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  1. #26031
    Josh
    Ospite

    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da paxo Visualizza Messaggio
    Sto vedendo che negli ultimi anni (neanche tanto ultimi) la Spagna ha avuto un rapporto deficit/pil altissimo e il debito pubblico è cresciuto molto (che però partiva da livelli bassi). Dipende anche da questo la ripresa nella crescita economica della Spagna? Se l'Italia avesse avuto un debito pubblico basso una decina di anni fa avrebbe potuto fare lo stesso?
    Sì e no...Sicuramente poter fare un poco di deficit in più negli anni di magra aiuta.E loro hanno potuto proprio a causa del debito pubblico più basso(anche se non contenuto in assoluto,eh).
    Ma non è solo quello: hanno fatto austerity e riforme da cavallo per anni(praticamente in tutto il periodo 2011/14 e non solo nel 2011/12 come l'Italia) e questo ha gettato le basi per una crescita successiva. Sul breve termine è stata dura,hanno dovuto fare deflazione salariale hard ma li ha aiutati il fatto di capire di non avere alternative,visto che di uscire dall'euro e dall'UE lì non si è mai parlato,avendo gli iberici sperimentato decenni di isolamento e avendo saggiato le conseguenze. Quindi loro e i portoghesi hanno capito che è meglio tirare la cinghia assieme agli altri che fare la nave pirata da soli. Molti italiani la pensano diversamente e hanno cercato rifugio prima nel populismo soft del periodo 2014/16(più spesa corrente,anche se con qualche riforma sensata ma parziale) e poi in quello hard attuale.

  2. #26032
    Josh
    Ospite

    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da nevearoma Visualizza Messaggio
    En passant: sono stato di recente a Bratislava. Parliamo di quella città che è a meno di un'ora di treno da Vienna, una delle regioni col PIL pro capite più alto del continente, capitale della "tigre dei Tatra" centro della crescita della nuova Europa dell'est, polo attrattivo di zilioni di euro di investimenti...
    Ecco, ho riconsiderato un po' i dati economici dell'area.
    Mi aspettavo chissà che e invece ho trovato degrado, vecchiume e sporcizia al di fuori del centro, tag ovunque, parco auto mediocre, negozi, ristoranti e supermercati di qualità pietosa, veramente un'atmosfera da Calabria anni '80. Sembrava Vienna, se Vienna fosse piccola, brutta e povera. Se questo è il meglio che l'Europa dell'est offre dopo anni di crescita non oso immaginare cosa fosse dopo la caduta del Muro. Tornando a Vienna si respira l'ovest già sulle scale mobili della stazione

    In compenso mi ha sorpreso positivamente la conoscenza dell'inglese, forse persino migliore che in Austria e Germania, nonché la quantità di giovani in giro.
    Probabilmente il centroest non aveva alternative rispetto a quel modello di crescita,uscivano da decenni di comunismo e di egualitarismo pauperistico(che ha molti nostalgici in Italia). Cm anch'io penso che non è che quei Paesi diventeranno una seconda Germania,al più saranno dei suoi satelliti economici.Però quantomeno Slovenia,Repubblica Ceca e più in là pure l'Estonia potranno portarsi in pochi anni su livelli spagnoli e superare una gran parte delle Regioni italiane(certamente non il triangolo Emilia-Lombardia-Veneto,più qualche altra sparsa).

  3. #26033
    Josh
    Ospite

    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da snowaholic Visualizza Messaggio
    Magistrale pezzo di Seminerio questa mattina che descrive lo stato della lunga discesa verso il default degli stato italiano.

    Primavera, germoglia il dissesto italiano | Phastidio.net

    La cosa più sconcertante è che quasi nessuno sembra rendersi conto di quanto pericolosa sia la situazione, che in termini di fondamentali di finanza pubblica è ormai peggio del 2011 dopo che gli ultimi 3 governi si sono mangiati tutto il risanamento dolorosamente ottenuto sotto il governo Monti (con modi e tempi sbagliati imho ma oggettivamente il risanamento c'era stato).

    Inviato dal mio SM-G930F utilizzando Tapatalk
    Il tutto con livelli di consenso a vantaggio di chi governa altissimi,eh!

  4. #26034
    Uragano L'avatar di FunMBnel
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da paxo Visualizza Messaggio
    Sto vedendo che negli ultimi anni (neanche tanto ultimi) la Spagna ha avuto un rapporto deficit/pil altissimo e il debito pubblico è cresciuto molto (che però partiva da livelli bassi). Dipende anche da questo la ripresa nella crescita economica della Spagna? Se l'Italia avesse avuto un debito pubblico basso una decina di anni fa avrebbe potuto fare lo stesso?
    La risposta alla seconda domanda è "ovviamente sì".
    Che poi avremmo ottenuto gli stessi risultati è un altro film.

    Vale le pena tornare di indietro di un po' più di 20 anni... Correva la seconda metà degli anni '90 quando l'Italia decise che bisognava far parte dell'Euro dal primo momento. Questo aveva una serie di condizioni che abbiamo ottenuto (più o meno; facendo anche ricorso a tassazione straordinaria, come la famosa/famigerata "eurotassa").
    In quel periodo tra adesione formale all'Euro e anno-2000 in avvicinamento abbiamo vissuto: gli ultimi anni di crescita decente uniti ad un crollo degli interessi passivi sul debito. Messo assieme ad un po' di politica restrittiva (la famosa eurotassa) assieme ai 2 punti precedenti non ricordo se nel '99 o nel 2000 avevamo un avanzo primario di 6 punti di PIL.
    Questo si traduce in un toccasana per il debito pubblico che inizia a ridursi in modo finalmente signiticativo.
    Sia chiaro... Non era tutto oro quel che luccicava eh... Ricordo personaggi di quei governi dire "eeeeeeh, ma noi la spesa pubblica l'avevamo messa sotto controllo"; la mia risposta è "anche no"; è vero che in termini di % di PIL non è cresciuta, anzi si ridusse di qualcosa, ma tale % non crebbe perchè il PIL cresceva, non certo per particolari virtù: invece dell'eurotassa avremmo potuto tagliare spese, ma si sa che tagliare spese toglie voti, a dx come a sx...

    Poi vennero le elezioni del 2001, precedute da una finanziaria soft pre-elettorale che portò l'avanzo primario praticamente a dimezzarsi, senza però contropartita alle urne.
    E in quel momento inizia la peggior sciagura economico-finanziaria mai vista in Italia dal dopoguerra...
    Nel giro di 4 anni il deficit aumenta, ma guarda caso la crescita latita (vedere 2003 e 2005 per credere...); la spesa pubblica in percentuale di PIL sale, l'avanzo primario si azzera fino a diventare negativo.
    Nel giro di 4 anni nonostante gli interessi passivi passino dal 12% della prima metà degli anni '90 al 5% della prima metà del 2000 (son 100 miliardi di Euro, Euro + Euro -; ALL'ANNO) il debito ricomincia salire. So che sembra una racconto horror-fantasy, ma è così (anche se ovviamente c'è chi dà la colpa all'11/09, all'Euro, alla Merkel, alle scie chimiche e ai rettiliani).

    L'amara realtà è che in quei 4 anni ci siamo giocati quello che alcuni chiamano "il dividendo dell'Euro" bruciando le speranze di riforma (che con quel fiume di denaro a disposizione potevano essere la qualunque...) in spesa improduttiva. Poco è cambiato con la manovra correttiva del 2006 e col 2007, ultimo anno di crescita (niente di che, ma in confronto a oggi siamo oltre l'ordine di grandezza...) e che ha visto il debito/PIL poco sopra il 100%.
    Ricordo ancora a inizio 2008 un post di Maurizio @Jadan che all'ufficializzazione del dato sul debito scrisse proprio qui una cosa più o meno del tipo "segnatevelo questo numero perchè non ho idea di quanto mai lo rivedremo"... Non che ci volesse un profeta , ma grazie comunque Maurizio per l'informazione.
    (A proposito: la serie storica dei numeri di finanza pubblica scaricata da bankitalia ce l'ho ancora su un foglio Excel; non l'ho allegata qui perchè mi son stufato di farlo in passato... ).


    Il resto è quasi attualità: alla crisi del 2008 ci siamo arrivati senza armi per fronteggiarla; la finanza pubblica era in uno stato da non consentirci manovre anticicliche significative.
    Il post-crisi e l'avanzata inesorabile della globalizzazione hanno fatto il resto.
    Intendiamoci... Spazio per riforme ce n'era come dimostra proprio la Spagna: in particolare sul mercato del lavoro fece scelte durissime pagate con disoccupazione record a lungo; inoltre in Spagna allo scoppio della bolla immobiliare e alla conseguente crisi bancaria si sono rivolti all'ESM esitando il giusto e soprattutto non nascondendosi dietro il "ma le nostre banche sono sane", come ben si è visto dopo qualche tempo; "sane" con percentuali di crediti deteriorati o sofferenze senza eguali... E infatti hanno inizialto a saltare come birilli... Ma noi chiaramente non abbiamo bisogno di aiuti e abbiamo messo in campo una serie di misure geniali in modo da spargere il contagio in giro per tutto il sistema con il rischio concreto di trasformare la crisi di qualche istituto in crisi sistemica, ma sorvoliamo...

    Poi venne Monti, con alcune scelte giuste e alcune altre molto discutibili; poco coraggio anche da parte sua, anche se va detto che, coraggio o meno, appena passata la burrasca quel parlamento di incapaci gli tolse al volo la fiducia. Avrebbe potuto far qualcos'altro? Non ne ho idea, ma così ci siamo tolti il pensiero.
    Chi è venuto dopo, quell'incapace vendi pentole di Renzi e successivi, non ha fatto che continuare sullo stesso solco; non sciagurato come nel 2000, ma mi vien da dire solo per il fatto che spazio non ce n'era abbastanza (come dimostrano gli 80 Euro, esempio a caso...).
    Il resto è attualità e non fa che dimostrare che:
    1. non c'è limite al peggio
    2. è proprio vero che dopo la tragedia la storia si ripete in farsa, anche quando recente...

    Avevo già citato Einstein e mi ripeto: follia è ripetere sempre la stessa azione (sussidi a pioggia, che siano le aziende X, il settore Y, gli amici Z, i pensionati o i fancazzisti poco cambia) aspettandosi ogni volta un risultato diverso. E, toh, non succede...

    A proposito: dalle previsioni dei geni attualmente al volante emerge che nei prossimi anni la spesa previdenziale arriverà praticamente al 20% del PIL. In Spagna è praticamente al 10%.
    Mi raccomando eh: la Spagna adesso cresce perchè l'Euro, la Germania, i poteri forti, i rettiliani, le scie chimiche e big pharma ce l'hanno con noi, non per un'allocazione di risorse appena, ma appena appena, più efficiente eh...
    Ultima modifica di FunMBnel; 09/05/2019 alle 13:19
    Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
    27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.

  5. #26035
    Josh
    Ospite

    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da FunMBnel Visualizza Messaggio
    La risposta alla seconda domanda è "ovviamente sì".
    Che poi avremmo ottenuto gli stessi risultati è un altro film.

    Vale le pena tornare di indietro di un po' più di 20 anni... Correva la seconda metà degli anni '90 quando l'Italia decise che bisognava far parte dell'Euro dal primo momento. Questo aveva una serie di condizioni che abbiamo ottenuto (più o meno; facendo anche ricorso a tassazione straordinaria, come la famosa/famigerata "eurotassa").
    In quel periodo tra adesione formale all'Euro e anno-2000 in avvicinamento abbiamo vissuto: gli ultimi anni di crescita decente uniti ad un crollo degli interessi passivi sul debito. Messo assieme ad un po' di politica restrittiva (la famosa eurotassa) assieme ai 2 punti precedenti non ricordo se nel '99 o nel 2000 avevamo un avanzo primario di 6 punti di PIL.
    Questo si traduce in un toccasana per il debito pubblico che inizia a ridursi in modo finalmente signiticativo.
    Sia chiaro... Non era tutto oro quel che luccicava eh... Ricordo personaggi di quei governi dire "eeeeeeh, ma noi la spesa pubblica l'avevamo messa sotto controllo"; la mia risposta è "anche no"; è vero che in termini di % di PIL non è crescita, anzi si ridusse di qualcosa, ma tale % non crebbe perchè il PIL cresceva, non certo per particolari virtù: invece dell'eurotassa avremmo potuto tagliare spese, ma si sa che tagliare spese toglie voti, a dx come a sx...

    Poi vennero le elezioni del 2001, precedute da una finanziaria soft pre-elettorale che portò l'avanzo primario praticamente a dimezzarsi, senza però contropartita alle urne.
    E in quel momento inizia la peggior sciagura economico-finanziaria mai vista in Italia dal dopoguerra...
    Nel giro di 4 anni il deficit aumenta, ma guarda caso la crescita latita (vedere 2003 e 2005 per credere...); la spesa pubblica in percentuale di PIL sale, l'avanzo primario si azzera fino a diventare negativo.
    Nel giro di 4 anni nonostante gli interessi passivi passino dal 12% della prima metà degli anni '90 al 5% della prima metà del 2000 (son 100 miliardi di Euro, Euro + Euro -; ALL'ANNO) il debito ricomincia salire. So che sembra una racconto horror-fantasy, ma è così (anche se ovviamente c'è chi dà la colpa all'11/09, all'Euro, alla Merkel, alle scie chimiche e ai relliani).

    L'amara realtà è che in quei 4 anni ci siamo giocati quello che alcuni chiamano "il dividendo dell'Euro" bruciando le speranze di riforma (che con quel fiume di denaro a disposizione potevano essere la qualunque...) in spesa improduttiva. Poco è cambiato con la manovra correttiva del 2006 e col 2007, ultimo anno di crescita (niente di che, ma in confronto a oggi siamo oltre l'ordine di grandezza...) e che ha visto il debito/PIL poco sopra il 100%.
    Ricordo ancora a inizio 2008 un post di Maurizio @Jadan che all'ufficializzazione del dato sul debito scrisse proprio qui una cosa più o meno del tipo "segnatevelo questo numero perchè non ho idea di quanto mai lo rivedremo"... Non che ci volesse un profeta , ma grazie comunque Maurizio per l'informazione.
    (A proposito: la serie storica dei numeri di finanza pubblica scaricata da bankitalia ce l'ho ancora su un foglio Excel; non l'ho allegata qui perchè mi son stufato di farlo in passato... ).


    Il resto è quasi attualità: alla crisi del 2008 ci siamo arrivati senza armi per fronteggiarla; la finanza pubblica era in uno stato da consentirci manovre anticicliche significative.
    Il post-crisi e l'avanzata inesorabile della globalizzazione hanno fatto il resto.
    Intendiamoci... Spazio per riforme ce n'era come dimostra proprio la Spagna: in particolare sul mercato del lavoro fece scelte durissime pagate con disoccupazione record a lungo; inoltre in Spagna allo scoppio della bolla immobiliare e alla conseguente crisi bancaria si sono rivolti all'ESM esitando il giusto e soprattutto non nascondendosi dietro il "ma le nostre banche sono sane", come ben si è visto dopo qualche tempo; "sane" con percentuali di crediti deteriorati o sofferenze senza eguali... E infatti hanno inizialto a saltare come birilli... Ma noi chiaramente non abbiamo bisogno di aiuti e abbiamo messo in campo una serie di misure geniali in modo da spargere il contagio in giro per tutto il sistema con il rischio concreto di trasformare la crisi di qualche istituto in crisi sistemica, ma sorvoliamo...

    Poi venne Monti, con alcune scelte giuste e alcune altre molto discutibili; poco coraggio anche da parte sua, anche se va detto che, coraggio o meno, appena passata la burrasca quel parlamento di incapaci gli tolse al volo la fiducia. Avrebbe potuto far qualcos'altro? Non ne ho idea, ma così ci siamo tolti il pensiero.
    Chi è venuto dopo, quell'incapace vendi pentole di Renzi e successivi, non ha fatto che continuare sullo stesso solco; non sciagurato come nel 2000, ma mi vien da dire solo per il fatto che spazio non ce n'era abbastanza (come dimostrano gli 80 Euro, esempio a caso...).
    Il resto è attualità e non fa che dimostrare che:
    1. non c'è limite al peggio
    2. è proprio vero che dopo la tragedia la storia si ripete in farsa, anche quando recente...

    Avevo già citato Einstein e mi ripeto: follia è ripetere sempre la stessa azione (sussidi a pioggia, che siano le aziende X, il settore Y, gli amici Z, i pensionati o i fancazzisti poco cambia) aspettandosi ogni volta un risultato diverso. E, toh, non succede...

    A proposito: dalle previsioni dei geni attualmente al volante emerge che nei prossimi anni la spesa previdenziale arriverà praticamente al 20% del PIL. In Spagna è praticamente al 10%.
    Mi raccomando eh: la Spagna adesso cresce perchè l'Euro, la Germania, i poteri forti, i rettiliani, le scie chimiche e big pharma ce l'hanno con noi, non per un'allocazione di risorse appena, ma appena appena, più efficiente eh...
    Concordo su tutto.Tra l'altro sei il solo che abbia rimarcato che la finanziaria del 2001(varata a fine 2000) fu talmente sciagurata e pre-elettorale da essere un poco l'antesignana di quelle che si sono viste in seguito.Ma rispetto a quella approvata il 31.12.2018 pare roba da statisti.

  6. #26036
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    A proposito delle nostre banche che sono sane avanti un'altra.

    Nel paese dei grandi investimenti incompresi | Phastidio.net

    Ovvero un'altra aggiunta alla fila di balle (volevo scrivere puttanate, ma forse era indelicato...) che ci vengono propinate quotidianamente.
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  7. #26037
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da nevearoma Visualizza Messaggio
    En passant: sono stato di recente a Bratislava. Parliamo di quella città che è a meno di un'ora di treno da Vienna, una delle regioni col PIL pro capite più alto del continente, capitale della "tigre dei Tatra" centro della crescita della nuova Europa dell'est, polo attrattivo di zilioni di euro di investimenti...
    Ecco, ho riconsiderato un po' i dati economici dell'area.
    Mi aspettavo chissà che e invece ho trovato degrado, vecchiume e sporcizia al di fuori del centro, tag ovunque, parco auto mediocre, negozi, ristoranti e supermercati di qualità pietosa, veramente un'atmosfera da Calabria anni '80. Sembrava Vienna, se Vienna fosse piccola, brutta e povera. Se questo è il meglio che l'Europa dell'est offre dopo anni di crescita non oso immaginare cosa fosse dopo la caduta del Muro. Tornando a Vienna si respira l'ovest già sulle scale mobili della stazione Dura salita o "discesa" verso il default?

    In compenso mi ha sorpreso positivamente la conoscenza dell'inglese, forse persino migliore che in Austria e Germania, nonché la quantità di giovani in giro.
    Secondo me avevi aspettative eccessive.
    La Slovacchia ha comunque un PIL pro capite di 16 mila euro all'anno, che è raddoppiato negli ultimi 15 anni quindi lo stock di capitale (automobili, edifici, arredi ecc) non si è nemmeno adeguato a quel livello. Con una popolazione stagnante peraltro il rinnovo dello stock di capitale è più lento rispetto ad una popolazione in rapida crescita.

    Se invece ti riferisci al dato folle del PIL di Bratislava (specie in ppp) è uno dei più chiari esempi di dati regionali totalmente sballati per una serie di motivi: la regione è molto piccola, quindi c'è un forte pendolarismo che contribuisce al PIL ma non alla popolazione; una parte della popolazione proveniente da altre zone della Slovacchia ha mantenuto la residenza nelle zone di origine quindi non compare nella popolazione; la produzione delle multinazionali nella regione contribuisce molto al PIL ma i profitti vengono rimpatriati e non contribuiscono al reddito locale, senza contare che il valore aggiunto di una impresa che lavora su tutto il territorio nazionale spesso viene attribuito in maniera sproporzionata alla regione in cui ha sede legale, sottraendo PIL altre altre regioni.
    Insomma è uno dei classici casi in cui tra PIL e reddito di una regione c'è una bella differenza. Il dato in PPP peraltro non tiene conto del forte divario tra prezzi di Bratislava e quelli del resto della Slovacchia, introducendo un ulteriore forte elemento di distorsione.

    Questo è un articolo in merito a conferma di quanto ho scritto sopra.
    Bratislava is the sixth richest region of EU, but… - spectator.sme.sk

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  8. #26038
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da Josh Visualizza Messaggio
    Il tutto con livelli di consenso a vantaggio di chi governa altissimi,eh!
    Questo perché nella mentalità italiana lo Stato è un corpo estraneo e quando si fa spesa pubblica demenziale nessuno pensa che sono soldi suoi. Visto che né la stampa né l'opposizione riescono a far notare questa cosa gli italiani se accorgeranno (forse) solo quando arriverà il conto da pagare.

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  9. #26039
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da snowaholic Visualizza Messaggio
    Visto che né la stampa né l'opposizione riescono a far notare questa cosa gli italiani se accorgeranno (forse) solo quando arriverà il conto da pagare.
    La prima, tolti alcuni elementi di nicchia (che non sono stampa), manco ci prova a dir la verità...

    Bisogna partecipare in massa a "Liberi, oltre le illusioni".
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  10. #26040
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da FunMBnel Visualizza Messaggio
    La risposta alla seconda domanda è "ovviamente sì".
    Che poi avremmo ottenuto gli stessi risultati è un altro film.

    Vale le pena tornare di indietro di un po' più di 20 anni... Correva la seconda metà degli anni '90 quando l'Italia decise che bisognava far parte dell'Euro dal primo momento. Questo aveva una serie di condizioni che abbiamo ottenuto (più o meno; facendo anche ricorso a tassazione straordinaria, come la famosa/famigerata "eurotassa").
    In quel periodo tra adesione formale all'Euro e anno-2000 in avvicinamento abbiamo vissuto: gli ultimi anni di crescita decente uniti ad un crollo degli interessi passivi sul debito. Messo assieme ad un po' di politica restrittiva (la famosa eurotassa) assieme ai 2 punti precedenti non ricordo se nel '99 o nel 2000 avevamo un avanzo primario di 6 punti di PIL.
    Questo si traduce in un toccasana per il debito pubblico che inizia a ridursi in modo finalmente signiticativo.
    Sia chiaro... Non era tutto oro quel che luccicava eh... Ricordo personaggi di quei governi dire "eeeeeeh, ma noi la spesa pubblica l'avevamo messa sotto controllo"; la mia risposta è "anche no"; è vero che in termini di % di PIL non è crescita, anzi si ridusse di qualcosa, ma tale % non crebbe perchè il PIL cresceva, non certo per particolari virtù: invece dell'eurotassa avremmo potuto tagliare spese, ma si sa che tagliare spese toglie voti, a dx come a sx...

    Poi vennero le elezioni del 2001, precedute da una finanziaria soft pre-elettorale che portò l'avanzo primario praticamente a dimezzarsi, senza però contropartita alle urne.
    E in quel momento inizia la peggior sciagura economico-finanziaria mai vista in Italia dal dopoguerra...
    Nel giro di 4 anni il deficit aumenta, ma guarda caso la crescita latita (vedere 2003 e 2005 per credere...); la spesa pubblica in percentuale di PIL sale, l'avanzo primario si azzera fino a diventare negativo.
    Nel giro di 4 anni nonostante gli interessi passivi passino dal 12% della prima metà degli anni '90 al 5% della prima metà del 2000 (son 100 miliardi di Euro, Euro + Euro -; ALL'ANNO) il debito ricomincia salire. So che sembra una racconto horror-fantasy, ma è così (anche se ovviamente c'è chi dà la colpa all'11/09, all'Euro, alla Merkel, alle scie chimiche e ai relliani).

    L'amara realtà è che in quei 4 anni ci siamo giocati quello che alcuni chiamano "il dividendo dell'Euro" bruciando le speranze di riforma (che con quel fiume di denaro a disposizione potevano essere la qualunque...) in spesa improduttiva. Poco è cambiato con la manovra correttiva del 2006 e col 2007, ultimo anno di crescita (niente di che, ma in confronto a oggi siamo oltre l'ordine di grandezza...) e che ha visto il debito/PIL poco sopra il 100%.
    Ricordo ancora a inizio 2008 un post di Maurizio @Jadan che all'ufficializzazione del dato sul debito scrisse proprio qui una cosa più o meno del tipo "segnatevelo questo numero perchè non ho idea di quanto mai lo rivedremo"... Non che ci volesse un profeta , ma grazie comunque Maurizio per l'informazione.
    (A proposito: la serie storica dei numeri di finanza pubblica scaricata da bankitalia ce l'ho ancora su un foglio Excel; non l'ho allegata qui perchè mi son stufato di farlo in passato... ).


    Il resto è quasi attualità: alla crisi del 2008 ci siamo arrivati senza armi per fronteggiarla; la finanza pubblica era in uno stato da consentirci manovre anticicliche significative.
    Il post-crisi e l'avanzata inesorabile della globalizzazione hanno fatto il resto.
    Intendiamoci... Spazio per riforme ce n'era come dimostra proprio la Spagna: in particolare sul mercato del lavoro fece scelte durissime pagate con disoccupazione record a lungo; inoltre in Spagna allo scoppio della bolla immobiliare e alla conseguente crisi bancaria si sono rivolti all'ESM esitando il giusto e soprattutto non nascondendosi dietro il "ma le nostre banche sono sane", come ben si è visto dopo qualche tempo; "sane" con percentuali di crediti deteriorati o sofferenze senza eguali... E infatti hanno inizialto a saltare come birilli... Ma noi chiaramente non abbiamo bisogno di aiuti e abbiamo messo in campo una serie di misure geniali in modo da spargere il contagio in giro per tutto il sistema con il rischio concreto di trasformare la crisi di qualche istituto in crisi sistemica, ma sorvoliamo...

    Poi venne Monti, con alcune scelte giuste e alcune altre molto discutibili; poco coraggio anche da parte sua, anche se va detto che, coraggio o meno, appena passata la burrasca quel parlamento di incapaci gli tolse al volo la fiducia. Avrebbe potuto far qualcos'altro? Non ne ho idea, ma così ci siamo tolti il pensiero.
    Chi è venuto dopo, quell'incapace vendi pentole di Renzi e successivi, non ha fatto che continuare sullo stesso solco; non sciagurato come nel 2000, ma mi vien da dire solo per il fatto che spazio non ce n'era abbastanza (come dimostrano gli 80 Euro, esempio a caso...).
    Il resto è attualità e non fa che dimostrare che:
    1. non c'è limite al peggio
    2. è proprio vero che dopo la tragedia la storia si ripete in farsa, anche quando recente...

    Avevo già citato Einstein e mi ripeto: follia è ripetere sempre la stessa azione (sussidi a pioggia, che siano le aziende X, il settore Y, gli amici Z, i pensionati o i fancazzisti poco cambia) aspettandosi ogni volta un risultato diverso. E, toh, non succede...

    A proposito: dalle previsioni dei geni attualmente al volante emerge che nei prossimi anni la spesa previdenziale arriverà praticamente al 20% del PIL. In Spagna è praticamente al 10%.
    Mi raccomando eh: la Spagna adesso cresce perchè l'Euro, la Germania, i poteri forti, i rettiliani, le scie chimiche e big pharma ce l'hanno con noi, non per un'allocazione di risorse appena, ma appena appena, più efficiente eh...
    Ottima ricostruzione, infatti una delle cose che mi fanno imbestialire dei keynesiani nostrani è la tendenza ad ignorare totalmente la qualità della spesa, anche in termini di capacità di supportare la domanda aggregata. Si possono fare politiche espansive anche a deficit invariato.

    Però acuni dettagli mi lasciano perplesso.

    Il vantaggio in termini di interessi dell'ingresso nell'euro rispetto ai primi anni 90 è meno di quanto indichi tu, perché dovresti considerare gli interessi reali e non nominali. 100 miliardi sono spesa in meno sono tanti ma con la disinflazione rallenta anche la crescita delle entrate. Tra il 10% di interessi con 6% di inflazione e 4% di interessi con 2% di inflazione ci sono 2 punti di differenza, non sei (numeri puramente esemplificativi). Questo non cambia il discorso di fondo però, abbiamo sprecato i notevoli risparmi ottenuti con l'ingresso dell'euro.

    L'eurotassa fu comunque un colpo di genio, perché con quell'aumento temporaneo di imposte si innescò il calo dei tassi nominali (l'inflazione era già scesa) e quindi il deficit scese sotto il 3% in maniera strutturale nonostante l'aumento di tasse fosse solo temporaneo. Un aggiustamento così rapido dal lato della spesa sarebbe stato improponibile sia in termini politici sia pratici.

    Perfetta la descrizione del seguito, abbiamo cominciato ad affondarci da soli con spesa di pessima qualità e riduzioni di tasse sconclusionate (vedi riforma irpef).
    La recessione del 2001/2002 (legata alla bolla della new economy, non alle torri gemelle) ha pesato per 2-3 anni anche sul deficit ma in termini strutturali è irrilevante.

    Sulle banche invece condivido fino ad un certo punto. È vero che abbiamo negato il problema e sperato che la ripresa economica ci togliesse le castagne dal fuoco, però il sistema bancario italiano era effettivamente complessivamente solido, è riuscito a reggere uno shock economico di dimensioni e persistenza impensabili. Se non avessimo ancora un PIL reale notevolmente inferiore a quello del 2007 anche i problemi delle banche sarebbero molto minori.

    Questo è vero anche per la Spagna, che di quegli 80 miliardi non avrebbe nemmeno avuto bisogno se la BCE avesse fatto bene il suo lavoro da subito anziché svegliarsi nel 2012.

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