Intanto i simpatici effetti collaterali delle guerre commerciali...
Cosi Huawei ora puo fare a meno dei chip americani - Il Sole 24 ORE
Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
Intanto noto che:
1. lo spread ha ricominciato ad allargarsi
2. per giunta in coincidenza con un aumento dei rendimenti di tutti i bond sovrani (tedesco compreso), il che vuol dire "doppio aumento".
Chissà quanto stiano pesando tutte le puttanate epocali che ho sentito relativamente all'assurda polemica sull'ESM...
Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
L'ignoranza passata,presente e futura produce frutti pregiati come l'attuale inquilino della Farnesina nella posizione in cui sta e il livello della classe dirigente italiana,un poco ellenico, un poco zimbabwiano
https://www.ilmessaggero.it/scuola/ocse_scuola_italiana_2018_news_lettura_scienze-4900958.html
Son sempre più indeciso...
Non riesco a capire se stiamo vivendo un esperimento sociale di applicazione del corollario al principio di Peter o la trasposizione nella realtà di Idiocracy...
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27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
Certo che la serie "Un grande futuro dietro le spalle" comincia ad avere una bella fila di puntate eh...
Siamo piu ignoranti di vent'anni fa: l'abisso dei test Ocse che l'Italia non vuol vedere
Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
Questo è certamente un punto a favore dei 4 gatti.
Si, certo, potresti anche trovarne altri ma appunto sono già stati liberalizzati. Quello che intendevo dire è che dove la creazione di un mercato concorrenziale era possibile è già stato fatto, non ci sono altri settori simili in cui lo stato italiano svolge ancora un ruolo dominante.
Beh, l'alta velocità ferroviaria è un altro. Anche lì si era in regime di monopolio.
Il mercato dell'energia è un altro ancora.
Storie di, relativo eh, successo ce ne sono.
Anche la politica industriale la facciamo da** schifo ma non siamo più interventisti di altri, anzi. Il problema è che si cerca di tenere in vita aziende decotte e preservare i livelli occupazionali ad ogni costo.
La moderazione salariale è uno dei fattori che ha prodotto quegli squilibri, insieme alla creazione di una fascia di lavori sottopagati privi di garanzie. Migliorare le condizioni di quei lavoratori aiuterebbe a stimolare la domanda interna senza intervenire tramite la leva fiscale. Le politiche pubbliche hanno un ruolo importante nel determinare il livello dei salari, specie nel sistema tedesco.
Non son sicuro di aver capito... Il salario non è mica la variabile indipendente.
Dipende sempre da come spendi. La spesa che produce crescita nel lungo termine migliora la sostenibilità del debito, la spesa corrente dannosa tipo quota 100 la peggiora. Se per investimenti si intende buttare altri soldi nell'altoforno ILVA o in quello Alitalia non li chiamerei neanche investimenti.Hai già un debito monstre (parlo di noi); aumentare investimenti pubblici, leggasi spendere, sperando che i tassi restino bassi non lo fai rientrare in questo capitolo (un mix di abbiamo un debito tale che nessuno può permettersi di farci saltare + chi vive sperando.... ).
Io in ogni caso non parlerei di azzardo morale, che implica essere schermati almeno in parte dalle conseguenze negative delle proprie scelte, non ha molto a che fare con i tassi bassi.
Anche l'appartenenza all'Euro e il too big to fail non ci proteggono affatto dal nostro autolesionismo, anzi ne moltiplicano gli effetti. I tassi bassi in ogni caso non sono indipendenti dalle scelte politiche nostrane, si è visto bene lo scorso anno.
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Un aspetto che abbiamo spesso trascurato nell'analisi del caso portoghese è che hanno ridotto moltissimo l'evasione fiscale, da livelli poco inferiori ai nostri a meno della metà (lo stesso hanno fatto gli ungheresi). Ridurre l'evasione in misura così consistente consente di riequilibrare la pressione fiscale, ridurre il deficit con effetti recessivi minimi, evitare la concorrenza sleale degli evasori e di conseguenza anche favorire l'innovazione e la produttività (gli evasori generalmente non investono e non innovano, gli basta evadere per essere competitivi).
Un'operazione del genere in Italia porterebbe qualcosa tipo 40 miliardi l'anno di gettito in più a parità di aliquote, avresti già risolto molti problemi.
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Seminerio é una persona seria, quando dico liberale non è un insulto per me. E essere liberali non implica essere contrari alle politiche fiscali anticicliche, anche se spesso i due aspetti vengono mischiati. Però ho diversi punti di dissenso politico verso quel gruppo e secondo me sbagliano le priorità anche in termini di politica economica.
In termini di pensiero economico Brancaccio e Undiemi non sono certo neokeynesiani, il primo è un marxista con deboli influssi keynesiani e la seconda è una giurista.
Il neokeynesismo moderno (in inglese new keynesians da non confondere con i neo-keynesians del dopoguerra) è una corrente prevalentemente moderata e molto diversificata, che va dal repubblicano Mankiw ad economisti più di "sinistra" come Blanchard. È una rivisitazione piuttosto edulcorata del Keynesismo originale che parte dalla necessità di micro-fondare la macroeconomia keynesians, per cui solo in alcune situazioni più particolari come lo zero lower bound produce risultati più simili al keynesismo classico. Io stesso mi considero più keynesiano in senso classico che neokeynesiano moderno, perché le assunzioni modellistiche dell'approccio neokeynesiano sono molto discutibili, dinamiche di tipo keynesiano classico sono molto più diffuse di quanto quei modelli ammettano. Infatti Krugman come tutta l'area dell'economia internazionale hanno mantenuto un approccio più old style, perché in economia aperta i modelli neokeynesiani moderni fanno molta più fatica ad ottenere risultati realistici rispetto ai vecchi modelli di scuola keynesiana (i sopra citati neo-keynesians come Hicks, Mundell, Samuelson ecc).
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