppo pestare i piedi a troppi gruppi di interesse (come diceva Snow, Marino ne è un esempio) porta delle conseguenze negative per chi tenta e per la cittò stessa
certe volte viene voglia di fare tabula rasa...
Ultima modifica di Fabio68; 07/11/2018 alle 22:15
you don't need the Weatherman to know where the wind blows - bob dylan
il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile - woody allen
Stefano, io non ho mai visto un controllore sull'autobus e raramente ai tornelli delle stazioni
e calcola che ogni giorno, per ogni tragitto, prendo 2 metro, 1 treno, 1-2 autobus
moltiplicalo X 2 (andata e ritorno) e per ogni giorno lavorativo
quello che anche affonda l'ATAC è l'evasione a livelli vergognosi
Tu che fai l'abbonamento annuale ti incazzi vedendo gli altri che non pagano
devi litigare ogni giorno, cerchi di non farli passare ai tornelli
you don't need the Weatherman to know where the wind blows - bob dylan
il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile - woody allen
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