Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
Allora continuiamo pure con la nostra personalissima ricetta di alto deficit (relativo) e alta tassazione che negli ultimi lustri ha prodotto così tanta crescita...
Fermo restando che indubbiamente nell'immediato una riduzione della spesa avrebbe effetti recessivi (e comunque meno dei voti persi di chi lo proponesse...) o ci decidiamo a ridurre il perimetro pubblico (diretto e indiretto) o continuiamo sul piano inclinato in cui siamo belli incatenati da decenni.
Bilaterale? In UE siamo 27...
Non mi sembra abbia funzionato gran che allora...
Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
Intanto il sud Italia sta finendo nella condizione di dover invidiare la Grecia
Rapporto Svimez 2019, Sud in recessione: dal 2000 via 2 mln di persone, la meta giovani - La Gazzetta del Mezzogiorno
2 milioni di persone sono tantissime cmq in 19 anni
Anche il fatto che solo 1 persona su 10 circa è riuscita ad ottenere i fondi stanziati dall'Ue per il PSR è assurdo...
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Il nostro problema non sono i saldi di bilancio ma il modo assurdo in cui si spende. Abbiamo una spesa per servizi pubblici bassissima e anche un numero di dipendenti pubblici tra i più bassi dell'Europa occidentale, per di più il poco che spendiamo per servizi pubblici lo spendiamo anche male, con una qualità dei servizi infima. Poi si buttano via un mare di soldi in trasferimenti di varia natura. Ridurre il perimetro dello stato di per sè non significa nulla e non ha nessuna utilità se non produce un aumento di efficienza della spesa.
Sommare 27 saldi bilaterali non ne cambia la natura economica (che poi dovremmo prendere solo i 19 della zona euro, gli altri possono fare quello che gli pare). Se A ha un avanzo con B, B ha un avanzo con C e C ha un avanzo con A ma complessivamente sono tutti e tre in equilibrio non c'è niente di male, i saldi bilaterali riflettono solo differenti specializzazioni delle varie economie. Se uno stato europeo è in surplus verso i Paesi terzi ma è in deficit verso gli stati membri (o viceversa) rimanendo complessivamente in equilibrio non c'è alcun problema.Bilaterale? In UE siamo 27...
Quando ci sono squilibri sui saldi complessivi invece questo diventa molto rilevante, perché riflette uno squilibrio tra risparmio e investimenti di quella economia, con forti ripercussioni in termini valutari, di politica monetaria e stabilità finanziaria.
L' euro è tenuto basso dalle politiche ultra espansive della BCE, che sono una diretta conseguenza delle politiche deflazionistiche degli stati e in particolare della Germania. Lamentarsi delle prime difendendo a spada tratta le seconde è segno di profonda ignoranza o grande ipocrisia, non ho ancora capito quale delle due sia prevalente nella posizione tedesca.Non mi sembra abbia funzionato gran che allora...
Perché dentro l'euro non c'è il tasso di cambio che può aiutare ad assorbire gli squilibri macroeconomici né una vera unione fiscale e finanziaria che li renda irrilevanti come avviene all'interno di uno stato.
Se uno stato ha un surplus enorme qualcun altro dovrà avere un deficit della stessa dimensione, non si scappa. Quindi o vanno in deficit altri Paesi della zona euro per compensare il surplus tedesco oppure dobbiamo scaricarlo al di fuori, i nostri partner commerciali non ne saranno contenti (USA in primis) ma ci possono fare poco. Però per scaricarlo fuori dalla zona euro dobbiamo mantenere politiche monetarie ultra espansive e si ritorna al discorso della politica monetaria.
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@snowaholic, un avvenire da regione spopolata della Bulgaria sembra a questo punto assicurato per il sud Italia(con in più l'aggravante di alcune aree urbane con una criminalità da hinterland di Mosca degli anni 90',tipo le province di Napoli,Caserta,Foggia,Reggio Calabria e varie altre). Che ne pensi?
Se continua l'andazzo politico attuale di sicuro, ma non c'è mai niente di ineluttabile, dipende tutto dalle scelte che si faranno.
Se la società meridionale sarà in grado di proporre qualcosa di più della solita retorica vittimistica con contestuale ricerca di assistenzialismo le strade per uscire dal declino non mancano.
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Questa è una domanda difficile, sono piuttosto esterofilo da questo punto di vista e gli economisti italiani li seguo poco. Infatti l'italiano con cui ho maggiore sintonia probabilmente è Francesco Saraceno, che vive in Francia e scrive prevalentemente in inglese.
Tra quelli che stanno in Italia il primo che mi viene in mente è Tito Boeri , oppure keynesiani come Gustavo Piga e Roventini (che ad essere precisi non è nemmeno strettamente keynesiano) ma che tendono ad estremizzare troppo le loro posizioni.
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